La realtà si fa sentire anche a Davos
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AMBIENTE E DISUGUAGLIANZE
L'intreccio fra ecologia equità e uguaglianza sociale comincia ad essere percepito come urgente e insopprimibile anche a casa di lorsignori.
di Aldo PironeIl World economic forum di Davos che si tiene in Svizzera è il luogo dove si riuniscono ogni anno i rappresentanti di quella che Luciano Gallino definiva la borghesia mondiale. Duemila persone, inclusi numerosi politici di governo e di opposizione, e rappresentanti di Istituzioni internazionali come l'Onu che discutono dei problemi mondiali ed economici secondo il punto di vista generalmente di lorsignori. Il tema del forum di quest'anno è la ‘Cooperazione in un mondo frammentato‘. Evidentemente anche la borghesia mondiale si rende conto che il mondo e i loro affari per prosperare hanno bisogno di un principio di "cooperazione", anche se con l'intento di volgerlo a loro beneficio. Comunque è sempre meglio la cooperazione che le guerre.
La tematica del deterioramento climatico e ambientale del pianeta è talmente grande che inevitabilmente fa irruzione anche nei raduni del gotha della borghesia finanziaria internazionale. Lo stesso Guterres segretario dell'Onu ha fatto sentire la sua voce. Ha accusato le Imprese energetiche di "cuocere il mondo" da decenni e che “Proprio come l’industria del tabacco, hanno calpestato le loro stesse ricerche scientifiche e propagato l’enorme bugia. Proprio come con Big Tobacco, i responsabili devono pagare le loro responsabilità“.
Poi l'altro ieri è arrivata Greta Thunberg reduce dalle manifestazioni di Lutzerath in Germania contro la riesumazione del carbone. E ha rincarato la dose contro i lorsignori di Davos disvelando le loro ipocrisie: "La gente che dovremmo ascoltare non si trova qui - ha detto - A Davos c’è la gente che alimenta la distruzione del pianeta, quella che sta al cuore del problema della crisi climatica, che continua a investire sulle fonti fossili, e che in qualche modo riesce ancora ad apparire come la gente su cui contare per risolvere il problema".
Passando al tema sociale, per così dire "cooperativistico", per riprendere il titolo del forum in corso, l'avvenimento per certi versi più eclatante di quest'anno è che al convegno di Davos è arrivato l'appello di duecento milionari ultraricchi di 13 paesi che hanno messo il dito nella piaga mondiale: la crescita delle disuguaglianze. Chiedono questi illuminati conservatori di "essere tassati" perché, dicono, che la storia degli ultimi cinquant’anni è “una storia di ricchezza che non scorre se non verso l’alto. Negli ultimi anni, questa tendenza ha subito una forte accelerazione. Nei primi due anni della pandemia, i 10 uomini più ricchi del mondo hanno raddoppiato la propria ricchezza mentre il 99 per cento delle persone ha visto diminuire il proprio reddito. Miliardari e milionari hanno visto la loro ricchezza crescere di migliaia di miliardi di dollari, mentre il costo della vita ora sta paralizzando le famiglie comuni in tutto il mondo”. Di qui la loro richiesta: "Voi, i nostri rappresentanti globali, dovete tassare noi, gli ultra ricchi, e dovete iniziare ora”.
Morale politica. L'intreccio fra ecologia, equità e uguaglianza sociale quando comincia ad essere percepito come urgente e insopprimibile fa capolino anche a casa di lorsignori.
Bisogna approfittarne.
Aldo Pirone, redattore di malacoda.it
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