Le conseguenze per la sanità del nostro territorio
di Dott. Sergio Marandola
AUTONOMIA DIFFERENZIATA Sta per concludersi la raccolta di firme per il referendum abrogativo della legge sull’autonomia differenziata.
Una legge figlia di accordi scellerati
Questa legge nasce da un patto tra FdI e Lega secondo il quale si concedeva ai primi la riforma per l’elezione diretta del presidente del consiglio ed ai secondi il via libera alla completa autonomia regionale.
Detta in soldoni, ogni regione può trattenere il proprio gettito fiscale per gestire venti importanti settori di spesa pubblica, fra cui il lavoro, l’istruzione, l’energia, la ricerca scientifica. l’ambiente e la sanità.
Di questi è di gran lunga la sanità quella che richiede lo sforzo economico più consistente, rappresentando in Italia l’80 per cento delle spese regionali.
Chi ci rimetterà? 4 parametri
Venendo meno la sussidiarietà dello Stato, le regioni più povere perderanno alcuni miliardi di risorse utili a soddisfare i bisogni dei propri cittadini.
Scopo di questo articolo è analizzare le conseguenze di questa legge per la sanità del nostro territorio.
Autonomia differenziata e Sanità locale
Tra i vari parametri che concorrono ad una sanità efficiente ed efficace ne ho scelti quattro, che mi sembrano particolarmente significativi.
Il primo è la qualità degli operatori sanitari.
Su questo punto l’Italia non è seconda a nessuno, tanto è vero che esportiamo abbondantemente medici ed infermieri, ed alcuni assumono incarichi apicali in importanti istituti di ricerca e cura di livello internazionale.
Il secondo è la quantità degli operatori sanitari.
Ormai è noto che, per un errore di programmazione, il numero dei medici in Italia è insufficiente a garantire le esigenze delle strutture pubbliche. Inoltre molti camici bianchi si dirigono verso il privato e verso l’estero per le maggiori retribuzioni che percepiscono rispetto al pubblico.
Il terzo punto è l ‘organizzazione delle ASL.
La minor quantità di risorse al sud comporta spesso una organizzazione più approssimativa dei servizi, aggravata dalla tendenza che questo governo sta favorendo, e cioè privilegiare il privato. Il sistema è quindi dipendente dall”organizzazione e dalla distribuzione delle risorse e degli operatori.
Indubbiamente nelle regioni del nord l’organizzazione è più efficiente rispetto a quelle più povere.
Autonomia differenziata e Sanità locale
LEP per colmare differenze regionali: una favola
La favoletta che i leghisti ci propinano è che lo Stato provvederà ad assicurare a tutti i LEP (Livelli essenziali di prestazioni), erogando centralmente le somme necessarie a colmare le differenze tra le regioni.
Ma se con la nuova legge sottrai 5 miliardi alla Calabria, che ha dei LEP insufficienti, in seguito gliene dovrai dare 10 o 20 per portarla a livello della Lombardia. Ovviamente ogni persona ragionevole stenta a credere a queste promesse.
Il quarto e più importante parametro per il funzionamento della sanità è quello delle risorse economiche.
E vediamo quel che succederà quando verranno sottratti diversi miliardi alle regioni del Sud. La mobilità della classe medica verso il nord aumenterà, perché le regioni più ricche potranno assicurare stipendi più sostanziosi ai professionisti, anche con vari incentivi .
Cosa avverrebbe a Cassino?
Ospedali periferici come quello di Cassino, già scarsamente ambìto dai neolaureati, non verranno più presi in considerazione, se non da pochi medici residenti in zona. Le regioni del sud, impoverite di risorse, erogheranno sempre meno risorse ai cittadini.
Dall’alta Campania e dalla parte meridionale del Lazio sempre più pazienti si riverseranno nel nostro nosocomio che, impoverito di medici già oggi largamente insufficienti, andrà in affanno crescente.
Molti cittadini tra le fasce più povere della popolazione meridionale rinunceranno definitivamente a curarsi. Si potrebbe ironizzare, se non fosse un quadro socialmente tragico, che questo è un piano dei sovranisti per risparmiare sulle pensioni.
Autonomia differenziata e Sanità locale
I novelli Robin Hood al contrario
In definitiva, in una nazione nella quale le retribuzioni medie si livellano verso il basso, un lavoratore che percepisce 1500 euro al mese, o, peggio, una commessa o una cameriera o un pensionato che incamerano al massimo 800 euro mensili, come faranno a reggere l ‘impatto della riduzione dei servizi sanitari?
Impatto che si somma all’aumento dei prezzi al supermercato e delle bollette, ad un costo della vita sempre crescente.
Salvini gongolerà per avere levato soldi ai poveri per darli ai ricchi, novello Robin Hood al contrario.
Quindi è indispensabile, ora, raggiungere il quorum al momento della votazione referendaria per bloccare questa legge ingiusta, figlia dell’egoismo e tesa alla disgregazione dell’unità nazionale.
Autonomia differenziata e Sanità locale
*Dott. Sergio Marandola, Presidente circolo PD Cassino
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