Il Recovery plan
Giunta Regionale in ritardo sulla creazione della Zona Logistica Speciale Laziale
di Donato Galeone*
Il Presidente Mario Draghi - incaricato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella per la formazione del nuovo Governo - prosegue con la triplice valenza programmatica “sulla sanità, l'economia e il sociale”.
Il Prof. Draghi, - auspicando condivisione politica e tecnica sulla urgenza nazionale operativa richiesta dai cittadini e lavoratori alle istituzioni democratiche - avendo recepito la disponibilità dei gruppi politici e ascoltando le parti sociali, dovrà riferire al Capo dello Stato tenendo in conto, essenzialmente, tanto le tre urgenze programmatiche quanto le più vicine scadenze di fine marzo e fine aprile prossimi - oltre l'avviato “piano dei vaccini” - sia quella della ”proroga del blocco dei licenziamenti” e sia la definizione parlamentare del “Recovery Plan Italia”.
Ecco che la salvaguardia della salute, la coesione sociale con la “ripresa dell'economia e il lavoro” – tra interventi strutturali con investimenti territoriali programmati e progettati dal 2021 al 2027 – dovranno essere configurati e localizzati entro un “nuovo sistema economico e sociale nazionale” sostenuto, anche, dalle risorse europee del Next Generation Eu mediante il Recovery Plan da presentare a Bruxelles entro fine aprile 2021.
Si tratta - ora - non solo di guardare al presente ma domandare e discutere verso quale prospettive di vita economica e sociale territoriale nel frusinate e Lazio possiamo, ragionevolmente, traguardare, noi, il prossimo futuro, dal secondo dopoguerra e, tra 50 o 100 anni, i nostri figli e nipoti, considerando, che la moderna epoca - con lo sviluppo scientifico e tecnologico applicato ed esteso ad ogni livello - se deve tendere a migliorare il tenore di vita media delle persone estende, anche, nuove disuguaglianze sociali, da contrastare e superare, mentre appare più certa e mirata l'accumulazione capitalistica e finanziaria, costruita sempre più su scala globale ed in misura superiore anche cento volte, oggi, di quella conosciuta in qualsiasi altra epoca.
Ma oggi - ripeto - dal 2021 al 2027 potranno e dovranno essere utilizzate risorse europee annunciate, quale massiccio intervento economico che richiederà severità e controlli di legalità nel suo utilizzo mediante accompagnamento dei singoli progetti territoriali e settoriali - eco sostenibili - mirati verso obbiettivi specifici di “rilancio e protezione della economia italiana nella dimensione europea” mediante lo strumento del “piano nazionale di rilancio e resilienza (PNRR)” che mobiliterà 209 miliardi di fondi europei.
E il Recovery Plan italiano (PNRR) - presentato dal Governo con l'approvazione del Parlamento e che sarà trasmesso a Bruxelles entro aprile 2021 - necessiterà di attente conoscenze e di ampie riflessioni condivise sul “come e dove impiegare quei fondi europei” nella considerazione che il rilancio di “un'area economica sostenibile di sviluppo” è variabile dipendente non solo del capitale economico ma anche dalla dotazione del capitale naturale e ambientale, da recuperare e salvaguardare, congiunto al capitale umano e sociale con il lavoro.
Appare possibile - territorialmente - nella dimensione regionale, provinciale e locale il coinvolgimento sia delle Università laziali che dell'associazionismo di prossimità rappresentativo e congiunto alle parti sociali - imprese e lavoro - capaci di elaborare proposte progettuali per “filiere di sviluppo sostenibile” partendo dalla economia del mare - con i loro porti di Gaeta, Fiumicino e Civitavecchia e retro porti - procedendo verso le aree interne tra i “poli industriali consorziati” da recuperare e rilanciare con attività produttive e servizi oltre le ristrutturazioni aziendali e il potenziamento dei “centri agroalimentari” di raccolta prodotti agricoli da Nord a Sud del Lazio (Orte, Guidonia, Fondi).
Grande parte di queste possibilità di sviluppo territoriale laziale - pur a livello di studio di fattibilità della Regione Lazio - coinvolgerebbe le aree economiche portuali, retro portuali verso le aree interne mediante la “costituzione della Zona Logistica Speciale Laziale” deliberata il 30 ottobre 2018 quale misura parallela alle zone economiche speciali di cui al d.l. 30.6.2017 n.91 convertito in legge il 3 agosto 2017 n.123 con modificazioni.
Rilevo, però, che da ottobre 2018 sono state costituite le Zes/Zls (Zone Economiche Speciali/ Zone Logistiche Speciali) nelle varie regioni italiane - con i loro previsti “piani di sviluppo strategici” - elaborati e condivisi dalle parte sociali e gli enti locali e inviati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e competenti sedi ministeriali per l'approvazione dovuta.
Nel contempo rilevo, anche, il ritardo della Giunta Regione Lazio che, dalla sollecitazione del 21 gennaio 2020 con ordine del giorno approvato alla unanimità dal Consiglio Regionale, nomina il 29 gennaio 2020 un “gruppo di studio” per redigere la proposta del “Piano Strategico di Sviluppo” quale documento obbligatorio da definire e inviare al Governo, non considerando con la massima urgenza i rilevanti effettivi depressivi della pandemia in tutte le strutture produttive, comprese quelle del Lazio e in particolare nelle attività lavorative collegate al turismo e al commercio oltre ai trasporti, settori entro cui si concentra circa un quinto della occupazione regionale.
Anche la proposta di legge regionale laziale n.194 del 31 ottobre 2019 “Misure per lo sviluppo economico, gli investimenti e la semplificazione” preceduta dalla legge regionale n.7/218 art.40 sulla “fusione in Consorzio Unico del Lazio” dei cinque Consorzi di Sviluppo Industriale, operativi in provincia di Roma-Latina, Sud Pontino, Frosinone e Rieti, dovrebbe tendere - negli obiettivi - a favorire lo sviluppo economico laziale, l'occupazione e l'attrazione degli investimenti attraverso la promozione di progetti strategici innovativi, di recupero e riqualificazione delle aree industriali dismesse, ricercando investitori nazionali ed esteri.
A mio avviso Frosinone e Lazio necessitano di assetti territoriali programmati da agevolare e indicare nel Recovery Plan - essenzialmente- accompagnati dal sostegno operativo integrato di due strumenti di riferimento comprensoriale:
1) della Zona Logistica Speciale Laziale, partendo dall'economia del mare con i porti di Gaeta, Fiumicino, Civitavecchia verso le aree interne destinate al rilancio delle attività produttive industriali, artigianali, commerciali e dei servizi;
2) del Consorzio Unico di Sviluppo Industriale Lazio, con le aree attrezzate di recupero, salvaguardia ambientale e adeguate infrastrutture per favorire nuovi insediamenti produttivi nell'ambito di condivisi piani consortili regolatori territoriali comunali.
Riferendomi, solo esemplificando, al comprensorio del “basso Lazio frusinate” partendo dall'area portuale tirrenica di Gaeta e con il polo agricolo industriale dell'area pontina di Fondi, raggiungendo l'agglomerato FCA ex Fiat del comparto automobile, di Cassino-Pontecorvo e le aree interne con il suo indotto metalmeccanico integrato, configuro già un'area APEA baricentro di sviluppo delle attività produttive e occupazionali multifunzionale, oltre il comparto automotive FCA, longitudinale, tra Napoli e Roma, nonché, trasversale verso il territorio abruzzese.
E' questa una possibile esemplificata e confrontabile proposta di “polo di sviluppo eco sostenibile” - da coinvolgere nella Zona Logistica Speciale Laziale e il Consorzio Unico Industriale - nel contesto delle progettazioni propositive del frusinate alla Regione Lazio per il Recovery Plan.
Inoltre e lungo la Valle del Sacco, da Ceprano-Frosinone-Anagni-Colleferro e trasversalmente verso Sora-Isola del Liri, comprendendo le aree interne rispetto all'Autostrada Roma-Napoli, appare possibile la configurazione, nel frusinate, di altre due aree APEA consortili integrate da infrastrutture, di servizi centralizzati e di risorse adeguate e mirate a garantire ogni obiettivo di sostenibilità ambientale ed economica dello sviluppo locale di nuove imprese e delle attività produttive, da rilanciare e recuperare, con il lavoro contrattato e partecipato.
(*)già Segretario Provinciale di Frosinone e Regionale CISL Lazio