Concretezza
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Fare proposte concrete e strutturali per eliminare gli affanni quotidiani
di Aldo PironeIeri Romano Prodi dice la sua sull'Ulivo e molte altre cose. Lo fa in un'intervista a Fabio Martini su "La Stampa". "Lo chiamino come vogliono, - dice - anche Fiordaliso! Ma una cosa è chiara: se l'Ulivo non è riproponibile come tale, ogni stagione ha la sua storia, la lezione resta però attualissima: parlare e ascoltare la gente" e "Il centrosinistra può farcela, ma la destra vincerà se non si costruisce un nuovo rapporto tra governanti e governati, tra eletti ed elettori". Il tema è gramsciano e certo non si risolve, con tutta la buona volontà che dovrebbero metterci i protagonisti progressisti, nei pochi mesi che ci separano dalle elezioni. E di buona volontà nel bradipo progressista non sembra che ce ne sia a sufficienza. Certo è che bisognerebbe mandare segnali sostanziosi per tentare di riportare alle urne almeno una parte di popolo lavoratore che giace sfiduciato nell'astensione quando non vota a destra.
Prodi dice che bisogna prendere esempio dalle città andate al ballottaggio domenica scorsa, in primis dalla Verona di Tommasi. "Quelli che hanno vinto nelle città, hanno vinto con una campagna elettorale che dovrebbe essere replicata da chi vuol vincere le prossime politiche! Hanno vinto quelli che hanno parlato con la gente". Aggiunge che bisognerebbe fare più attenzione alle misure di sollievo sociale che si prendono. "E difficile infatti - osserva - che si possa approvare un sussidio indifferenziato di 200 euro per 31 milioni di persone. La politica deve differenziare per bisogni e per obiettivi" poi indica ad esempio, a proposito di formazione, le mitiche 150 ore degli anni '70.
Tutto Giusto.
"Di che cosa si deve parlare?" Dice. E fa un esempio. "Si scelgano 15-20 temi, ma tra quelli di cui si parla a tavola". Un po' troppi, per la verità.
Non so con chi si siede a tavola Prodi ma a casa dei lavoratori, dei disoccupati, dei pensionati il tema centrale sono i salari e gli stipendi che non bastano ad arrivare alla fine del mese, le bollette di luce e gas raddoppiate e triplicate, la precarietà del lavoro di figli e nipoti. Sono i problemi del vivere quotidiano di chi non va più a votare che spesso avvelenano la cena delle famiglie popolari.
Già fare proposte concrete e strutturali per eliminare questi affanni sarebbe un passo avanti, evitando la dispersione dei 15-20 temi.
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