Ha meno zuccheri se ben cotto
di Dr. Antonio Colasanti
IL PANE vecchio ha meno zuccheri con un minore indice glicemico ed è quello ottenuto con semole integrali di grano duro e più spessa è la crosta e più cotto è il pane, meglio se tostato perché l’amido in esso contenuto e meno assimilabile per via dell’umidità ridotta.
Nel pane vecchio di un paio di giorni conservato in frigo, l’amido ritorna ad assumere la sua forma originaria rendendolo meno raffinato.
Il pane vecchio e l’indice glicemico
Le ricerche hanno dimostrato che la cannella, spezia indiana, riduce la glicemia spolverizzando mezzo cucchiaino su una macedonia di frutta o su un gelato ed aiuta ad evitare picchi di glicemia durante la giornata ed a prolungare il senso di sazietà.
In generale dobbiamo preferire i carboidrati complessi e più ricchi di fibre come legumi, i cereali, il riso basmati, pasta integrale, rispetto a zuccheri semplici contenuti in dolci o bevande zuccherate.
Se invece non vogliamo rinunciare alla pasta, possiamo optare con una porzione di puntarelle con pesto di alici come antipasto da abbinare a spaghetti con vongole per finire con caffe e panna senza zucchero, ricco di acido butirrico, fonte di energia per le cellule del colon, crea ambiente ostile a batteri patogeni e fa assorbire meglio le vitamine a-d-e.
Una soluzione che appaga e sazia, aiutando l’intero organismo.
Il pane vecchio e l’indice glicemico
NdR L’indice glicemico (IG) è un sistema di classificazione che misura la velocità di digestione e assorbimento dei cibi contenenti carboidrati e il loro effetto sulla glicemia, cioè sui livelli di glucosio nel sangue.
Un cibo con IG alto produce un grande picco di glucosio dopo il suo consumo. Al contrario, un alimento con un basso indice glicemico provoca un lento rilascio di glucosio nel sangue dopo il suo consumo.
L’introduzione dell’indice glicemico è servita a dare un riferimento sul valore glicemico a tutti i cibi contenenti carboidrati, ma in molti casi questo valore è molto approssimativo.
Non si è valutato infatti che i punteggi assegnati alla maggior parte degli alimenti sono sempre variabili, e spesso questa variabilità può essere anche molto marcata.
Dr. Antonio Colasanti
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