Netanyahu attacca l’Unifil dell’Onu

Aldo Pirone

ByAldo Pirone

14 Ottobre 2024
L'esercito israeliano ha sparato contro i soldati dell'ONU in Libano ©nau.chL'esercito israeliano ha sparato contro i soldati dell'ONU in Libano ©nau.ch

I coccodrilli


di Aldo Pirone

Netanyahu attacca l'Unifil dell'Onu Israel attacca militari-Unifil-in Libano ©sn.at
Netanyahu attacca l’Unifil dell’Onu ©sn.at

NETANYAHU Con l’attacco al contingente Onu dell’Unifil Israele di Netanyahu fa un altro passo nella sua escalation militare.

L’Onu con tutte le sue magagne per lui è un’ostacolo.

Non a caso parlando il 27 settembre scorso in una sala semideserta e ostile all’Assemblea generale delle Nazioni Unite l’ha definita “palude antisemita” e piena di terrapiattisti; e Guterres segretario generale di questa “palude” è stato dichiarato una settimana fa dal ministro degli Esteri israeliano Katz “persona non grata”.

La specialità di Netanyahu è quella di continuare a definire antisemiti tutti coloro che criticano i suoi comportamenti politici da sempre.

E nel mondo sono tantissimi, compresi moltissimi ebrei che guardano al futuro, preoccupati dell’esistenza di Israele.

“levatevi di mezzo”

Al “levatevi di mezzo” israeliano, reiterato ieri da Netanyahu, rivolgendosi direttamente a Guterres con l’arroganza di chi si sente impunito, il governo italiano ha risposto per bocca del ministro Crosetto: “Non prendiamo ordini da Israele”.

Ne è seguito un comunicato netto di condanna di quanto avvenuto di alcuni paesi europei, Francia, Spagna e Italia che hanno definito gli attacchi israeliani all’Unifil ingiustificabili e richiedendone l’immediata cessazione.

In sostanza, dicono costoro, l’Unifil farà quello che gli dice l’Onu non quello che a cannonate pretenderebbe Netanyahu.

Fa una certa sensazione di miserevole compassione vedere, sentire e leggere l’imbarazzo di certi sostenitori italiani di Israele “perinde ac cadaver” (fino alla morte) mentre altri, similmente a quei soldati giapponesi nella jungla che non credevano che la guerra fosse finita, continuano a sostenerne le azioni oltre la stessa destra post fascista al governo.

Embargo sulle armi a Netanyahu: subito

Il punto politico centrale su cui incalzare Meloni, Crosetto e compagnia è: a) il riconoscimento dello Stato palestinese subito senza se e senza ma; b) L’embargo sulle armi a Netanyahu.

Bisogna chiedere al governo Meloni-Salvini-Tajani-Crosetto che l’Italia lo faccia indipendentemente dagli altri stati e che s’impegni perché a farlo sia tutta l’Unione europea.

Questa dovrebbe essere la richiesta di Pd, Avs, M5s e altri che la condividano, fissata in un comune atto parlamentare.

Sarebbe bene che lo facesse anche Biden, fornitore da sempre degli armamenti più efficaci e deleteri a Israele, ma viste le elezioni imminenti c’è poco da sperare che gli Usa superino la somma ipocrisia di “moderatori” di Netanyahu mentre lo sostengono con le armi che gli inviano e con il loro diritto di veto all’Onu dove bloccano ogni risoluzione di condanna di Israele.

La Harris, tra parentesi, dovrebbe fare della pace in Ucraina e Medio Oriente un impegno solenne da sbandierare nella contesa elettorale. Invece subisce su questo terreno ilrecupero elettorale di Trump, il quale incoraggia esplicitamente Israele a colpire i siti nucleari iraniani.

Tanto per chiarire anche ai ciechi, se ce ne fosse ancora bisogno, quale pericolo rappresenti il candidato repubblicano sostenuto da Musk.

Sta di fatto che gli altolà a Netanyahu, le lacrime sui palestinesi massacrati dagli israeliani – ora anche i libanesi – e, dio ce ne scampi, quelle della Meloni su qualche soldato italiano di Unifil nei prossimi giorni, sono e saranno ipocrite e simili a quelle del coccodrillo se alle parole non si fanno seguire da subito fatti concreti.


Attacco all’Unifil

Aldo Pirone

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Aldo Pirone. Giornalista. Vive a Roma. Redattore di Malacoda


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