Europa. La guardia socialista al bidone vuoto

Aldo Pirone

ByAldo Pirone

26 Novembre 2024
La sede della Commissione Europea

L’europarlamento voterà la commissione europea

di Aldo Pirone

Europa. La guardia socialista al bidone vuoto
Europa. La guardia socialista al bidone vuoto

EUROPA Dopodomani l’europarlamento voterà la commissione europea. Il voto sarà in blocco sui commissari designati, per cui si potrà dire solo sì o no a tutti i commissari designati dalla von der Leyen dopo gli stravolgimenti operati con le sue scelte con la nomina di Fitto di FdI a vicepresidente esecutivo e dopo ripetuti voti del Ppe con la destra europea. Il voto, quindi, sancirà o meno la svolta a destra della von der Leyen e dei popolari europei.

C’era burrasca in Europa dopo l’alt alla socialista spagnola Ribera da parte dei popolari spagnoli sostenuti da quelli europei.

Era stata la classica goccia che aveva fatto traboccare il vaso dei mal di pancia socialisti e liberali macroniani dopo le scelte della von der Leyen e i ripetuti voti del Ppe con la destra nell’europarlamento.

Il compromesso trovato dopo ripetuti incontri al vertice non cancella lo spostamento a destra del Ppe, anzi lo ribadisce aggiungendovi anche l’amaro sapore del ricatto; c’era da aspettarselo.

Come si dice, è un compromesso al ribasso dai tratti vergognosi che lascia mano libera al Ppe e ai sovranisti di tutte le specie nel proseguire la loro politica di svuotamento dall’interno dell’Europa che lascia i socialisti del gruppo S&D come imbambolati davanti al compiersi dei fatti compiuti, incapaci di reagire o solo di pensare ad un’alternativa a quella penosa del fare la guardia al bidone di benzina mentre popolari e destre finiscono di svuotarlo.

Il capogruppo all’europarlamento Nicola Zingaretti, molto simile a quel “coniglio mannaro”, alias Arnaldo Forlani, segretario DC nel secolo scorso, ha dichiarato in proposito del voto di domani che “lo scontro è tra chi vuole difendere l’Europa e chi vuole distruggerla … Non possiamo arretrare o aver paura di combattere su ogni dossier. … Io non mi faccio cacciare dalla maggioranza europea da Meloni”. Poi, dice “il manifesto”, alzando la voce: “E combatterò per tenere fuori lei”.

Arrampicarsi sugli specchi negando la realtà del bidone vuoto facendo finta di combattere, è una specialità da sempre dell’ex segretario del Pd.

C’è da registrare che nel gruppo dem, il più folto dei S&D, solo Marco Tarquini, l’ex direttore di “Avvenire”, voterà no. 

Che nei dem europei ci fossero già dei segnali di accettare qualsiasi compromesso passando sopra alla nomina di Fitto a vicepresidente esecutivo in nome dell’interesse nazionale era già manifesto da tempo. Ma la spinta decisiva ai “riformisti” ex renziani e para renziani governisti da sempre è venuta da Mario Monti e Romano Prodi.

“In un momento in cui l’Europa si trova ad affrontare sfide immense sia a Est che a Ovest, – hanno scritto in un comunicato congiunto – ci auguriamo che le tensioni interne – soprattutto tra gruppi tradizionalmente pro-europei come il Partito Popolare Europeo (PPE) e i socialisti – non mettano in ombra le qualifiche di candidati come Teresa Ribera e Raffaele Fitto” aggiungendo “Un simile scenario renderebbe l’Europa oggetto di scherno a livello mondiale in un momento in cui i cambiamenti geopolitici, in particolare negli Stati Uniti, richiedono un’Europa più forte e più unita”.

Con i popolari e le destre di scorrazzare a loro piacimento?

Suvvia non facciano ridere i polli. Qui a gongolare sono solo Meloni, von der Leyen e Manfred Weber. E fra poco anche Trump. Lo scherno è solo per chi, come Prodi e Monti, non si rende conto della realtà effettuale.

Qualcuno nei dem italiani si è fatto forte degli “auguri per l’importante incarico” fatti da Mattarella a Fitto ricevuto al Quirinale. Non sapendo distinguere gli obblighi di un Presidente della Repubblica, anche quelli meno graditi, che comporta la sua funzione di rappresentante dell’Italia dalla funzione di un partito che decide sulla base degli interessi politici generali del paese.

Per cui la domanda è: ma qual è l’interesse nazionale ad avere un commissario responsabile del fallimento del Pnrr e portatore di interessi e visioni sovraniste?

E qual è quello europeista alla Ventotene? E qual è quello italiano ed europeo ad avere un patto di stabilità economica fondato sull’austerità e condiviso dalla Meloni a cui il Fitto commissario e vicepresidente farà buona guardia?

Non sembra difficile la risposta: nessuno.

La domanda e la risposta retorica è rivolta alla Schlein.


La Commissione UE

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