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Stati Uniti “nel pallone”

 CRONACHE&COMMENTI

L’amministrazione Biden ha prima sottovalutato, poi cavalcato in modo esagerato la vicenda che ha visto gli oggetti volanti cinesi nei cieli d’America

di Stefano Rizzo
Pallone 390La notizia prese tutti di sorpresa. Ai primi di febbraio la rete televisiva Nbc aveva riferito di numerosi avvistamenti nel cielo dell’Idaho di un misterioso oggetto rotondo, luminoso quanto la luna, che si muoveva lentamente, provocando allarme nella popolazione. Dovranno passare ancora alcuni giorni prima che il Pentagono comunichi che quell’oggetto misterioso è un pallone spia cinese, grande una sessantina di metri, che si muove a un’altitudine di circa ventimila metri. Il pallone era già stato avvistato nei cieli dell’Alaska fin dalla settimana prima; e un altro pallone, sempre di fabbricazione cinese, sarebbe stato visto veleggiare da qualche parte in Sudamerica.

Naturalmente montano le critiche da parte dei repubblicani – e anche di qualche democratico – per l’inerzia dell’amministrazione Biden, che non ha tempestivamente informato il pubblico. A questo punto, per rintuzzare le critiche, il Pentagono informa che non è la prima volta che viene avvistato un pallone spia nei cieli d’America e che c’erano già stati almeno due avvistamenti, durante la presidenza Trump, senza che il pubblico venisse informato. Sembra anche di capire che, dal momento che questi palloni non rappresentano una concreta minaccia, nel gioco delle spie che tutti i Paesi – e soprattutto le grandi potenze – giocano, si preferisce fare finta di non sapere per lasciare l’avversario nel dubbio su quello che effettivamente si sa.

Quando si diffonde la notizia del pallone fantasma e il Pentagono è costretto ad ammetterne l’esistenza, la Casa Bianca comunica di averne disposto l’abbattimento non appena la cosa possa essere fatta in sicurezza, lasciandolo quindi veleggiare portato dai venti (e, sembra, da un motore alimentato da pannelli solari) sopra tutti gli Stati Uniti fino a quando non avesse raggiunto la costa della Carolina del Sud. Naturalmente, è lecito dubitare (come sempre quando si tratta di spionaggio) che la sicurezza pubblica sia stata la vera ragione del mancato abbattimento, dal momento che, lungo il suo percorso sopra gli Stati Uniti, esistono ampie aree disabitate dove, cadendo, non avrebbe fatto danni. La ragione è probabilmente un’altra: precipitando al suolo, il pallone si sarebbe disintegrato e non sarebbe stato possibile esaminarne il contenuto; inoltre, i servizi di intelligence volevano monitorare i dati che il pallone rilevava e trasmetteva a una base che (si dice) sarebbe situata nella provincia cinese dello Hunan.

Come che sia, pare che l’intelligence americana, che inizialmente aveva sminuito la faccenda come qualcosa di routine nel reciproco gioco di spionaggio, si sia poi preoccupata a tal punto da spingere il segretario di stato Blinken ad annullare il viaggio programmato in Cina, che avrebbe dovuto avvenire in questi giorni, e a inviare una secca lettera di protesta al suo omologo cinese Wang Yi. Naturalmente la Cina, per parte sua, ha smentito che si sia trattato di un pallone spia, sostenendo che aveva compiti esclusivamente civili e condannando l’abbattimento come un “uso eccessivo della forza militare”. Di fronte all’allarme americano, che in certi momenti ha raggiunto punte di isteria collettiva con gente che sparava all’impazzata verso il pallone (peraltro non raggiungibile a venti chilometri di altezza con normali armi da fuoco), il governo cinese, che esercita sempre un controllo rigoroso su Internet, ha lasciato che i suoi cittadini si lasciassero andare sui social a frizzi e lazzi di ogni genere, accostando il pallone spia alle migliaia di palloncini che vengono fatti salire al cielo in occasione del capodanno lunare cinese, e altre amenità.

Il fatto è che, a un certo punto, nell’amministrazione americana ci si è resi conto che l’intera faccenda era stata gravemente sottovalutata, e non da ora. Inizialmente era stato detto che questo tipo di palloni avevano una scarsissima utilità rispetto ai satelliti e allo spionaggio hacker: infatti gli Stati Uniti li avevano abbandonati fin dalla fine degli anni Cinquanta, preferendo satelliti e aerei spia, cosicché il loro uso da parte della Cina poteva essere interpretato come un segno di arretratezza o un residuo del passato. Col passare dei giorni, però, si è diffusa una nuova consapevolezza: i palloni spia hanno indubbiamente vari svantaggi – possono rimanere in cielo per pochi giorni, al massimo un paio di settimane e sono facilmente visibili; ma hanno anche vantaggi che i satelliti non hanno. Muovendosi lentamente e così vicini al suolo (da cento a mille volte più vicini) possono fornire immagini fotografiche ad alta risoluzione di un obiettivo, come una base militare o un altro impianto di rilevanza strategica. Inoltre, la loro visibilità può essere considerata non un difetto ma un pregio: è come se il governo cinese volesse farsi vedere dagli americani e dicesse loro “io sono qui, sopra di voi e vi osservo”, provocando così insicurezza e ansia.

Gli esperti di intelligence americani sono stati presi alla sprovvista per un altro e più grave motivo. Non è stato difficile, con il senno di poi, consultare archivi e riviste accademiche di pochi anni fa, peraltro di dominio pubblico, in cui vari scienziati cinesi illustrano la teoria del controllo dello “spazio vicino” come prossimo campo di battaglia della guerra futura; e risalire poi alla creazione di una unità speciale all’interno dell’Esercito popolare di liberazione incaricato di costruire e gestire questo nuovo strumento di spionaggio. È probabile, com’è stato detto, che Xi Jinping fosse informato, anzi che avesse autorizzato il programma; ma è possibile che non fosse al corrente del lancio di questo specifico pallone, poiché la visita di Blinken era fortemente voluta soprattutto dal governo cinese, dopo anni di crescenti tensioni con gli Stati Uniti; sicuramente la parte cinese non avrebbe voluto metterla a repentaglio per un singolo pallone spia.
Rimane il sospetto che, per quanto oggettivamente preoccupante, l’intera faccenda sia stata prima sottovalutata e poi ingigantita ad arte da parte americana, nel contesto delle tensioni esistenti tra i due Paesi: tensioni che hanno a che fare con la guerra in Ucraina, in cui la Cina, per quanto tiepidamente, sostiene la Russia, e comunque si rifiuta di applicare le sanzioni occidentali; che riguardano Taiwan, l’isola che formalmente, in base al diritto internazionale, fa parte della Cina, ma che gli Stati Uniti vorrebbero autonoma da Pechino; che riguardano l’insieme della proiezione della forza in cui gli Stati Uniti cercano di mantenere, anzi di incrementare, la loro presenza nella regione con accordi militari con l’Australia, il Giappone, la Corea del Sud e – notizia di questi giorni – le Filippine, mentre la Cina vuole esattamente il contrario, cioè aumentare la propria sfera di influenza nel suo “vicino estero”.

Tutte ragioni di tensione – e di possibile conflitto – che richiederebbero non di annullare bensì di intensificare le visite di alto livello tra i due Stati. Anche in Asia, come in Europa, il timore è che, di rivalsa in rivalsa, di provocazione in provocazione, la situazione possa sfuggire di mano con esiti disastrosi.

17 Febbraio 2023 da https://www.terzogiornale.it/

 

 

 

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Fine dell’Europa, Stati Uniti e Zelensky. Seconda parte

DAL MONDO

da: Noam Chomsky: "CAPIRE IL POTERE", il Saggiatore, Milano, 2008.

di Michele Santulli
zelensky 390 min“Nessuno…uscirà vincitore da questa guerra. La guerra non è un giuoco, la guerra è una cosa mostruosa, che costa milioni di vite umane e a cui non è facile mettere fine” (Lenin)

Le citazioni tratte dal libro "CAPIRE IL POTERE" con le pagine dove sono rintracciabili

447) “….il 40% dei bambini di New York sotto la soglia di povertà….”
448) “Secondo le statistiche più aggiornate si valuta che negli Stati Uniti trenta milioni di persone soffrano la fame”, ”quasi cinque milioni di americani anziani, circa il 16% della popolazione di età superiore ai 60 anni, sono destinati a soffrire la fame, sono già malnutriti”.
76) a Harlem “la nonna che deve stare sveglia tutta la notte e impedire che i ratti mangino i nipotini”.
82) “la droga regalata ai bambini di dieci anni.”
148) “noi abbiamo più persone senza casa e meno salute.”
19) il presidente “Reagan si impegnò…. ad eliminare da noi i sistemi previdenziali ed assistenziali.”
78) “….la sensazione di camminare per strada e…..correre il rischio che qualcuno possa ammazzarti.”
78) “….lo spettacolo della ricchezza sfacciata accanto alla più squallida povertà…” [oggi la disperazione, senza speranza].
79) “Alla televisione le immagini di una vita impossibile….offerta deviante.”
468) “Nel mondo industrializzato gli Stati Uniti hanno il più alto carico di lavoro e sono anche l’unico paese in cui non esistono vacanze pagate per legge.”
115) “Il Pentagono progettato non per offrire alla gente una vita migliore ma per garantire ‘un’economia in salute’ cioè per assicurare profitti alle imprese.”
464) “intorno al 1970, il 90% del capitale coinvolto nelle transazioni economiche internazionali veniva utilizzato per scopi commerciali o produttivi e soltanto il 10% a scopi speculativi. Nel 1990 il contrario! Addirittura nel 1995 il 95% per spese speculative!”
6) “Perché l’11 settembre 2001? Perché tanto odio verso gli USA?”
25) “Le azioni terroristiche americane condotte in gran segreto, assoldano paesi satelliti per tema delle contestazioni pubbliche.”
22) “Paesi mercenari al servizio USA: Israele, Corea del Sud, Taiwan, Sud Africa e poi Arabia Saudita e Panama.”
25) “Salvador Allende deposto da un colpo di stato organizzato dalla CIA nel 1973.”
66) ” ‘Terrorismo’ indica sempre quello che fanno gli altri”.
66) “ ‘difesa’ non ho mai sentito uno stato ammettere che sta compiendo un atto di aggressione….magari ‘difesa preventiva’ o del genere.”
67) “…i sovietici sono piuttosto conservatori non tengono forze di pronto intervento in tutto il mondo come facciamo noi.”
69)….[documenti ufficiali] “…senza spese militari si andrà incontro a un declino della economia degli S.U. e del mondo intero….perciò forte aumento delle spese militari e dissoluzione della Unione Sovietica.”
75) “ ‘moderato’ se si obbedisce agli Stati Uniti [e agli stati amici] altrimenti ‘radicale’ : il Marocco di Hassan II il maggior torturatore e violento, l’Arabia Saudita pari e uguale, perfino l’Iraq di Saddam, sono ‘moderati’, idem Suharto dell’Indonesia, uno dei maggiori assassini dai tempi di Hitler….”
81) “Manca il lavoro manuale che avrebbe potuto assorbire le grandi migrazioni dei neri provenienti dalla meccanizzazione dell’agricoltura del sud e quella degli gli ispanici provenienti dall’America Centrale: ora ammassati in quei campi di concentramento che sono le grandi città del Nord, da dove la maggior parte non uscirà più perché non ci sono più occasioni. Il PIL cresce ma non per la popolazione povera.”
84) “Manca un partito politico legato al lavoro, unico in occidente, quindi la gente spoliticizzata…. La colpa? Neri, ebrei, omosessuali, comunisti.”
86) “Bush si appoggiò alle minoranze etniche….polacchi, ucraini e altri popoli del genere….nazisti ucraini antisemiti fino all’isterismo, romeni, ecc.”
92) “Agli Stati Uniti è consentito perpetrare crimini di guerra, è consentito aggredire altri paesi, è consentito ignorare il diritto internazionale.”
109) “…si deve tenere la popolazione ubbidiente, tranquilla e passiva….quando c’è un grande nemico, la gente è disposta a rinunciare ai propri diritti pur di sopravvivere.”
115) “L’opinione pubblica non deve saper nulla. Non dobbiamo usare la parola ‘sovvenzioni’, la parola da usare è ‘sicurezza’ ”.
193) “Il nostro sistema economico ‘funziona’ ma… nell’interesse dei padroni e non…nell’interesse della popolazione.”
198) “Più un paese tortura i cittadini, più smaccate sono le sue violazioni dei diritti umani, più aiuti riceve dagli Stati Uniti.”
233) “L’Europa è stata colonizzata culturalmente dagli Stati Uniti a un livello inverosimile, una brutta copia degli Stati Uniti, anche se è ancora più tragico perché hanno una sensazione di grande indipendenza”.

 

 

 

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Fine dell’Europa, Stati Uniti e Zelensky Prima parte

 

USA: 0,05% dei abitanti del pianeta, da soli il 40% delle spese militari globali 

di Michele Santulli
UE assente geopop.it 390 minIn prosieguo a quanto nell’intervento del 20 ottobre 2022 scorso, riportiamo altre osservazioni del Prof. Noam Chomsky sul proprio Paese, gli Stati Uniti. Ricordiamo che Noam Chomsky è stato professore ordinario, oggi emerito, di Linguistica al MIT, la università di Boston forse più di prestigio degli USA: un intero volume potrebbe contenere l’elenco dei libri e degli articoli scritti, delle conferenze e trasmissioni tenute nel corso della lunga vita, come pure delle numerose lauree ad honorem, dei premi letterari e dei riconoscimenti ufficiali: è la voce critica enormemente più seguita in America, una delle primarie personalità della cultura americana.
Le note sono citazioni dal testo: CAPIRE IL POTERE, il Saggiatore, Milano, 2008.

La micidiale guerra tra Russia e Ucraina che stiamo vivendo anche di persona noi Europei a seguito di certe conseguenze, documenta per l’ennesima volta, adesso pericolosamente, la volontà e il disegno primari degli Stati Uniti e della succursale NATO, di impadronirsi del pianeta: l’arroganza della forza militare e l’assenza dei controlli internazionali ONU, soprattutto la ignoranza delle popolazioni grazie ai media che o per mercimonio o per viltà o per altro tengono l’umanità all’oscuro delle, tra l’altro, fortificazioni e installazioni militari che gli Stati Uniti hanno realizzato dovunque nel globo a questa finalità di conquista e di dominazione, sono prove di una apocalisse incombente: “…gli Stati Uniti, che si è arrogato e arroga oggi con la forza il diritto all’illegalità e all’impunità” (C.Rovelli). Qui appresso, per difetto, una serie di nazioni che ne hanno subito la violenza, l’aggressione, la distruzione o perché regimi democratici o perché regimi avversi ai loro ordini e comandi: Timor Est, Vietnam del Sud, Cambogia, Corea del Sud, Guatemala, Haiti, Honduras, Costarica, Nicaragua, Salvador, Panama, Bosnia/Belgrado, Libia, Iraq, Cile, Afghanistan, Argentina, ecc. ….. ”Ci opponiamo? No! Noi sosteniamo sempre il terrore, anzi lo insediamo al potere”(p.197). A tale elenco manca la regione oggi, solo apparentemente, più significativa: l’Europa, adattatasi a manifesto zimbello di Biden, a stuoia davanti alla porta! “Le mosse e i gesti di Ursula von der Leyen sono un coacervo di miopia e sconsideratezza, arroganza e mediocrità” (Donatella Di Cesare).

Tutti gli stati europei sono, chi più chi meno, letteralmente già militarmente occupati, da anni, dall’immediato dopoguerra, a seguito delle basi militari presenti in quantità in quasi ogni nazione a seconda della capacità di resistenza e di autodifesa: per esempio, si scrive, l’Italia ha circa cento basi militari pronte a tutto e perfino una ventina segrete di cui nemmeno il Governo conosce la locazione!! essendo la più manifesta serva e succube, già dalla Resistenza, già dalle prime elezioni del 1948, da sempre, agli Stati Uniti protettori della DC. Basi militari, non di difesa!! ma di offesa! Gli americani istituirono il tribunale di guerra a Norimberga per processare i Tedeschi, ma per loro stessi, altrettanto aggressori e violenti, non se ne parla! Non per Biden, Bush jr. o per Blair o per Erdogan e non pochi altri.

Noam Chomsky lo ricorda chiaramente, già da anni: (p.233) “L’Europa è stata colonizzata culturalmente dagli Stati Uniti a un livello inverosimile, una brutta copia degli Stati Uniti, anche se è ancora più tragico perché hanno una sensazione di grande indipendenza”. L’attuale Unione Europea ne è una pessima fotografia. Cioè gli Stati Uniti sono ottanta anni che stanno militarmente operando per la conquista del globo: le loro enormi risorse finanziarie sono totalmente destinate agli armamenti e alle sovvenzioni a certi reparti industriali particolari: “Gli Stati Uniti, con meno dello 0,05 per cento dei abitanti del pianeta, coprono da soli il 40 per cento delle spese militari dell’intiero pianeta” (C.Rovelli), e nel contempo la politica sociale è a livello documentalmente di quarto mondo: fame, miseria grande, povertà, morti precoci di bambini e di vecchi, assenza di sanità pubblica, per decine e decine di milioni!! Il loro nemico mortale era ed è la Russia perché identificata col Comunismo, ecco dunque la ragione palese e manifesta della guerra in corso, da loro voluta, da loro organizzata e preparata, dai servi europei affiancati.

L’Europa, il secondo ostacolo sulla loro strada, è stato ormai neutralizzato e metabolizzato, da anni, senza possibilità di appello! La presente vergognosa soggezione nonché sudditanza è terribile riprova. Salvo poche voci che, è vero, aumentano quotidianamente, la gran parte dei media e intellettuali europei sono muti o ciechi o venduti. Grandemente complici -l’evidenza è fin troppo evidente!- del disegno americano non solo i membri della Commissione Europea ma imperdonabilmente anche le centinaia di parlamentari che hanno avuto il coraggio di dichiarare solennemente terrorista chi non lo è e risparmiare, al contrario, chi lo è storicamente e documentalmente! Si continua a fare il gioco terribile americano, fatto di menzogne e di spergiuri, e dunque a promuovere la schiavitù e sudditanza dell’Europa. Solo che il calcolo americano da questi ultimi anni, è grossolanamente andato errato: ora deve fare i calcoli con la Cina e con l’India, oltre che con la Russia ancora in grado di difendersi e perfino pericolosamente, a dispetto di tutti i nemici e servi.

Con riferimento al livore e avversione manifesti dell’Europa nei confronti della Russia che trapela evidente dalle iniziative in gran parte bizzarre se non ridicole quando non volutamente avverse e deleterie, e allo stesso tempo all’esplicito e dichiarato afflato lirico nei confronti della Ucraina prima di ora nota solo per le sue badanti e per il suo nazionalismo e razzismo antisemita, è da ritenere che tale improvviso odio verso la Russia sia in sostanza dettato, se non da invidia e gelosia o altri sentimenti, dal ruolo significativo e profondo della sua cultura nella cultura europea nonché della sua possente economia, più che alla servile sottomissione alle concezioni sballate ma criminali degli Stati Uniti e NATO.

 

 

 

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Gli Stati Uniti visti da Noam Chomsky

DAL MONDO

Noam Chomsky: la voce critica enormemente più seguita in America

di Michele Santulli
Noam Chomsky 390 minQui appresso una serie di osservazioni e commenti che il prof. Noam Chomsky nel corso della sua lunga esistenza ha maturato a proposito della sua patria, gli Stati Uniti, e che sono in gran parte riportati nel suo libro ‘CAPIRE IL POTERE’ il Saggiatore, Milano, 2008 e in alcuni recenti interventi. Noam Chomsky è stato professore ordinario, oggi emerito, di Linguistica al MIT, la università di Boston forse più di prestigio degli USA; insignito di numerose lauree ad honorem, di premi letterari e riconoscimenti; numerose le pubblicazioni. E’ la voce critica enormemente più seguita in America. Una delle primarie personalità della cultura americana.

La presente nota è una risposta alla guerra in Ucraina, voluta da Biden, NATO e ‘salvatori’ europei.

456 “Per il governo USA i poveri nelle città sono una popolazione inutile, non creano profitto e quindi bisogna liberarsene. Il sistema della giustizia penale è uno dei modi migliori per farlo”. [In effetti la giustizia è particolarmente severa, così pare, con i derelitti della società. E i poliziotti, in cose di traffico, lo sono particolarmente -ammazzano!- quando la pelle è nera, come le cronache riferiscono].

452 “La politica sociale americana è contro i poveri e a favore dei ricchi.”

103 “Se un paese comincia ad occuparsi troppo delle necessità della propria popolazione, non dedicherà più la dovuta attenzione alle imprescindibili esigenze degli investitori statunitensi.” E perciò noi interveniamo in tutti i modi immaginabili alla salvaguardia degli interessi americani.

109 “Se in un paese la politica comincia ad emanciparsi e la popolazione prende a partecipare attivamente, possono succedere cose orribili di tutti i tipi, perciò si deve tenere la popolazione tranquilla ubbidiente e passiva.” Con ogni mezzo disponibile.

110 “Le spese per scopi civili presentano effetti collaterali negativi, la gente va tenuta distante, ma se invece dici che produci materiale bellico per la difesa e la sicurezza, allora va bene, se ne sta tranquilla.”

193 “Il nostro sistema economico funziona…nell’interesse dei padroni….uno che funzioni nell’interesse della popolazione solo quando sarà la popolazione stessa il ‘primo artefice della politica’.”

115 “Il governo deve preferire le spese militari o quelle sociali?....si tratta solo di semplici ragioni di potere…..le spese militari… non promuovono la democrazia.... né incoraggiano la gente a inserirsi nei processi decisionali: sono un regalo alle aziende punto e basta. La scelta e le provvidenze statali ai poteri forti non sono ‘sovvenzioni’ ma ‘contributi’ per la ‘sicurezza’, così la gente capisce e accetta.”

96 “il grande scandalo del sistema americano è che il livello economico generale è così basso.”

96 “in termini di mortalità infantile… gli Stati.Uniti… figurano al 20° posto fra le 20 maggiori potenze industriali. Riguardo al livello sanitario siamo a livello all’incirca di Cuba, che è un paese povero del terzo mondo.” [La situazione sociale americana, malgrado quanto si crede, è a un livello così basso che il 20° posto è un successo, in realtà molto più in fondo! Al primo posto solo per le armi! In merito si rammenti che negli Stati Uniti le armi sono diffuse e alla portata di tutti come le caramelle e le sigarette! Perciò tanti ripetuti ammazzamenti: è il Far West che continua.]

82 “…una improvvisa invasione di droghe che hanno assolutamente devastato la comunità dei quartieri miserabili….individui che ciondolavano agli angoli delle strade regalando droga ai ragazzini di dieci anni.”

82 “Significative le differenze di pena dei giudici per il consumo di crack (i miserabili) e il consumo di eroina (i ricchi). Perché la marijuana è illegale e il tabacco legale? Mai segnalato un decesso tra i 60 milioni che consumano marijuana, centinaia di migliaia di morti tra quelli che consumano tabacco! Ai politici degli Stati Uniti non interessa la sicurezza della popolazione, interessano però i privilegiati, i ricchi, le aziende, i fabbricanti di armi.” E di tabacco.
“Ultimamente Biden ha proposto un enorme aumento del budget militare. Il Congresso lo ha aumentato ben oltre le sue aspettative! e questo rappresenta un attacco palese alla società. Noi contribuenti vediamo che le nostre tasse vanno nelle tasche dei produttori di combustibili fossili e in quelle dei produttori di armi che stanno contribuendo velocemente alla distruzione dell’ambiente e del mondo intero.” [Cioè più soldi pubblici per gli armamenti e per le sovvenzioni e sussidi alle aziende, più miseria per la popolazione.]

100 “…il nostro Congresso odia la democrazia: il capitale decide e comanda…..vogliono che il sistema sia in mano alle elites economiche e la chiamano ‘democrazia’.”

456 “Le banche americane riciclano enormi quantità di danaro sporco….quanti banchieri in galera? Nessuno. Ma se un ragazzo negro viene preso con uno spinello finisce dentro.”

97 “Per il momento gli Stati Uniti hanno ancora un potere schiacciante negli affari mondiali ed è per questo che possiamo andare impuniti per tante cose di cui ci rendiamo colpevoli.”

98 “Il compito del capitalista è accrescere il profitto e la quota di mercato, non proteggere l’ambiente o …i propri dipendenti…Questi scopi sono conflittuali!”

102 “Il principale impegno internazionale degli Stati Uniti nel terzo mondo deve essere quello di impedire la nascita …di regimi… sensibili alle pressioni delle masse che vogliono miglioramenti delle loro condizioni di vita. Cancellare sul nascere il pericolo del domino, cioè che gli altri stati possano imitare!’”

109 [la politica permanente degli Stati Uniti è stata quella di contrastare la Russia e di considerarla il nemico numero uno. Quando per esempio volevano invadere il Vietnam del Sud, prevedendo che la popolazione si sarebbe opposta, tirarono in ballo la difesa nazionale contro i russi minacciosi e quindi fu possibile].

111 “Il libero mercato è un totale disastro…. Tutti i paesi del mondo con una economia fiorente sono in qualche modo vicini al fascismo, presentano cioè un massiccio intervento statale nell’economia per coordinarla e proteggerla dalle forze ostili quali la concorrenza…”

320 “Gli Stati Uniti sono stati snella storia il paese più protezionistico, abbiamo tradizionalmente le più alte tariffe protezionistiche del mondo.”

256 “Gli unici settori dell’economia USA competitivi sul mercato internazionale sono quelli pianificati, quelli sovvenzionati dallo Stato, come l’agricoltura intensiva (che ha un mercato garantito dallo Stato), l’alta tecnologia (che dipende dal Pentagono, IBM, Internet) o l’industria farmaceutica (che è grandemente finanziata dai fondi pubblici per la ricerca).”

69 “Le spese militari sono il nostro modo di attuare una politica industriale….senza spese militari si andrà verso il declino dell’economia degli USA e del mondo intero,per cui aumenti continui delle spese militari.”

194 “….una cultura con tendenze intrinsecamente totalitarie come la nostra.”

233 “L’Europa è stata colonizzata culturalmente dagli Stati Uniti a un livello inverosimile…Gli intellettuali dell’Europa Occidentale amano considerarsi persone molto sofisticate che si fanno grasse risate su questi sciocchi americani ma hanno subìto dagli stati Uniti un totale lavaggio del cervello”.

197, “… Timor Est, Guatemala, Haiti, Honduras, Costarica, Salvador, Vietnam del Sud, Panama, Belgrado, Libia, Irak, Cile, Afghanistan ecc. ci opponiamo? No! Noi sosteniamo sempre il terrore, anzi lo insediamo al potere.”

 

Nota bene: i numeri che precedono le citazioni, in corsivo, si riferiscono alle pagine di ‘CAPIRE IL POTERE’ da cui sono state riprese. Il rimante testo, quello iniziale e l'altro fra parentesi quadre e dell'autore Michele Santulli

 

 

 

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Stati Uniti. Una legge elettorale da cambiare

Dal Mondo. Gli USA

Se il voto è a suffragio universale tutti i cittadini siano nelle liste elettorali

di Aldo Pirone
JoeBiden e KamalaHarris 390 minIeri, finalmente, si è insediato il nuovo Presidente degli Stati Uniti Jo Biden. I giorni trascorsi dalla sua elezione non sono stati facili per la democrazia americana. L’azione eversiva promossa da Trump il 6 gennaio è stata condannata da quasi tutte le parti in patria e all’estero. Che potesse succedere un assalto al Campidoglio di Washington da parte degli ultra sostenitori del Presidente in carica, alcuni armati di tutto punto, era più che prevedibile. Lui, Trump, li ha chiamati nella capitale per “dare – ha detto - l’orgoglio necessario ai repubblicani più deboli per riprendersi il paese” e lui, nel suo folle comizio, li ha incitati ad andare alla sede del Congresso - “stiamo per incamminarci su Pennsylvania Avenue” ha sollecitato - per costringere i repubblicani renitenti, senatori e deputati, e lo stesso vicepresidente Pence a fare quello che lui voleva: rimettere in discussione il chiaro risultato del voto. Si deve alla scaltrezza dei commessi e delle commesse del Senato che le hanno prontamente messe in salvo se le schede del collegio elettorale giunte dagli Stati non sono state distrutte dagli invasori trumpiani e il Congresso ha potuto procedere, poi, alla certificazione della vittoria di Biden. Non a caso la Camera dei rappresentanti ha votato lo scorso 13 gennaio l’impeachment per Trump con l’assenso anche di 10 repubblicani.

L’attacco sbracato nelle fogge e nei comportamenti degli aficionados trumpiani, ma golpista e per nulla folkloristico essendo costato cinque morti, ha confermato urbi et orbi che Trump è un gran mascalzone fascistoide pronto a tutto pur di non riconoscere un risultato elettorale chiaro e lampante a suo sfavore. Biden, infatti, a novembre ha ottenuto 81.268.586 voti (51,4%) e Trump 74.215.875 (46,9). La percentuale per Biden è salita al 56,9% e quella di Trump scesa al 43,1% se si considerano i voti elettorali degli Stati: 306 contro 232. Biden ha ottenuto circa 7 milioni di voti popolari in più dell’incendiario Tycoon platinato.

Sulle ragioni e sui limiti della vittoria democratica si sono lette in questi mesi molte analisi; alcune oggettive, altre meno, soprattutto in Italia, perché volte a riproporre la tiritera del “si vince al centro” come ricetta, contro ogni evidenza, anche per la nostra malmessa sinistra. La questione su cui meno si sta discutendo, è che la vicenda elettorale statunitense ha messo in evidenza i limiti e le contraddizioni anacronistiche di una legge elettorale poco democratica che va cambiata se si vuole che la democrazia americana possa dispiegarsi pienamente e inclusivamente. La storia per conquistare il diritto di voto in America è lunga e si confonde con le fasi di avanzata e regressione della democrazia americana a iniziare dalla sua fondazione. E’ una storia drammatica che è costata lacrime e sangue alle minoranze escluse, innanzitutto a quella afroamericana.

Vediamone i punti principali da modificare.
Primo. La legge dovrebbe essere federale senza interferenze da parte degli Stati a dominanza repubblicana, soprattutto nel Sud, che adottano i più svariati pretesti e le più incredibili disposizioni per negare il voto ai poveri, ai neri e alle altre minoranze etniche e sociali: dai documenti di riconoscimento ai cavilli sul domicilio, dalle prove di alfabetizzazione al ridisegno delle circoscrizioni elettorali da parte delle amministrazioni repubblicane a favore del loro partito e alla riduzione dei seggi delle votazioni. In Texas ci volevano ben sette documenti per votare e il governatore repubblicano Greg Abbot aveva ridotto nella Contea di Harris i seggi da 14 a 1 per il voto anticipato di quattro milioni di elettori. Poi ha dovuto fare marcia indietro. A purgare le liste elettorali dagli elettori indesiderati provvedono in molti Stati, specialmente repubblicani, apposite commissioni che cancellano con i più vari pretesti centinaia di migliaia di elettori in maggioranza democratici. In Georgia, per esempio, alle elezioni federali del 2018, l'allora Segretario di Stato repubblicano Brian Kemp – diventato governatore proprio in quelle elezioni – aveva estromesso dai registri 500 mila cittadini per non essersi recate alle urne nelle due precedenti elezioni secondo il motto “Use it, or lose it”, usalo o perdilo. A cambiare le cose è stata la mobilitazione delle minoranze per l’iscrizione nelle liste elettorali promossa dalla nera Stacey Abrams, sconfitta da Kemp nel 2018. Grazie a lei non solo Biden ha conquistato la Georgia ma anche il Senato con l’elezione di due senatori democratici in rappresentanza di quello Stato portando a 50 i seggi dei democratici.

Secondo. Il diritto di voto non dovrebbe essere più legato alla volontaria iscrizione alle liste elettorali ma esercitabile al compimento dei 18 anni di età da parte di ogni cittadino americano, salvo le poche eccezioni legate a detenzioni per gravissimi reati. Il diritto al voto va pienamente inteso in democrazia come un diritto umano naturale riconosciuto in quanto tale. L’esclusione dal voto della minoranza nera è stata la principale concessione che, dopo la vittoria nella guerra civile, l’Unione fece agli stati sudisti ex confederati consentendo loro di praticare una sistematica discriminazione e segregazione razziale anche dopo la sconfitta del nazifascismo di cui gli Usa furono protagonisti. Molti neri americani combatterono in Europa per quella libertà che, per molti aspetti proprio a cominciare dal diritto di voto, veniva loro sostanzialmente negata in patria.

Terzo. Si può mantenere il sistema dei grandi elettori di ogni singolo Stato ma dovrebbe essere proporzionale ai voti ottenuti dai partiti in lizza e non più maggioritario con l’assegnazione di tutti i Grandi Elettori al candidato arrivato primo in quel determinato Stato. Inoltre andrebbe periodicamente rivisto a livello federale il numero di Grandi Elettori in rapporto alla popolazione per equilibrarlo più congruamente pur garantendo un peso agli Stati meno popolosi e più rurali. Oggi il rapporto è molto squilibrato. Il Wyoming con meno di seicentomila abitanti ha 3 voti elettorali rispetto alla California che ne ha 55 con 37 milioni di abitanti. In sostanza si tratta di far concordare il voto popolare con quello dei grandi elettori cui non va consentito di cambiare il mandato ricevuto. E’ il popolo degli Stati Uniti a eleggere il Presidente non gli Stati federati.

Infine, da ultimo ma non per ultimo, la data dell’insediamento. Il Presidente eletto fino al primo insediamento di Roosevelt nel 1933 prendeva possesso dei suoi poteri il 4 marzo. Addirittura cinque mesi dopo la sua elezione. Poi, con il 20esimo emendamento votato nello stesso anno, la data fu portata al 20 gennaio a partire dal 1937. Cioè, circa due mesi e mezzo dopo le elezioni. Un tempo eccessivo in cui finora non era successo niente, ma che l’attacco eversivo di Trump ha sfruttato ampiamente mostrandone il pericoloso anacronismo. Sono tempi che vanno accorciati. Un mese può bastare perché il Presidente degli Stati Uniti eletto da tutto il popolo americano possa iniziare a governare.

 

malacoda 75

Aldo Pirone, redattore di malacoda.it

 

 

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