Omaggio a Cesare Pavese e Luigi Tenco

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Nello spettacolo “I GATTI LO SAPRANNO”


di Fausta l’Insognata Dumano

Omaggio a Cesare Pavese e Luigi Tenco di visit.turismoarancione.it
Omaggio a Cesare Pavese e Luigi Tenco Arpino

OMAGGIO Arpino, 5 settembre 2024 nel Teatro San Carlo lo spettacolo “I GATTI LO SAPRANNO”, un omaggio a  Cesare  Pavese e  Luigi Tenco, è di Amedeo Di  Sora, accompagnato dai musicisti, Raimondo Bottini, Vittorio Oi, Giuseppe Palombo.

Un pubblico numeroso, di qualità, ma non ci sta un apericena, come nota il senatore  Massimo  Struffi.

L’ iniziativa nasce dall’ associazione “Il libro di pietra“, il cui presidente è Massimo Struffi, rientra nei Teatro nei Borghi di Provincia Creativa. Presente il sindaco, l’onorevole Vittorio Sgarbi.

Va sottolineato che a differenza di molti colleghi non si è limitato all’intervento e dopo i selfie si dileguano, ha manifestato apprezzamento, ero seduta accanto a lui, e mi sono accorta che delle volte si  è lasciato trasportare è cantava  sottovoce, portando il ritmo dietro ad Amedeo di Sora.

Nel pubblico il dottor Raffaele Gargaro, originario di Arpino, ma che vive a  Frosinone. La sua presenza mi  ha ricordato che a casa ho un testo di Armanda  Guiducci ”Il mito di  Pavese” con i suoi appunti  e di conseguenza nel salutarci con  Amedeo ho parlato degli appunti ancora conservati.

Questo spettacolo considerata la sua importanza  culturale andrebbe  portato nelle scuole, soprattutto le classi quinte per offrire strumenti diversi per parlare di Pavese.

Questo connubio Pavese/Tenco ha stimolato riflessioni: Luigi Tenco aveva una passione per la letteratura, in particolare per Pavese. La canzone “Un giorno dopo l’ altro” (1966) è ispirata ad una poesia di Pavese. Nati a trent’anni di distanza sono tanto simili e nello spettacolo si evidenzia.

Attraversati dalla stessa inquietudine ed entrambi ricordati per la loro tragica fine. Tenco muore la nella notte tra il 26 e il 27 gennaio 1967, un colpo di pistola alla tempia, in una stanza di un hotel. Cesare  Pavese il  27 agosto del 1950 in una stanza di hotel con bustine di sonniferi.

Entrambi avevano scritto una lettera di addio. Breve e lacerante l’addio di Pavese scritto sulla prima pagina dei “Dialoghi con Leucò”.

Più articolato l’ addio di Tenco, un’accusa, un atto di protesta contro la commissione di Sanremo.

I testi delle canzoni di Tenco risentono dell’ influenza di Pavese: il Tempo come memoria del singolo e non del Tempo storico.

Il senso della caducità della vita umana è presente in molte canzoni in particolare in “Un giorno dopo l’altro” che richiama la raccolta poetica di  Pavese ”Verrà la morte e avrà i tuoi occhi. Lo spettro della morte aleggia come presenza”

Nave che ha lasciato il porto, mentre  Pavese la vede riflessa nello specchio. Non rimane che scendere nel gorgo muti.

Ovviamente il legame tra la poesia e la canzone porterebbe quest’ articolo a diventare una lezione di letteratura.

Questo spettacolo di Amedeo mi era sfuggito prima per una serie di coincidenze.

*Fausta Dumano, Docente di Lettere del Liceo Artistico Statale “Bragaglia” di Frosinone

Cesare Pavese

Luigi Tenco

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Fausta L'Insognata Dumano

ByFausta L'Insognata Dumano

Fausta Dumano divenuta Fausta L'Insognata Dumano è laureata in lettere con tanti sogni nel cassetto. Giornalista, scrittrice, critica d'arte si è inciampata nella prima supplenza con il favoloso mondo degli studenti ed è rimasta intrappolata nel discount istruzione. Frequenta corsi di scrittura creativa, ha pubblicato alcuni libri di narrativa. Da sempre è impegnata nell'arcipelago della sinistra.Ambientalista nel dna, la mamma le parlava di difesa del verde, quando non era nell' agenda della politica tanto da creare la prima festa dell'albero ad Arpino negli anni 60. Impegnata nell'arte pubblica relazionale con artqube e 03100 (zerotremilacento) vive a Frosinone, per metà ciociara e per metà siciliana, cresciuta con due culture e stili di vita differenti... è fortemente convinta che la diversità sia un valore importante, per questo si impegna nelle associazioni che favoriscono l'integrazione. Ha insegnato nelle scuole operaie ai migranti, ai figli di un dio minore e in carcere. Perennemente innamorata dell'idea dell'amore, i capolavori indiscussi della sua creatività sono i suoi figli Venera e Matteo, che riescono sempre a strapparle un sorriso, anche quando tutti i pianeti si allineano contro.

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