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Il Governo italiano e Zelensky

CRONACHE&COMMENTI

L'Italia andrebbe tenuta anni luce lontana e protetta da tutti i contesti di guerra 

di Michele Santulli
1677006754955 GettyImages RaiNews 390 minIn occasione della recente visita del Presidente Meloni a Zelensky presidente della Ucraina, è stata ribadita a parole forti la volontà solenne dell’Italia al sostegno e alla collaborazione in tutti i modi, non ultimo con armamenti e naturalmente soldi, spese di addestramento di soldati, ecc.

Il Presidente Meloni per sue motivazioni o per sua configurazione culturale, non tiene conto o ignora, nella sostanza -e non è la sola, come ben si sa- che l’Italia andrebbe tenuta anni luce lontana e protetta da tutti i contesti, anche più infinitesimali, che hanno per oggetto la violenza o addirittura una guerra: l’Italia è il solo paese al mondo che ha avuto la incommensurabile fortuna di vedersi ereditiera di un patrimonio artistico e naturalistico senza eguali nel pianeta, quindi come tale da salvaguardare al massimo e proteggere, possibilmente valorizzare e gestire, al meglio. E invece?

Sistematicamente ci atteggiamo a grandi personalità, con grande portafoglio, a grandi uomini, adesso donne! Quanto atterrisce è la costatazione che si è dimenticato lo sfacelo e il cataclisma provocati dagli alleati nel corso della ultima guerra. Stati Uniti per primi e poi Neozelandesi, Nordafricani, ecc. che cosa possono mai capire e apprezzare di siffatto eccezionale unico, ancora incolume, patrimonio artistico italiano? Quando mai lo hanno vissuto, non dico visto o ammirato?

In conseguenza delle velleità di uno scellerato malato di mente nel corso della seconda guerra mondiale, lo abbiamo sperimentato tragicamente con i bombardamenti soprattutto americani sull’Italia intera, col risultato di una parte preziosa del patrimonio ridotto in polvere: l’Abbazia di Montecassino, il Monastero di Santa Chiara a Napoli e altro ancora, le Ville Vesuviane del Miglio d’Oro, addirittura gli scavi di Pompei, addirittura San Lorenzo a un tiro di schioppo da San Pietro, il Monumento alla Fortuna Primigenia a Palestrina, e poi Tivoli, Firenze, Bologna…, molta parte dell’Italia offesa e annientata! Quale smisurata e immensa perdita, non solo per l’Italia: e lo dimentichiamo! cosa possono mai intendere di Ercolano o di Palazzo Pitti o del Canal Grande, questi paesi bombaroli, anche oggi?

Noi Italiani dovremmo starcene zitti e tranquilli e non muoverci, non solo perché pezzenti fino ai capelli, salvo i non pochi privilegiati! ma perché siamo i soli a aver veramente da perdere: stare lontano dai guerrafondai, mantenerci neutrali a tutti i costi, come la Svizzera rispettata da tutti. E invece facciamo la guerra! Questa Europa, la più colpevole e serva di Biden e NATO, ha perfino emarginato le parole del Papa che ha definito i governanti occidentali pazzi, sfrenati e fuori della realtà, pazzi come nel passato quando, fatalità, hanno assecondato perfino coccolato Hitler, senza nulla capire o voler capire, solo soddisfare e scodinzolare!

Oggi lo stesso di fronte a uno Zelensky, da tutti oscenamente vezzeggiato pur essendo in sostanza -pur con tutte le attenuanti che si vuole- causa primaria della distruzione del proprio paese e dei lutti a migliaia e migliaia, di cui dovrà render conto alla Storia e che per meglio favorire ammazzamenti e annientamenti, viene messo in condizione di scegliersi perfino il tipo di armi: come se si andasse ad una festa da ballo, queste sì, questo no!!! E lo stesso di fronte a un autentico novello Hitler, quello al di là dell’oceano, guerrafondaio e imperialista con mire planetarie, armato fino ai capelli mentre un terzo quasi del suo popolo è senza assistenza e in miseria, soggiogatore e demagogo, delle varie ursule e ursuli europei, ancelle e ancelli ubbidienti: peggiore del modello originario!

Si parla di guerra, ma con quale coraggio, dopo l’apocalisse vissuta nel mondo pochi anni fa? Si conferma che sono sufficienti uno o due malati di mente e tre o quattro pagliacci o incapaci, per distruggere una umanità, impunemente! Si dimentica che Hiroshima e Nagasaki il 6 e 9 agosto 1945 oltre alla totale distruzione, subirono la morte immediata e successiva non meno di trecentomila civili, in un sol colpo, in pochi secondi! E le bombe atomiche di oggi, dicono, sono sessanta volte più potenti! E L’Europa, obbedendo a Biden & Co, promuove e incoraggia la guerra! Dove è la saggezza? La maturità? Il rispetto della decantata vita umana? E i media e la stampa??

Che la Costituzione Italiana a chiare e inequivocabili lettere interdica e rifugga dai conflitti, che i trattati di Roma impieghino le medesime parole, che gli stessi imperativi altrettanto inequivocabili siano scolpiti nella carta delle Nazioni Unite, le centinaia di migliaia di morti e le gigantesche distruzioni cui stiamo assistendo e le spese enormi per armamenti e altro tolti alla società civile e ai bisognosi, senza contare il crescendo cui impavidi stiamo assistendo, tutto questo è zero! Tutti i governanti occidentali, si chiamino pure così questi ‘pazzi sfrenati’ sulla pelle dei popoli che ancora li sopportano senza reagire! che ancora di più parlano e mandano armi per maggiore difesa dell’aggredito contro l’aggressore, morti e distruzioni non contano, non ci riguardano, per adesso. Eppure già alla vigilia della prima guerra mondiale in gran parte dell’Europa si leggeva, niente guerra anzi: Krieg dem Kriege, guerre à la guerre! Il popolo anche allora non voleva andare a morire, per i loro capi guerrafondai ben al sicuro nelle loro tane: e noi mandiamo armi, oggi ancora e non per ottenere e lottare a ogni costo per la pace ma per sbudellarci!

Quale tragico destino: prima i democristiani e la cementificazione e la depravazione civica degli animi, ora i sovranisti nazionalisti tutti patria, famiglia, ordine, protezione dei ricchi…e guerra. Tragedia maggiore è la costatazione che la gran parte degli italiani, e non solo essi, sta a guardare, alla finestra, mentre il Paese e l’Europa si avvicinano sempre di più al baratro che, vilmente, riteniamo si riferisca agli altri e non a noi tutti. Altra tragedia imperdonabile ancora maggiore è l’ONU, nata e mantenuta lautamente dal pianeta intero per impedire i conflitti e le guerre e, senza le armi, salvaguardare la pace e che invece se ne sta ben acquattata sulle comode poltrone americane a spese della comunità internazionale e, magari, a godersi lo spettacolo.

Dal Presidente Meloni ci aspetteremmo invece, oltre a star lontana dai bombaroli che, unica fino ad oggi e grande privilegio, mettesse mano a un tentativo almeno di risanamento e di bonifica all’obbrobrio della cementificazione da quinto mondo di cui l’Italia è stata ricoperta, abbrutita e abbruttita negli anni passati.

 

 

 

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Grillo, Coluche, Zelensky

CRONACHE&COMMENTI

Tre personaggi pubblici e di spettacolo, ma quali differenze! 

di Michele Santulli
grillocoluchezelenski 390 minTre celeberrimi attori-comici, amati e applauditi da tutti: oltre al successo e alla generalizzata stima, che cosa può mai unirli, dare un tratto comune?

Beppe Grillo abbandonata la Tv, o scacciato, nel 1986 dopo meno di 10 anni, iniziò la sua attività sui palcoscenici italiani e sulle piazze e sulla rete a mezzo di un suo blog di enorme successo e su altri numerosi media. Una serie di ruoli, di iniziative, di proposte, di organizzazioni, di interventi che è arduo seguire ed elencare, teatro, cinema, cantanti, tutto all’insegna del successo e dei riconoscimenti. Wikipedia aiuta nel sito dedicato. Sempre coraggioso, sempre riguardoso dei deboli e enormemente critico e spietato coi prevaricatori e imbroglioni, contro i politici ladri e corrotti e incapaci, non escludendo gli impresentabili nel Parlamento e nelle istituzioni: critico avverso le sopraffazioni da parte del capitale e delle società monopolizzatrici dei servizi pubblici, sensibile alle problematiche ambientali in tutte le sue esplicazioni, inceneritori, energie rinnovabili, salvaguardia della natura, abusivismi e cementificazione distruttrice del Paese. Rispettoso visceralmente del ruolo formativo della democrazia che non è una parola ma un modo di vivere e di comportarsi, decide di intervenire direttamente nell’agone politico e fonda il MOVIMENTO CINQUE STELLE! Un sodalizio politico che conta e scrive, riguardoso del benessere dei cittadini, ostile agli abusi e ai privilegi, alle posizioni di comodo e agli affarismi, troppo attento alla giustizia sociale, alla natura, all’ambiente: in questa Italia statica e indifferente, un sodalizio rivoluzionario, perciò malvisto e odiato letteralmente, da giornalisti, politici, privilegiati, raccomandati, ecc.

Michele Gerardo Giuseppe Colucci francesizzato in ‘Coluche’, nato e vissuto a Parigi, figlio di un imbianchino di Casalvieri in Ciociaria. Una gloria, autentica, della Francia, non c’è cittadino francese che non conosca Coluche, che non lo ricordi, che non sappia recitarti una delle sue migliaia di espressioni rimaste proverbiali. In Francia ma anche i francofoni del Madagascar, della Guadeloupe, della Réunion, della Guyana, delle isole della Polinesia, dovunque nel mondo si parli francese. Non c’è città dove non vi sia una strada o un parco o una scuola o un teatro o un biblioteca o una sala cinematografica o una istituzione che non abbia il suo nome. Coluche è stato uomo di teatro, di cinema, di spettacolo, di musica, di letteratura, di televisione, ha lavorato coi più grandi artisti del nostro tempo, un film anche con Beppe Grillo: uomo libero, trasgressivo, mai volgare, sempre realistico e pragmatico, in certi casi spietato, coraggioso fino alla fine, senza retorica, senza infingimenti patetici: ‘non sono un nuovo ricco, ma un vecchio povero’ soleva dire, non dimentico mai della sua origine: sin dai dieci anni di età, i mestieri più disparati (lui ne elencava quattordici, con orgoglio) approdò, trovando la sua strada autentica, nei cabarets, nei cafés chantants, nei teatri, alla radio, alla televisione, sullo schermo, occupando con il suo umorismo indescrivibile e la sua vena inesauribile, le scene e i microfoni di tutta la Francia per oltre venti anni, fino all’incidente con la motocicletta e la morte a 42 anni. Feroce avverso gli arrembaggisti, gli intrallazzatori, gli approfittatori, i privilegiati, i politici corrotti: gli argomenti prelibati delle sue scorribande artistiche e umoristiche, spietate.
Gli unici per i quali aveva attenzione e riguardi erano gli indifesi e i poveri, i derelitti della società. Il suo ricordo nei francesi è sempre vivissimo, letteralmente, come la Bastiglia e la Rivoluzione, la Marsigliese, la Seminatrice ciociara come lui.
A Parigi gli è dedicata una delle piazze più grandi, nel quartiere XIII-XIV dove era nato e dove è sepolto: ”XIV Arr. Place Coluche 1944-1986, comédien, humoriste, fondateur des ‘Restos du Coeur’ ". Sì, ‘I Ristoranti del cuore’ detto in italiano, che abbiamo l’obbligo di rammentare e di illustrare.
Pur se ormai divenuto ricco e celeberrimo, mai dimentico degli umili e dei poveri, un giorno l’idea che lo ha reso indimenticabile: non sono parole vuote, in realtà le sole corrette: assicurare a tutti i poveri e ai mendicanti di Parigi un piatto caldo almeno nei mesi invernali, ogni giorno, nelle piazze della città. E quindi tanti suoi soldi personali e quelli degli amici e conoscenti dagli stessi sentimenti, per anni a questo scopo. Ed è uno spettacolo inimmaginabile, unico al mondo, se si fa attenzione specie verso il tramonto, a quello che avviene in certe piazze della metropoli francese, da quaranta anni: assembramenti di gente, fari accesi, enormi banconi dove inservienti servono piatti caldi alla umanità derelitta. Un movimento enorme di strutture, di mezzi, di aiutanti e di disperati. Ogni sera, nelle piazze. La iniziativa ha preso piede, si è ampliata nel soccorso, comincia ad avere da anni anche delle strutture al coperto finalizzate pure ad altre forme di aiuto e, soprattutto, e purtroppo, si è estesa a tutta la Francia, a significare che i bisogni sono dovunque e ora anche con riguardo ai bimbi. Un bilancio di soldi colossale, in parte dal Governo e dalla UE, in parte dagli artisti francesi ogni anno, principalmente dalla popolazione, dai privati cittadini, ai quali lo Stato riconosce delle agevolazioni fiscali per i loro contributi ai Ristoranti del Cuore: è la cosiddetta Loi Coluche, Decreto Coluche, che disciplina la norma. Lo scrivente per diversi anni ha avuto occasione di soggiornare a Parigi e quindi assistere, da lontano, a questi indimenticabili eventi e quanto ha colpito e impressionato e anche commosso è la costatazione che tutti gli inservienti, chiamiamoli così, sono comuni cittadini, di tutte le categorie sociali, donne di ogni ceto, noti professionisti, importanti professori universitari, che senza affettazione, con spontaneità e, diciamolo pure, con senso del dovere civico e amore, servono gli ultimi della società.

Poi registriamo Zelensky, anche lui, si dice, uomo di spettacolo e di televisione, molto apprezzato anzi amato dai concittadini e divenuto la loro voce, ma altra è la musica: qui non si parla di amore e di rispetto, solo di odio, di armamenti, addirittura di guerra, di distruzioni immani, di migliaia e migliaia di morti, di sofferenza: la parola ‘pace’ è sconosciuta! E l’Occidente è con lui, prima di tutti il presidente degli Stati Uniti solo artefice, che ha colto l’occasione per colpire, grazie alla Europa serva, la sempre odiata Russia: ora tutto l’Occidente odia la Russia! Grillo e Coluche, sulla propria pelle, sui palcoscenici erano e sono per l’armonia e la solidarietà, contro i violenti e i prevaricatori e i corrotti, per l’ambiente e la natura, per il benessere della gente, per la pace; qui invece si calcano le scene dei parlamenti e dei congressi e dei paesi bombaroli per chiedere soldi e armi che, quasi a gara, vengono elargiti e trasferiti poiché, dicono, la pace si conquista con le armi e la morte e le distruzioni! “Pazzi e folli” nelle parole del Papa, ignorato. Soldi a quintali tolti ai popoli europei che, scrivono le cronache, circolano anche nelle tasche sbagliate! Tre personaggi pubblici e di spettacolo dunque, ma quali differenze!

 

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Zelensky e Arafat!

DAL MONDO

Due storie allo stallo, con tanta miseria per tutti!

di Michele Santulli
zelenski arafat minEcco due temi della più grande attualità e implicazione: la ostilità Russia-Ucraina e Palestina-Israele e allo stesso tempo la figura dei due protagonisti riconosciuti e accettati: Arafat e Zelensky, il primo fisicamente riconoscibile grazie al particolare copricapo, la kefiah, e il secondo alla sua camicia verde e i bicipiti in mostra.

L’ostilità Palestina-Israele dura ormai da circa settanta anni, l’odio tra le due etnie è divenuto un ingrediente delle loro esistenze, per i palestinesi addirittura elemento quasi fisico. Lo stesso fenomeno di indottrinamento in Ucraina, con la differenza che questa nazione è stata per secoli elemento della federazione russa, quindi in realtà un figlio tralignato. Il sapore della sua attuale indipendenza è maturato dopo il fatidico 1991 di Gorbaciov, insufflata dai nazionalismi prima, dalle manovre segrete americane e dall’amato Zelensky dopo, a enorme nocumento, come si vede.

Regista e promotore della catastrofica situazione di odio è Biden, presidente USA, del quale la storia farà il ritratto che merita: ha immediatamente colto l’occasione per dar corpo all’antico odio, approfittando delle iniziative nazionaliste e anche naziste di certi centri di potere ucraini, manovrati dai servizi segreti americani: gli Stati Uniti pur restando dietro le quinte, sono il vero belligerante, assieme alla NATO: obiettivo, dissanguare la Russia, neutralizzare l’Europa, Zelensky è l’occasione! La sola forza in grado di intervenire alla pacificazione, l’Unione Europea, grazie alla sua presidente Ursula serva di Biden, al contrario è presente invece con armamenti e soldi! senza parlare delle altre nazioni europee tra cui, sorridente, l’Italia indebitata fino al collo: soldi a tonnellate tolti ai cittadini europei e armi.

Imperdonabile che tutte le clausole di pacificazione previste nei trattati fondativi della Unione Europea siano stati ignorati, come pure, con riferimento alla Francia, messe sotto i piedi, oltre al fatale 1789, le raccomandazioni di De Gaulle che sempre parlò non solo di un’Europa delle patrie ma che l’Europa iniziava all’Atlantico e terminava agli Urali! Senza ricordare la Costituzione italiana che chiaramente vieta ogni intervento bellico!

Due aspetti debbono impressionare: l’odio esiziale, improvviso e innaturale, dell’Europa contro la Russia e l’odio viscerale, anche personale, di Biden. Imprevedibile quale sarà l’esito del ruolo servo dell’Europa che ha confermato la sua funzione di zimbello, anzi di “copia, di brutta copia” (Chomsky), degli Stati Uniti oltre che cosciente “serva e ancella” (D.di Cesare, A.Orsini).

Non poche analogie si stanno appalesando tra queste due realtà di conflitti, Palestina-Israele e Russia-Ucraina: in effetti tutto si sarebbe risolto immediatamente secondo la regola storica della rana rupta et bos, cioè del meschino folle che vuole cimentarsi col gigante ma siccome si sono inseriti altri combattenti e salvatori nello spirito di: ammazzatevi tra di voi e distruggetevi, ma non toccate noi, allora quella che era una lotta già risolta a priori, è diventata, in Palestina, cronica e tale diverrà quella Ucraina, con danni colossali, anche dei paesi europei salvatori.

Biden e NATO, evitano -così parrebbe- un effettivo ampliamento della lotta a causa di una possibile apocalisse nucleare e mirano perciò ad appezzentire e dissanguare la Russia poco a poco, farla diventare asiatica e allo stesso tempo arricchirsi grazie alle armi e petrolio che forniscono ai salvatori europei! Il gigante cinese, pur dedito ai propri affari, è ben attento e in guardia.

L’alternativa seria alla pace sarebbe potuta essere l’Europa: oggi non più, essendo divenuta lo stuoino degli Stati Uniti. Arafat fino al 2004 anno della morte, oggi Zelensky, sono loro i due veri protagonisti: entrambi dotati di evidenti capacità dialettiche e diplomatiche, sagaci e calcolatori, in grado di ispirare fiducia e solidarietà, efficaci postulanti e esibizionisti, accolti nei più alti consessi politici internazionali, entrambi destinatari di vistosi e continui finanziamenti e di armamenti per le proprie genti, e per tornare ad Arafat la cosa per la Palestina è durata come detto 60-70 anni e continua oggi: dopo la guerra lampo del 1967, solo baruffe e scontri di lieve entità e molti atti di terrorismo; numerosi i tentativi di pace, a tutti i livelli, ma mai pervenuti a risultati definitivi! Amato sin dai primi impegni di lotta a diciotto anni, dai palestinesi e da gran parte del mondo arabo, quale unico loro difensore contro gli odiati israeliani, Arafat, che nel 1994 fu insignito anche del Nobel per la pace assieme ai due presidenti israeliani Peres e Rabin, negli ultimi anni e in certi ambienti informati cominciò ad essere messo in discussione allorché si iniziarono a raccogliere le prove, anche dagli incontri internazionali, che la sua posizione quale responsabile della Organizzazione per la Liberazione della Palestina era in realtà contraria ad ogni tentativo di pacificazione!! Cominciarono a essere motivo di critica i dispendiosi sistemi di sicurezza di cui si circondava; indignò in particolare, verso la fine, il soggiorno della giovane moglie andata a vivere a Parigi per sicurezza dove, dicono le cronache, si comportava a guisa di sovrana orientale e alla quale, stando ai controlli delle autorità francesi, giungevano periodicamente milioni di Euro da banche svizzere. Si cominciò a parlare anche delle enormi cifre di cui si era impossessato per uso personale e depositate in Svizzera e negli USA e in altri paradisi fiscali oltre che in certi investimenti industriali; il sospetto maggiore fu che a partire da un certo momento della sua esistenza, l’obiettivo fosse quello che tutto restasse così, e soprattutto senza pace, pur alla presenza di episodi di terrorismo. Il popolo palestinese, critico, continuava ad accettare Arafat in quanto il solo idoneo a difendere e rappresentare la loro immagine nei contesti internazionali.

Come si sta comportando Zelensky sotto questi aspetti? Anche lui armi e soldi in quantità dal mondo occidentale che gli passano tra le mani, anche lui idolatrato dagli ucraini in sofferenza e miseria, anche lui in difesa della patria e, a suo dire, anche per la salvezza dell’Europa e dell’occidente dall’orso russo, anche lui già ora restio e ostile a ogni proposta di conciliazione, anche lui affabulatore di presidenti e monarchi, anche attorno a lui, notizie di questi giorni, soldi dei salvatori che vanno in quantità in non poche tasche sbagliate...

Ecco due argomenti di alto interesse: e in entrambi la posizione degli Stati Uniti è determinante: bene la guerra, fonte di ricchezza per loro che vendono armi, ecc., ma niente pace, altrimenti fine dell’arricchimento presente e di quello futuro per la ricostruzione. Perciò lo stallo! E invece miseria per tutti!

 

 

 

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No a Zelensky a Sanremo

PETIZIONE RACCOLTA FIRME

27.01.23 - da Redazione Italia di pressenza.com

Festival del disarmo 11 02 2023 390 min 1Professori universitari, giornalisti, economisti, artisti e giuristi lanciano una petizione per contestare la partecipazione del presidente ucraino al Festival di Sanremo e promuovono una manifestazione sabato 11 febbraio dalle 10 alle 20 a Pian di Nave a Sanremo.

Testo della petizione:

«Fin dagli albori della televisione pubblica, il Festival di Sanremo si è accreditato come la più seguita manifestazione popolare italiana. Milioni di persone seguono lo spettacolo trasmesso in mondovisione dalla Rai. Che piaccia o meno, il Festival rappresenta anche sul piano internazionale un aspetto dell’identità culturale del Bel Paese. L’Italia ha lanciato da Sanremo successi planetari che celebrano la vita, la felicità e l’amore.

Abbiamo appreso perciò con incredulità che, in una delle serate clou dell’evento, presumibilmente sabato 11 febbraio, interverrà Vladimir Zelensky, capo di Stato di uno dei due paesi che oggi combattono la sanguinosa guerra del Donbass. Una guerra terribile, fomentata da irresponsabili invii di armi e da interessi economici e geostrategici inconfessabili, che ha portato il mondo sull’orlo di un olocausto nucleare per la prima volta dopo la crisi dei missili di Cuba. Una guerra che ha ragioni complesse, tra cui il fatto che la Nato sia andata ad “abbaiare ai confini della Russia” (utilizzando le parole di Papa Francesco), oltre alle conseguenze della brutale repressione del governo nazionalista di Zelensky contro la popolazione russofona, soprattutto in Donbass. Una guerra che come italiani abbiamo il dovere costituzionale di “ripudiare”, non soltanto di rifiutare, nel rispetto dell’ Art. 11 Costituzione, ma che invece continuiamo a finanziare, favorendone così in modo diretto e indiretto la letale escalation.

L’Italia non solo invia armi (ed aumenta il budget militare in una fase economica difficilissima per la maggioranza degli italiani), ma lascia che la NATO e gli Stati Uniti utilizzino a loro piacimento il suo territorio, in assenza di qualsiasi forma di controllo governativo, parlamentare e popolare. A causa di questa posizione acritica e supina, l’Italia ha rinunciato a svolgere l’importante ruolo di mediazione geopolitica che corrisponde alla sua vocazione storica, abdicando al contempo al proprio interesse nazionale e al proprio ruolo di fondatrice del processo di unificazione europea, come struttura per assicurare la pace fra le nazioni.

Proprio in queste settimane, mentre la propaganda infuria sui giornali controllati dagli interessi del blocco finanziario che si riconosce nella NATO, è in corso da parte americana la sostituzione dei precedenti ordigni nucleari. Questi già da anni collocati sul suolo italiano (in violazione del Trattato sulla non proliferazione nucleare a suo tempo sottoscritto sia dagli USA che dall’Italia) saranno ora sostituiti con dispositivi di ultimissima generazione, dotati di intelligenza artificiale e piena manovrabilità a distanza. Un’operazione pericolosissima anche nell’immediato, di cui il popolo italiano, che più volte si è espresso contro il rischio nucleare anche civile, è tenuto all’oscuro.

Riteniamo dunque tragicamente ridicolo e profondamente irrispettoso di un’ampia fetta dell’opinione pubblica che non si riconosce nelle politiche militari dei governi Draghi e Meloni il fatto che Zelensky sia invitato a Sanremo. Il dramma oggi in corso nel suo Paese non è altro, infatti, che l’epilogo di un conflitto ben più lungo, quale quello del Donbass, che i maggiori Stati della NATO (quegli stessi cui oggi l’Italia è accodata!) hanno contribuito ampiamente a fomentare, limitandosi ad appoggiare militarmente l’Ucraina, nel corso degli anni.

Come intellettuali abbiamo il dovere di comprendere ciò che avviene dietro le quinte, e ci mettiamo perciò a disposizione per parlare al popolo italiano, che a tal fine invitiamo alla mobilitazione sabato 11 febbraio a Sanremo, per partecipare ad una grande assemblea popolare di piazza. L’Italia deve uscire subito dalla guerra interrompendo ogni aiuto diretto o indiretto a una delle parti in conflitto. L’ Italia non può rassegnarsi a restare un deposito di ordigni nucleari micidiali sotto controllo americano, né luogo di laboratori e centri di ricerca bellici. È necessario liberare il nostro territorio da questa presenza.»

Saremo a Sanremo l’11 febbraio per dire al mondo in modo motivato e razionale ma forte e chiaro: Il ripudio della guerra significa ripudio senza se e senza ma. La sovranità può essere limitata solo per assicurare la pace e la giustizia fra le nazioni (Art. 11 Cost.).

UGO Mattei (Generazioni Future/CLN; giurista, professore universitario)

Manlio Dinucci (Comitato NO NATO NO WAR; giornalista)

Germana Leoni (Comitato NO NATO NO WAR/CLN; giornalista)

Alberto Bradanini (ex ambasciatore)

Franco Cardini (storico, professore universitario)

Carlo Freccero (massmediologo)

Joseph Halevi (economista, professore universitario)

Moni Ovadia (regista, drammaturgo)

Paolo Cappellini (storico del diritto, professore universitario)

Franco Guarino (reporter)

Geminello Preterossi (filosofo del diritto, professore universitario)

Roberto Michelangelo Giordi (scrittore, cantautore)

Alessandro Somma (giurista, professore universitario)

Savino Balzano (sindacalista, saggista)

Anna Cavaliere (giurista, professore universitario)

Thomas Fazi (economista, saggista)

Carlo Magnani (giurista, ricercatore)

Pasquale De Sena (giurista, professore universitario)

Alessandra Camaiani (giurista, ricercatrice)

Gabriele Guzzi (economista, presidente de L’Indispensabile)

Giovanni Messina (giurista, ricercatore)

Giulio Di Donato (filosofo del diritto, ricercatore)

Sara Gandini (epidemiologa, biostatistica, professore universitario)

Simone Luciani (editore)

Sirio Zolea (giurista, ricercatore)

Giorgio Bianchi (giornalista, attivista)

Alessandro Di Battista (politico, giornalista)

Giuseppe Mastruzzo (direttore International University College of Turin)

 

Link per firmare la petizione.

 

 

 

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Fine dell’Europa, Stati Uniti e Zelensky. Seconda parte

DAL MONDO

da: Noam Chomsky: "CAPIRE IL POTERE", il Saggiatore, Milano, 2008.

di Michele Santulli
zelensky 390 min“Nessuno…uscirà vincitore da questa guerra. La guerra non è un giuoco, la guerra è una cosa mostruosa, che costa milioni di vite umane e a cui non è facile mettere fine” (Lenin)

Le citazioni tratte dal libro "CAPIRE IL POTERE" con le pagine dove sono rintracciabili

447) “….il 40% dei bambini di New York sotto la soglia di povertà….”
448) “Secondo le statistiche più aggiornate si valuta che negli Stati Uniti trenta milioni di persone soffrano la fame”, ”quasi cinque milioni di americani anziani, circa il 16% della popolazione di età superiore ai 60 anni, sono destinati a soffrire la fame, sono già malnutriti”.
76) a Harlem “la nonna che deve stare sveglia tutta la notte e impedire che i ratti mangino i nipotini”.
82) “la droga regalata ai bambini di dieci anni.”
148) “noi abbiamo più persone senza casa e meno salute.”
19) il presidente “Reagan si impegnò…. ad eliminare da noi i sistemi previdenziali ed assistenziali.”
78) “….la sensazione di camminare per strada e…..correre il rischio che qualcuno possa ammazzarti.”
78) “….lo spettacolo della ricchezza sfacciata accanto alla più squallida povertà…” [oggi la disperazione, senza speranza].
79) “Alla televisione le immagini di una vita impossibile….offerta deviante.”
468) “Nel mondo industrializzato gli Stati Uniti hanno il più alto carico di lavoro e sono anche l’unico paese in cui non esistono vacanze pagate per legge.”
115) “Il Pentagono progettato non per offrire alla gente una vita migliore ma per garantire ‘un’economia in salute’ cioè per assicurare profitti alle imprese.”
464) “intorno al 1970, il 90% del capitale coinvolto nelle transazioni economiche internazionali veniva utilizzato per scopi commerciali o produttivi e soltanto il 10% a scopi speculativi. Nel 1990 il contrario! Addirittura nel 1995 il 95% per spese speculative!”
6) “Perché l’11 settembre 2001? Perché tanto odio verso gli USA?”
25) “Le azioni terroristiche americane condotte in gran segreto, assoldano paesi satelliti per tema delle contestazioni pubbliche.”
22) “Paesi mercenari al servizio USA: Israele, Corea del Sud, Taiwan, Sud Africa e poi Arabia Saudita e Panama.”
25) “Salvador Allende deposto da un colpo di stato organizzato dalla CIA nel 1973.”
66) ” ‘Terrorismo’ indica sempre quello che fanno gli altri”.
66) “ ‘difesa’ non ho mai sentito uno stato ammettere che sta compiendo un atto di aggressione….magari ‘difesa preventiva’ o del genere.”
67) “…i sovietici sono piuttosto conservatori non tengono forze di pronto intervento in tutto il mondo come facciamo noi.”
69)….[documenti ufficiali] “…senza spese militari si andrà incontro a un declino della economia degli S.U. e del mondo intero….perciò forte aumento delle spese militari e dissoluzione della Unione Sovietica.”
75) “ ‘moderato’ se si obbedisce agli Stati Uniti [e agli stati amici] altrimenti ‘radicale’ : il Marocco di Hassan II il maggior torturatore e violento, l’Arabia Saudita pari e uguale, perfino l’Iraq di Saddam, sono ‘moderati’, idem Suharto dell’Indonesia, uno dei maggiori assassini dai tempi di Hitler….”
81) “Manca il lavoro manuale che avrebbe potuto assorbire le grandi migrazioni dei neri provenienti dalla meccanizzazione dell’agricoltura del sud e quella degli gli ispanici provenienti dall’America Centrale: ora ammassati in quei campi di concentramento che sono le grandi città del Nord, da dove la maggior parte non uscirà più perché non ci sono più occasioni. Il PIL cresce ma non per la popolazione povera.”
84) “Manca un partito politico legato al lavoro, unico in occidente, quindi la gente spoliticizzata…. La colpa? Neri, ebrei, omosessuali, comunisti.”
86) “Bush si appoggiò alle minoranze etniche….polacchi, ucraini e altri popoli del genere….nazisti ucraini antisemiti fino all’isterismo, romeni, ecc.”
92) “Agli Stati Uniti è consentito perpetrare crimini di guerra, è consentito aggredire altri paesi, è consentito ignorare il diritto internazionale.”
109) “…si deve tenere la popolazione ubbidiente, tranquilla e passiva….quando c’è un grande nemico, la gente è disposta a rinunciare ai propri diritti pur di sopravvivere.”
115) “L’opinione pubblica non deve saper nulla. Non dobbiamo usare la parola ‘sovvenzioni’, la parola da usare è ‘sicurezza’ ”.
193) “Il nostro sistema economico ‘funziona’ ma… nell’interesse dei padroni e non…nell’interesse della popolazione.”
198) “Più un paese tortura i cittadini, più smaccate sono le sue violazioni dei diritti umani, più aiuti riceve dagli Stati Uniti.”
233) “L’Europa è stata colonizzata culturalmente dagli Stati Uniti a un livello inverosimile, una brutta copia degli Stati Uniti, anche se è ancora più tragico perché hanno una sensazione di grande indipendenza”.

 

 

 

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Fine dell’Europa, Stati Uniti e Zelensky Prima parte

 

USA: 0,05% dei abitanti del pianeta, da soli il 40% delle spese militari globali 

di Michele Santulli
UE assente geopop.it 390 minIn prosieguo a quanto nell’intervento del 20 ottobre 2022 scorso, riportiamo altre osservazioni del Prof. Noam Chomsky sul proprio Paese, gli Stati Uniti. Ricordiamo che Noam Chomsky è stato professore ordinario, oggi emerito, di Linguistica al MIT, la università di Boston forse più di prestigio degli USA: un intero volume potrebbe contenere l’elenco dei libri e degli articoli scritti, delle conferenze e trasmissioni tenute nel corso della lunga vita, come pure delle numerose lauree ad honorem, dei premi letterari e dei riconoscimenti ufficiali: è la voce critica enormemente più seguita in America, una delle primarie personalità della cultura americana.
Le note sono citazioni dal testo: CAPIRE IL POTERE, il Saggiatore, Milano, 2008.

La micidiale guerra tra Russia e Ucraina che stiamo vivendo anche di persona noi Europei a seguito di certe conseguenze, documenta per l’ennesima volta, adesso pericolosamente, la volontà e il disegno primari degli Stati Uniti e della succursale NATO, di impadronirsi del pianeta: l’arroganza della forza militare e l’assenza dei controlli internazionali ONU, soprattutto la ignoranza delle popolazioni grazie ai media che o per mercimonio o per viltà o per altro tengono l’umanità all’oscuro delle, tra l’altro, fortificazioni e installazioni militari che gli Stati Uniti hanno realizzato dovunque nel globo a questa finalità di conquista e di dominazione, sono prove di una apocalisse incombente: “…gli Stati Uniti, che si è arrogato e arroga oggi con la forza il diritto all’illegalità e all’impunità” (C.Rovelli). Qui appresso, per difetto, una serie di nazioni che ne hanno subito la violenza, l’aggressione, la distruzione o perché regimi democratici o perché regimi avversi ai loro ordini e comandi: Timor Est, Vietnam del Sud, Cambogia, Corea del Sud, Guatemala, Haiti, Honduras, Costarica, Nicaragua, Salvador, Panama, Bosnia/Belgrado, Libia, Iraq, Cile, Afghanistan, Argentina, ecc. ….. ”Ci opponiamo? No! Noi sosteniamo sempre il terrore, anzi lo insediamo al potere”(p.197). A tale elenco manca la regione oggi, solo apparentemente, più significativa: l’Europa, adattatasi a manifesto zimbello di Biden, a stuoia davanti alla porta! “Le mosse e i gesti di Ursula von der Leyen sono un coacervo di miopia e sconsideratezza, arroganza e mediocrità” (Donatella Di Cesare).

Tutti gli stati europei sono, chi più chi meno, letteralmente già militarmente occupati, da anni, dall’immediato dopoguerra, a seguito delle basi militari presenti in quantità in quasi ogni nazione a seconda della capacità di resistenza e di autodifesa: per esempio, si scrive, l’Italia ha circa cento basi militari pronte a tutto e perfino una ventina segrete di cui nemmeno il Governo conosce la locazione!! essendo la più manifesta serva e succube, già dalla Resistenza, già dalle prime elezioni del 1948, da sempre, agli Stati Uniti protettori della DC. Basi militari, non di difesa!! ma di offesa! Gli americani istituirono il tribunale di guerra a Norimberga per processare i Tedeschi, ma per loro stessi, altrettanto aggressori e violenti, non se ne parla! Non per Biden, Bush jr. o per Blair o per Erdogan e non pochi altri.

Noam Chomsky lo ricorda chiaramente, già da anni: (p.233) “L’Europa è stata colonizzata culturalmente dagli Stati Uniti a un livello inverosimile, una brutta copia degli Stati Uniti, anche se è ancora più tragico perché hanno una sensazione di grande indipendenza”. L’attuale Unione Europea ne è una pessima fotografia. Cioè gli Stati Uniti sono ottanta anni che stanno militarmente operando per la conquista del globo: le loro enormi risorse finanziarie sono totalmente destinate agli armamenti e alle sovvenzioni a certi reparti industriali particolari: “Gli Stati Uniti, con meno dello 0,05 per cento dei abitanti del pianeta, coprono da soli il 40 per cento delle spese militari dell’intiero pianeta” (C.Rovelli), e nel contempo la politica sociale è a livello documentalmente di quarto mondo: fame, miseria grande, povertà, morti precoci di bambini e di vecchi, assenza di sanità pubblica, per decine e decine di milioni!! Il loro nemico mortale era ed è la Russia perché identificata col Comunismo, ecco dunque la ragione palese e manifesta della guerra in corso, da loro voluta, da loro organizzata e preparata, dai servi europei affiancati.

L’Europa, il secondo ostacolo sulla loro strada, è stato ormai neutralizzato e metabolizzato, da anni, senza possibilità di appello! La presente vergognosa soggezione nonché sudditanza è terribile riprova. Salvo poche voci che, è vero, aumentano quotidianamente, la gran parte dei media e intellettuali europei sono muti o ciechi o venduti. Grandemente complici -l’evidenza è fin troppo evidente!- del disegno americano non solo i membri della Commissione Europea ma imperdonabilmente anche le centinaia di parlamentari che hanno avuto il coraggio di dichiarare solennemente terrorista chi non lo è e risparmiare, al contrario, chi lo è storicamente e documentalmente! Si continua a fare il gioco terribile americano, fatto di menzogne e di spergiuri, e dunque a promuovere la schiavitù e sudditanza dell’Europa. Solo che il calcolo americano da questi ultimi anni, è grossolanamente andato errato: ora deve fare i calcoli con la Cina e con l’India, oltre che con la Russia ancora in grado di difendersi e perfino pericolosamente, a dispetto di tutti i nemici e servi.

Con riferimento al livore e avversione manifesti dell’Europa nei confronti della Russia che trapela evidente dalle iniziative in gran parte bizzarre se non ridicole quando non volutamente avverse e deleterie, e allo stesso tempo all’esplicito e dichiarato afflato lirico nei confronti della Ucraina prima di ora nota solo per le sue badanti e per il suo nazionalismo e razzismo antisemita, è da ritenere che tale improvviso odio verso la Russia sia in sostanza dettato, se non da invidia e gelosia o altri sentimenti, dal ruolo significativo e profondo della sua cultura nella cultura europea nonché della sua possente economia, più che alla servile sottomissione alle concezioni sballate ma criminali degli Stati Uniti e NATO.

 

 

 

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Odessa Napoli Zelensky

DAL MONDO

Le arti napoletane registrano un sensibile legame con Odessa

di Michele Santulli
Odessa SkyArte 390 minGuerra Russia-Ucraina, in verità la vecchia storia della rana rupta et bos, della rana che vuol imitare il bue, che ben altre aspettative e risultanze avrebbe lasciato immaginare e prevedere e invece danni terribili alle città e alle vite umane, sofferenze e distruzioni immense.

La maggioranza dei cittadini europei non approva i fondamentalismi degli Ucraini locali e del beneamato Zelensky, tanto meno concordano con gli armamenti che inviano specie gli Americani che avranno i loro interessi a incoraggiare la guerra e poi la Unione Europea che striscia ai piedi di Biden, apertamente ignara anche del Trattato di Roma e gli altri stati succubi passivi che pure inviano armi, appezzentendo le proprie popolazioni; la medesima maggioranza trova difficoltà a comprendere tanto afflato lirico generalizzato per l’Ucraina e tanto odio per la Russia, come pure ad accettare che invece non si operi fattivamente per la ricerca della pace. Così le parole anche del Papa.

Odessa questa sempre splendida città sul Mar Nero o Ponto Eusino, a guardia dei traffici Asia-Europa, pochi sanno che ha avuto stretti legami con Napoli, anzi la Odessa moderna, è stata addirittura fondata nel luogo attuale, alla fine del 1700, da un soldato napoletano di origine spagnola al servizio di un generale della imperatrice Caterina la Grande. Infatti per molti anni la lingua italiana nel corso del 1800 è stata una tra le prime più parlate della città e la presenza di napoletani nei vari esercizi commerciali e nelle altre attività, parecchio estesa. E tra di essi si distingueva una pur se piccola nicchia di posteggiatori, artisti musicanti di strada, cantanti, violinisti e mandolinisti che si esibivano dovunque possibile guadagnare il loro pane, nei locali, nelle sale, per la strada.

In effetti il contributo degli artisti girovaghi alla diffusione della canzone napoletana in Europa, in Russia, in America è stato impagabile: molte città europee erano la meta dei posteggiatori napoletani e non pochi divennero celebrati artisti di teatro, uno, noto come lo Zingariello, perfino elemento permanente nell’orchestra del sommo Wagner, un altro così abile e rispettato da venir onorato col titolo di Sir dal sovrano inglese. Innumerevoli le vicende e storie legate agli artisti girovaghi messaggeri della canzone napoletana, letteralmente per le vie del mondo.

Con riferimento ad Odessa e alla canzone napoletana, la storia tramanda che Eduardo Di Capua (1865-1907), uno di questi artisti girovaghi, mandolinista e compositore di canzoni, alla fine del 1800 ad Odessa col padre violinista e qualche altro artista per le strade cittadine o nei locali pubblici, un giorno in un momento di sosta si ricordò dei versi che un suo amico Giovanni Capurro (1859-1920) gli aveva affidato qualche mese prima a Napoli per musicarli. Infatti Eduardo Di Capua era valente mandolinista, apprezzato anche per la qualità delle sue composizioni musicali: si ricordano di lui, cito a memoria, almeno due perle: I’ te vurria vasà e Torna maggio.

Rintracciò dunque l’appunto che gli aveva affidato l’amico Capurro e restò colpito dalla originalità e scorrevolezza e limpidezza delle parole sotto i suoi occhi: erano le parole di O Sole mio! Tanta la ispirazione e la forza di quei versi magici che in breve, già quella sera, la veramente immortale melodia sgorgò felicemente dal suo cuore! Tornato a Napoli, col suo amico, che pure era conosciuto per le sue composizioni poetiche, presentarono la canzone alla famosa gara annuale di Piedigrotta del 1898, contando molto sulle cinquecento Lire in palio per il primo premio; invece O sole mio ebbe il secondo premio -250 Lire in due- e il sogno delle cinquecento Lire svanì!

E dire che grande era la miseria di questi artisti! Le loro creazioni facevano godere il pubblico e arricchivano gli editori ma non i creatori. E fino alla fine, la vita in particolare di Eduardo Di Capua, geniale compositore di musiche indimenticabili, si consumò all’insegna della indigenza, tanto che, si racconta, la moglie Concettina, per far fronte a certe spese del marito malato, dovette vendere il suo amato pianoforte ad un rigattiere.

La esistenza di Giovanni Capurro fu meno crudele di quella dell’amico e anche lui dalle sue altre canzoni tra le quali Totonno ‘e Quagliariello, Fili d’oro, Lo scugnizzo… musicate da altri compositori ricavò modestissimi riconoscimenti economici: pertanto le loro creazioni, e non solo O sole mio, patrimonio autentico della umanità, sono oggi ancora più vive di ieri.

E anche l’arte pittorica napoletana registra un sensibile legame con Odessa in quanto luogo di nascita di un suo celebrato esponente novecentesco: Nicolas dé Corsi, probabilmente figlio di uno di questi artisti girovaghi, altro motivo dunque per ricordare la famosa città sul Ponto Eusino. Se qualche lettore ha curiosità di conoscere più da vicino il mondo della canzone napoletana consiglio la lettura di: C.Pittari: La canzone napoletana, Napoli 2000.

La impronta urbana di Odessa caratterizzata da architettura neoclassica e rinascimentale, fu creata e realizzata da architetti italiani che la dotarono di splendidi palazzi e costruzioni in gran parte ancora sul posto e, in aggiunta, quell’atmosfera di cultura e di arte che vi si respirava a quell’epoca come a Vienna, a Salisburgo, a Monaco, a Berlino si doveva fondamentalmente alla presenza della comunità ebraica, la più numerosa e ricca della popolazione multietnica della città.

In merito agli Ebrei va ricordato che in Odessa, oggi in Ucraina, già russa, nel secolo passato soprattutto, 1900, ne risiedevano circa trecentomila: sensibile il loro apporto di civiltà tanto che a Odessa, come abbiamo detto più sopra, aleggiava la medesima atmosfera mitteleuropea di certe famose città dell’epoca. In totale, senza citare quelli nella contigua Polonia, nella Ucraina dell’epoca risiedevano circa un milione di Ebrei: alla fine della guerra, stiamo parlando del periodo nazista ma anche nazionalista e fondamentalista locale, quando le truppe russe di liberazione nel 1944 entrarono in città vi trovarono poche centinaia di sopravvissuti! quasi un milione annientati in tutto il paese, e non solo a Odessa dunque, nel corso della seconda guerra mondiale per mano di Nazisti, di Rumeni nazionalisti, di Ucraini nazionalisti e nazisti: numero ancora più elevato di inermi popolazioni ebraiche e anche di altre minoranze, annientate dai nazisti e dai polacchi nazisti nella confinante Polonia.

 

 

 

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