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A Sora. Un soliloquio chiamato conferenza stampa

  • Pubblicato in da Sora

COMUNI - SORA

Amministrazione Di Stefano un esempio non da imitare

di Floriana Porretta*
Sora Municipio 390 minDopo la finta conferenza stampa del sindaco di Sora, Luca Di Stefano, si può dire che abbiamo toccato il fondo. Chiamare “conferenza stampa” una iniziativa auto elogiativa, dove si impedisce ai giornalisti di fare domande, è l’ennesimo imbroglio, non solo linguistico, messo in atto dall’attuale amministrazione. Neanche Putin è arrivato a tanto. Veramente imbarazzante.

Nel corso del suo soliloquio, il sindaco si è vantato del lavoro fatto da altri, mentre riguardo il suo lavoro ha dovuto continuare a dire “farò”, come se fosse in una perenne campagna elettorale. Così è accaduto, in particolare, a proposito dei finanziamenti del PNRR per l’anno 2022, per i quali ha continuato a parlare di fantomatiche graduatorie, mentre nella realtà quei finanziamenti sono andati definitivamente perduti, e i progetti bocciati dovranno essere corretti e ripresentati per sperare nei finanziamenti del 2023, incrociando le dita. Detto in breve, la storia raccontata non corrisponde alla realtà. Altrettanto imbarazzante.

Molto peggio che imbarazzante, invece, è stato apprendere di consiglieri di opposizione passati alla chetichella nella maggioranza, alla faccia dei loro elettori, arrivando ad una sorta di collaborazionismo amministrativo per ambizioni personali, e rinunciando in un niente al dovere di controllo attribuito democraticamente proprio ai consiglieri di opposizione.

Per la verità, quindi, ripercorrendo l’anno di Amministrazione Di Stefano, abbiamo concretamente: la chiusura dell’Albo Pretorio Storico, il passaggio armi e bagagli di alcuni consiglieri dall’opposizione alla maggioranza, l’imbavagliamento dei giornalisti in conferenza stampa. Per il resto, parole al vento, senza possibilità di verifica e senza alcun controllo.

Insomma, con la finta conferenza stampa si è chiuso il cerchio di una manovra iniziata sin dal giorno dell’insediamento dell’attuale amministrazione, tutta finalizzata a nascondere l’azione ammnistrativa e ad impedire ogni controllo degli amministratori e dei cittadini. Un atteggiamento che fa pensare male, che lascia la sgradevole impressione che si vogliano mettere le mani sulla città, trasformando il titolo di un celeberrimo film divenuto proverbiale nella minaccia incombente di un futuro distopico.

Alla luce di questi fatti, è chiaro a tutti che l’Amministrazione Di Stefano non è un esempio da imitare né tanto meno la soluzione ai problemi di Sora, bensì il suo problema principale. Fra qualche mese la città dovrà tornare ad indicare una soluzione vera.

Sora 16 gennaio 2023
*Floriana Porretta
Presidente del Movimento Civico Pro Ospedale e Territorio

 

 

 

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La discarica di via le Lame finalmente in Consiglio e sugli organi di stampa

AMBIENTE CAPOLUOGO

Una discussione in cui si confrontano argomenti contrastanti

Logo ass medici famiglia ambiente 350L’Associazione Medici per l’Ambiente di Frosinone e Provincia prende atto, con soddisfazione, che la discarica di Via le Lame è finalmente diventata argomento di dibattito quotidiano politico ed amministrativo sia durante gli incontri consiliari, sia sugli organi di stampa.

Posizioni contrastanti sull’argomento, però, in aula Consiliare il 5 ottobre, tra maggioranza e minoranza a favorire una confusione informativa, che merita delle precisazioni. Dai banchi dell’opposizione viene addotto un collaudo tecnico amministrativo firmato dall’architetto Cardea che sostiene essere i lavori della discarica realizzati a regola d’arte e che la stessa è tranquillamente sostenuta da un perimetro che evita il passo di acque putride.

L’opposizione chiede pertanto, preso atto del dichiarato, perché non venga restituito o impegnato per altro debito il finanziamento Ministeriale di 10 milioni 840 mila euro destinato per la DISCARICA DI VIA LE LAME. A dire della stessa opposizione però, altra perizia attribuita al dr. Sanna contraddice il collaudo tecnico amministrativo, in quanto riconosce che si attinge nelle falde, pur escludendo un danno all’ecosistema. A sua volta, l’ingegnere Dirigente del Comune riferisce, che per il Ministero trattasi di un’area classificata a rischio alto proprio perché limitrofa all’alveo del fiume e che non ci sia possibilità di arrivare ad una messa in sicurezza definitiva del sito, se non con la rimozione complessiva del rifiuto.

Un consigliere della Lista Ottaviani, esponente di maggioranza, rende noto il parere dei consulenti della Procura della Repubblica di Frosinone, verbalizzato nell’ottobre 2017 in sede di COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA SULLE ATTIVITA’ ILLECITE CONNESSE AL CICLO DEI RIFIUTI E SU ILLECITI AMBIENTALI AD ESSE CORRELATE : “le opere realizzate non erano concretamente gestite e, in ogni caso non garantivano il blocco e/o il contenimento della propagazione dei metalli nelle acque di falda nelle zone limitrofe poste a valle della ex discarica, per cui era palese il rischio di inquinamento ambientale.” Sempre la Procura della Repubblica in sede di Commissione Parlamentare : “…non impedivano che il percolato della discarica raggiungesse la falda acquifera sottostante, inquinandola con l’apporto di metalli pesanti (in particolare alluminio, ferro, manganese, bario, nichel e piombo) in quantità notevolmente superiori ai valori definiti nelle concentrazioni soglia di contaminazione…., così determinando l’avvelenamento delle predette acque potenzialmente destinabili, in via diretta o indiretta, al consumo umano.”

Altro consigliere di maggioranza afferma che, a tutt’oggi, la discarica produce percolato ancora presente e necessitante di raccolta periodica da parte di autobotti inviate dalla SAF, a testimonianza di attualità di danno. E sempre a proposito di percolato e della sua pericolosità, riportando l’attenzione alla riapertura della discarica nel 2001, non si comprende un’ordinanza ché nei fatti ha riattivato un luogo di raccolta dei rifiuti a ridosso della città, con rischio sanitario connesso proprio all’elevatissimo e pericoloso potere inquinante del percolato. Discarica che è giunta a contenere nel tempo 700.000 tonnellate di rifiuti di cui ancora non è resa pubblica la caratterizzazione.

Era il lontano 2001, anno compreso nello studio pubblicato dalla Oxford Universyity Press per conto della International Epidemiological Association e pubblicato sull’International Journal of Epidemiology, 2016,Vol.O,No.O , che vede valutare 9 (nove) discariche municipali di rifiuti , presenti nel LAZIO ,già da molte decadi, nel periodo compreso dall’1/1/1996 al 31/12/12 ,rispetto la contaminazione inquinante dell’H2S (idrogeno solforato), considerato una misura surrogata di tutti i contaminanti emessi ed il suo effetto su una coorte di residenti entro 5 Km dalle discariche prese in esame, in un follow-up per mortalità ed ospedalizzazione degli esposti. Conclusione: l’esposizione ad H2S si associa a mortalità da cancro polmonare e malattie respiratorie con un HR di 1,10 per incremento di 1ng/m3 H2S. L’HR è un rapporto di rischio, aumentato con evidenza nella fattispecie.

Ancora descritte, nello stesso studio, associazioni tra H2S ed ospedalizzazioni per malattie respiratorie, specialmente infezioni respiratorie acute tra i bambini di età compresa tra 0 e 14 anni, con HR di 1,06, altamente significativo. Quindi, mentre si ammette la persistenza del percolato, mentre c’è evidenza di fumo dai camini posti sulla montagna di rifiuti ad attestare un’attività tuttora presente, dai banchi dell’opposizione si percepisce giungere una minimizzazione, quasi un esorcismo del pericolo, adducendo esclusivamente citazione di stralci di perizia e collaudo tecnico che sembrano, a nostro avviso, indirizzare verso una diminutio del problema discarica. Singolare, poi , che tutti i vari esperti e consulenti nominati, analogamente abbiano indicato l’ interessamento delle falde, ad eccezione dell’arch. Cardea, il risultato del collaudo tecnico amministrativo del quale, ha indotto l’opposizione a chiedere la restituzione del finanziamento Ministeriale.

Sbrigativo, sommario, non puntuale e non soddisfacente ci è apparso l’argomentare dell’opposizione circa l’impiego del primo finanziamento di oltre due milioni e mezzo di euro, stanziato dalla Regione Lazio nel 2003 a favore di Frosinone, destinato alla messa in ordine della discarica di VIA LE LAME. Ristoro di cui ravvisiamo la necessità di conoscere, oggi, in maniera dettagliata l’utilizzo, l’indirizzo, la ripartizione e la puntualità, perché venti anni fa, a nostro avviso, si è presentata la reale possibilità di un intervento precoce e risolutivo da non eludere o rimandare.

Dott. Giovambattista Martino – coordinatore Associazione Medici per l’Ambiente di Frosinone

 

 

 

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Comunicati Stampa dal web

DA INFORMAZIONE.IT

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La Certosa di Trisulti vista dalla stampa europea grazie a Paola Rolletta

Rilanciata in Europa l'inchiesta di Paola Rolletta, direttrice di forodiroma.it. Articolo di Gina Marques da Rádio França Internacional – RFI in lingua spagnola che riferisce anche una conversazione con Benjamin Harnwell.

Certosa de Trisulti 390 minTrasforma il monastero medievale di Trisulti, in Italia, in una scuola di addestramento per politici dell'estrema destra giudeo-cristiana. Il piano del conservatore Steve Bannon, mentore della campagna presidenziale di Donald Trump, va avanti, ma non senza ostacoli. Recentemente, il tribunale amministrativo regionale ha stabilito che il monastero può rimanere sotto la direzione del Dignitatis Humanae Institute (DHI), fondato dal britannico Benjamin Harnwell, braccio destro dello stratega americano. La battaglia legale, tuttavia, non è ancora vinta.
In cambio, il Ministero della Cultura farà appello al Consiglio di Stato, per ritirare la concessione del monumento degli ultranazionalisti. E il magistrato italiano Carlo Villani indaga su DHI per sospetta frode e documenti falsi presentati per ottenere la gestione del monastero per 19 anni.  (clicca sulla foto a sinistra per ingrandirla)

A parte questa vicenda, (qualche nota, ndr) staccandosi dai tradizionalisti cattolici, Bannon ora intende allearsi con gli evangelici.
(lo aiuta e collabora ndr) Un uomo inglese di 44 anni, Benjamin Harnwell che ha vissuto da solo per due anni nel monastero situato a 130 chilometri a sud di Roma, e costruito nel 1204 per essere un angolo di paradiso sulla Terra. Gli unici a farti compagnia sono i gatti Lazzaro e Filomena. Di recente ha iniziato a portare i capelli lunghi fino alle spalle, oltre a farsi crescere i baffi e la barba da moschettiere.
La sua camera sobria, alla fine di un lungo corridoio, ospitava un abate. Dalle finestre si può contemplare lo splendido paesaggio e le montagne del sud Lazio. Un'atmosfera tranquilla, interrotta solo dal canto degli uccelli e dal suono delle campane. Sui tavoli e altri mobili, centinaia di lettere in greco divise in pile.
«Sto studiando il greco alessandrino per leggere l'originale del Nuovo Testamento. Ci sono più di 5.000 nuove parole e quest'anno ne ho imparate solo 1.000», afferma.

Nonostante una connessione Internet molto dubbia, Harnwell garantisce di parlare ogni giorno allo stratega americano: “Sono il rappresentante di Steve Bannon in Italia. È l'uomo più intelligente, intuitivo e geniale che ho trovato in politica ”, afferma.
La storia di questo enigmatico britannico coinvolge connessioni con politici e importanti leader della Chiesa cattolica che sono contro Papa Francesco.

L'Istituto per la dignità umana.

Benjamin Harnwell ha fondato il Dignitatis Humanae Institute nel 2008. L'Istituto per la dignità umana è stato presto raggiunto dai tradizionalisti vaticani, come il cardinale Raymond Burke, leader dell'attuale opposizione a papa Francesco, e un legame tra la destra religiosa americana e la Santa Sede. DHI ha già avuto un presidente onorario Il cardinale Renato Martino, accusato a Washington dal primo nunzio Carlo Maria Viganò di appartenne alla corrente omosessuale della Chiesa.
Steve Bannon ha incontrato Beinjamin Harnwell nel 2014 a Città del Vaticano. Lo stratega americano trovò la persona ideale per i suoi piani negli inglesi. Harnwell, da parte sua, ha anche esperienza in politica. È stato consigliere di un parlamentare e un lobbista per anni a Londra e Bruxelles.

«Ci siamo incontrati perché un amico comune ha affermato che Steve era alla ricerca di un cardinale nella curia romana. Rimarrebbe a Roma solo per un giorno, e in sole 24 ore, avrebbe voluto incontrare il cardinale, che, poiché ricopriva una posizione importante, era molto impegnato. Sono riuscito a riunire Steve e il cardinale. E da lì siamo diventati amici», ricorda.
Bannon e Harnwell decisero quindi di trasformare l'Istituto per la dignità umana in un'accademia giudeo-cristiana per la formazione di politici populisti di estrema destra. Grazie ai contatti britannici in Vaticano, iniziarono ad occupare il monastero certosino di Trisulti, a 6 chilometri dalla cittadina di Collepardo.
Poiché il monastero doveva essere restaurato, il Ministero della Cultura emise un avviso pubblico per finanziamenti privati. Nonostante l'immenso patrimonio culturale e artistico, le casse pubbliche italiane non dispongono di risorse per preservare i loro monumenti.

Il DHI presentò al comitato ministeriale una serie di documenti, oltre alle lettere di raccomandazione dei vescovi locali. Nel febbraio 2018, il Ministero della Cultura ha approvato la concessione del monastero di Trisulti all'Institute for Human Dignity per 19 anni per un importo modesto di € 101 mila all'anno, circa $ 600 mila all'anno. All’epoca, il Ministro della Cultura era Dario Franceschini, del Partito Democratico di centrosinistra. Ma il monumento è stato ufficialmente consegnato all'istituto solo un anno dopo, precisamente il 29 gennaio 2019.

La notizia dell'autorizzazione del governo italiano a ospitare l'accademia per la formazione di politici estremi in quella Certosa si diffuse in tutto il mondo. La società civile ha protestato.
Steve Bannon era a Trisulti un mese dopo la consegna ufficiale del monumento al DHI. In quell'occasione, a marzo 2019, poco prima delle elezioni europee, lo stratega americano ha anche visitato Roma, per esprimere pubblicamente il suo sostegno all'estrema destra europea.
"Penso che Salvini e Bolsonaro siano i due più grandi politici al mondo", ha detto Bannon durante una conferenza stampa presso l'associazione dei giornalisti stranieri.

Frodi sospette

La giornalista italiana Paola Rolletta ha indagato sin dall'inizio sulla concessione del monastero Trisulti al DHI.

«È stato lanciato un annuncio. Hanno partecipato solo due organizzazioni, una delle quali era un'organizzazione ortodossa, ma il presidente, direttore dell'associazione, è stato arrestato per frode fiscale. Pertanto, l'unica associazione rimasta in competizione era l'Istituto Dignitatis Hunanae, che è un'associazione cattolica ultra-tradizionale», sottolinea.

Secondo voi, l'Istituto per la dignità umana non aveva requisiti per partecipare al concorso?

«L'annuncio aveva requisiti molto specifici, come la dimostrazione della gestione di un bene pubblico o privato negli ultimi cinque anni. Il Dignitatis Humane Institute ha presentato l'uso del Vangelo come uno dei requisiti. Ovviamente il proselitismo o la catechizzazione non sono la gestione di un bene pubblico o privato. Quindi DHI ha presentato una lettera dell'abate di Casamari, Eugenio Romagnuolo, che era membro del Trust Dignitatis Humane Institute, in cui Casamari gestiva il piccolo museo di San Nicola, ovvero un edificio completamente in rovina, dove non c'è mai stato e non ci sarà mai un museo. Pertanto, hanno dichiarato il falso», afferma il giornalista.
La rottura con i tradizionalisti cattolici Nel giugno 2019, Steve Bannon ha perso il sostegno di uno dei principali tradizionalisti della curia romana, il cardinale americano Raymund Burke.
La ragione della pausa è stata l'intenzione di Bannon di adattare al cinema un libro del giornalista francese Frédéric Martel. Tradotta in portoghese come "In the Vatican's Closet", la pubblicazione parla di omosessualità e potere nella Santa Sede.

“Posso capire perché il cardinale fosse arrabbiato con Steve Bannon. Ma non ho capito perché rompere con DHI. Il progetto (per il film) era di Steve, che era già regista e produttore prima di incontrarmi. Non è un progetto DHI ”.
L'ordine di sfratto
Nell'ottobre 2019, il Ministero della Cultura ha annullato la decisione e ha annullato la concessione del monastero di Trisulti all'Institute for Human Dignity, anche inviando un ordine di sfratto. DHI ha fatto appello al Tribunale amministrativo regionale, che si è pronunciato a favore dell'istituto il 13 maggio. Harnwell, ovviamente, afferma di essere soddisfatto della decisione del tribunale.

«Dall'inizio di questo processo, DHI ha affrontato azioni illegittime e motivate politicamente dal Ministero, che erano basate su una serie di argomenti inventati volti a placare la potente sinistra politica italiana», commenta il britannico.
Sottolinea che «DHI è lieto di annunciare con grande gioia che la registrazione è ora aperta,
dal 1° giugno alla tanto attesa Accademia Giudeo-Cristiana dell'Occidente. Per ora, i corsi saranno online, gestiti e erogati direttamente negli Stati Uniti.»

«Steve ha detto che siamo rimasti fedeli al monastero, alla comunità e all'Italia durante questa pandemia, quando sarebbe stato facile lasciare il Paese. Ora stiamo lanciando il programma di apprendimento e formazione che renderà il mondo più prospero, più sicuro e più sano per tutti», aggiunge.

La relazione con gli evangelici
Nonostante la rottura con i tradizionalisti cattolici, Harnwell afferma di ammirare molto il cardinale Raymond Burke. Alla domanda su cosa pensa delle chiese evangeliche in Brasile,
lui risponde: «Penso che gli evangelici apportino un enorme contributo positivo alla vita pubblica in Brasile, così come negli Stati Uniti. Sfortunatamente, la Chiesa cattolica ha perso molti credenti in America Latina per la sua insistenza nel seguire una politica radicale di sinistra nota come "teologia della liberazione".
Più la Chiesa cattolica abbraccia la politica di sinistra, più i fedeli vanno altrove. Penso che in Brasile questo movimento sia brutto per la Chiesa cattolica, ma bello per gli evangelici forti nella fede e, quindi, anche per la vita del Paese». Secondo lui, l'accademia accoglierà gli evangelici brasiliani nei loro corsi a braccia aperte.

L'ammirazione per Bolsonaro

Harnwell afferma di ammirare il presidente Jair Bolsonaro.
«La campagna di Bolsonaro mi ha colpito, il modo in cui ha suscitato l'interesse della gente, un po’ cinico in politica. Ovviamente, questo momento di coronavirus è stato difficile per tutti, specialmente per il Brasile, dove non è possibile curare le persone con difficoltà respiratorie. Il comportamento del presidente era l'unico possibile: "Andiamo avanti!" Non chiudiamo il paese perché non c'è modo. L'unico modo sarebbe quello di ridurre il numero di persone infette per poterle curare negli ospedali. Poiché questa possibilità non esiste, poiché il sistema sanitario non è in grado di servire una popolazione così numerosa, il presidente Bolsonaro ha dichiarato: "Andiamo avanti!"».

Alla domanda sul pericolo mortale a cui Bolsonaro espone la popolazione, non rispettando il parto, gli inglesi rispondono: «Bolsonaro ha affermato che le persone sono forti e in grado di affrontare il problema.
È in grado di andare avanti con coraggio. Penso che il presidente non avrebbe potuto fare nient'altro.»

 

Come gira in Europa e nel Mondo la vicenda della Certosa di Trisulti
https://amp.rfi.fr/br/europa/20200605-mosteiro-de-trisulti-um-possível-endereço-para-a-extrema-direita-americana-na-itália
dal sito di Rádio França Internacional – RFI in lingua spagnola

 

 

 

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David Sassoli per la libertà di stampa

DavideSassoli Pres parlamentoUE "David Sassoli

VI PREGHEREI DI CONDIVIDERE QUESTO APPELLO
Vi pregherei, con educazione, di condividere il più possibile questo appello prima che sia troppo tardi, perché stiamo arrivando rapidamente a un punto di non ritorno.
Vari esponenti del governo di Salvini e Di Maio - prima sussurrando, poi sempre più platealmente, spudoratamente - cominciano a intimidire la libera stampa, minacciando di tagliare affidamenti pubblicitari, e attaccando i giornali - e ormai anche i giornalisti - che osano criticare la sua azione.
Attenzione, perché a finire come la Turchia o come l'Ungheria ci vuole poco, pochissimo.
Per questo vi chiedo di fare vostra questa denuncia, questo appello: proprio perché loro confidano nel silenzio, nell'assuefazione, per creare il fatto compiuto.
Noi invece diciamo, se necessario urliamo, che non possiamo essere né complici né testimoni silenziosi di questa vergogna. La libertà di stampa non può essere toccata, ma nemmeno sfiorata, nemmeno minimamente messa in discussione!
Non scherziamo!
Grazie!'"

 

03/08/2019

 

 

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Ceccano. Conferenza stampa del Coordinamento Acqua Pubblica

Campioni di acqua fornita da AceaAto5 a Ceccano mindi Valentino Bettinelli - Ancora la questiona idrica a tenere banco nella provincia di Frosinone. La sala consiliare del Comune di Ceccano ha visto la presenza di molti cittadini accorsi in occasione della conferenza stampa convocata dal Coordinamento Acqua Pubblica per la mattinata del 1 ottobre 2018.
Sul banco degli imputati il gestore Acea Ato 5, ritenuto responsabile di una cattiva gestione e di continue vessazioni nei confronti degli utenti.
L’onere di apertura dell’incontro è ricaduto sul portavoce ceccanese Domenico Aversa, il quale ha ringraziato per la nutrita presenza il “popolo dell’acqua”, rappresentato dai vari comitati che operano sul territorio provinciale. Lo stesso Aversa ha ribadito la ferma intenzione del coordinamento tutto di “continuare in questa lotta, al fine di arrivare a difendersi ad armi pari con il gestore”, chiamando anche in causa la politica, obbligata a “tornare a svolgere il suo ruolo di supporto alle necessità della cittadinanza”.
Nella conferenza la parte politica era rappresentata dal Sindaco di Ceccano Roberto Caligiore e dal Senatore Massimo Ruspandini. Se il parlamentare si è concentrato maggiormente sul suo impegno a livello nazionale, che potrebbe portare la questione sui banchi delle commissioni di competenza, il Sindaco Caligiore si è soffermato sul problema locale. L’obiettivo del primo cittadino fabraterno, il quale ha riconosciuto ai comitati la primogenitura della battaglia, è quello di superare la gestione privata di marca Ato 5. Lo stesso Caligiore si è fatto promotore, assieme ad altri sindaci, del fronte anti Acea, portando avanti il processo di risoluzione contrattuale, approvato in sede di assemblea dei sindaci il 13 dicembre 2016. A diretta domanda su un’alternativa di gestione, però, Caligiore si trincera dietro un rimpallo di responsabilità nei confronti della “nota burocrazia italiana, fatta di ricorsi su ricorsi, che non consentono l’effettivaCeccano noAceaAto5 il tavolo politici e rappresentanti della associazione promotrice min messa in atto del progetto”, non esplicitando una reale opportunità di differente gestione del servizio idrico.

A curare la parte più tecnica del dibattito, l’Ingegnere Mario Antonellis, che si è unito agli altri relatori nell’intercettare “l’ignavia della politica”, aggiungendo una considerazione rilevante sulle “responsabilità non marginali della magistratura”, contestando il merito delle sentenze arrivate negli anni in favore di Acea.
Oltre al problema gestionale e di vessazione economica nei confronti degli utenti, l’Ing. Antonellis ha tenuto a sottolineare gravi responsabilità sulla non potabilità delle acque; condizione che crea innumerevoli problemi per la salute dei cittadini.
Obiettivo di Antonellis anche la S.T.O., accusata dallo stesso di “operare in favore del gestore e non dell’utenza”.
Al termine del suo intervento, l’Ingegnere ha presentato un documento, indirizzato a Roberto Fico, Giovanni Tria e al Comune di Roma

Capitale (in quanto partecipante nelle quote societarie Acea), in cui si richiede lo stralcio del Decreto Padoan del 22 febbraio 2016 (G.U. n. 58 del 10/03/2016); decreto che concede alla società Acea Ato 5 il recupero coattivo dei crediti potenziali, senza l’intervento dei tribunali deputati al giudizio.
Con la presentazione di tale documento i relatori hanno ringraziato tutti i presenti, dando appuntamento a successivi momenti di confronto su un tema di stretta attualità per i cittadini.

 

 

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Libertà di stampa: nuvole nere all’orizzonte

giornali in edicola 350 260di Valentino Bettinelli - L’ultimo rapporto dell’organizzazione “Reporters sans frontières” denuncia un netto peggioramento dello “stato di salute” dell’informazione in Europa.

I dati mettono in luce un lento e costante declino della libertà di stampa nei Paesi del Vecchio Continente. Le azioni di molti leader politici, volte a denigrare e delegittimare il ruolo della stampa, mettono spesso a repentaglio la sopravvivenza di un mondo fondamentale per lo sviluppo del senso critico nella società civile. Molti professionisti, nel corso degli anni, hanno pagato con la loro stessa vita il lavoro di inchiesta e denuncia.

Per quel che riguarda lo scenario italiano, dal dopoguerra ad oggi, sono 28 gli “angeli dell’informazione” caduti nelle loro battaglie non armate. A questo tragico conto vanno aggiunti gli oltre 1400 cronisti che, dal 2006, vivono sotto le costanti minacce della criminalità organizzata, spesso mossa da burattinai politici che hanno come unico obiettivo quello della vile censura degli scomodi contestatori.

Siamo davanti a un grosso problema italiano, in cui la libertà di stampa e di informazione vengono fortemente minate, un problema che indebolisce ancor di più della crisi economica la struttura democratica. L’articolo 21 della Costituzione e le dichiarazioni universali dei diritti che valgono nelle società democratiche devono valere sempre e comunque come principi guida. Essi sanciscono, insieme al diritto di cronaca, il diritto dei cittadini di ricevere un’informazione libera, corretta e completa.

“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.” (Costituzione della Repubblica Italiana - art.21, comma I/II)

 

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Magistratura e stampa, siamo alle solite

aperturaannogiudiziario2015 350 260di Elia Fiorillo - Magistratura e stampa, questione irrisolta.
E ci risiamo. Periodicamente scoppia il caso dei rapporti della magistratura con la stampa. Si annunciano conseguentemente dai “piani alti” del Consiglio superiore della magistratura “linee guida” per regolamentare la delicata materia. Poi, “passata la festa... gabbato lo santo”. Nel senso che l’argomento è proprio delicato e, allora, meglio lasciar perdere sino alla prossima esternazione.

“Come dicono gli allenatori di calcio, ogni partita deve avere la sua cronaca. Oggi parliamo di questa cronaca, di questa bella partita che è stata fatta dalla Dda insieme ai carabinieri di Catania”, così ha risposto il procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro, ai giornalisti che gli chiedevano dell’inchiesta sulle Ong, a margine di una conferenza stampa su un’operazione antimafia. Lo stesso magistrato che con una sua esternazione ha fatto scoppiare il caso mediatico delle Organizzazioni non governative che lucrerebbero sui salvataggi in mare. Certo, ogni partita deve avere la sua cronaca, ma le partite di calcio sono una cosa e quelle giudiziarie un’altra. Eppoi, i giocatori che calciano il pallone sono sotto gli occhi di tutti e tutti possono dire la loro sul “cronista”. Se sa fare bene il suo mestiere oppure è una schiappa. C’è una bella differenza tra un tiro in porta ed una comunicazione di garanzia.

Le dichiarazioni dei magistrati alla stampa, non circostanziate con nomi e cognomi e ipotesi di reato, possono diventare fuorvianti per l’opinione pubblica. Una cosa è che il politico faccia supposizioni non documentate, un’altra è che un magistrato si esprima allo stesso modo. E’ proprio quello che è avvenuto con le affermazioni del procuratore Zuccaro. Ipotesi investigative interessanti, ma per il momento solo tesi che hanno scatenato il putiferio politico dei “pro” e dei “contro”, solo in base a “ragionamenti politici”.

Matteo Salvini non perde l’occasione per diventare il paladino - meglio la guardia armata - del procuratore. Lui certa gente profuga, siano donne o bambini, non la vuole sul suolo patrio. Se poi alcune organizzazioni ci mangiano pure sui salvataggi, allora la misura è proprio superata. Per converso altri politici ci vanno cauti non facendo di “tutt’erba un fascio”. Ciò non significa che personaggi di organizzazioni che hanno finalità umanitarie non commettano reati sfruttando il bisogno, la miseria, la disperazione di tanta povera gente.

Alle ipotesi di reato avanzate da Zuccaro il Consiglio superiore della magistratura ha offerto “ogni sostegno possibile” affinché “le indagini condotte dalla procura di Catania, così come quelle svolte da altri uffici inquirenti sulle stesse ipotesi investigative, possano svolgersi con la massima efficacia e celerità”. Ciò non significa che il Csm abbia gradito le esternazioni del procuratore. Probabilmente non ci saranno azioni disciplinari che in caso di condanna o assoluzione avrebbero scatenato gli opposti estremismi della politica e della società civile. Resta il fatto che l’organo di autogoverno dei giudici vuole regolare le dichiarazioni alla stampa dei magistrati. Infatti, il Comitato di presidenza del Csm ipotizza di definire con “urgenza” linee guida per i rapporti dei magistrati con i media. Ciò per “consentire all’organo di governo autonomo d’intervenire, con efficacia, equanimità e tempestività, di fronte a condotte di esternazioni di magistrati che si caratterizzano per gravi ed evidenti violazioni dei canoni di moderazione, continenza e riserbo in un equilibrato rapporto con i mezzi d’informazione”.

Di esternazioni inopportune di magistrati ce ne sono state diverse in questi ultimi anni. C’è da ricordare, ad esempio, l’intervista al Mattino del giudice di Cassazione Antonio Esposito data qualche giorno dopo la sentenza di condanna per frode fiscale di Berlusconi. Allora il Csm nel processo disciplinare al magistrato per violazione del riserbo lo assolse. L’intervista fu inopportuna, ma “non ci fu alcuna anticipazione delle motivazioni della sentenza” a carico del leader di Forza Italia. Più dirompenti le dichiarazioni dell’ex magistrato Luigi De Magistris riportate nel libro di Gian Marco Chiocci e Simone di Meo, "De Magistris, Il pubblico ministero. Biografia non autorizzata". Da magistrato affermava: "Fare la guerra alla politica. Scassarla. Ridurla ad ancella del potere giudiziario". Le sue posizioni radicali sulla politica cambiano quando lascia la magistratura e diviene lui stesso un "politico". "Questo Paese - afferma -, nel bene e nel male, è stato troppo condizionato dall'attività giudiziaria". Se lo dice lui!

 
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La stampa frusinate parla di disoccupazione

IL lavoro è vitadi Corrado Trento da Ciociariaoggi.it - A maggio 352 lavoratori percepiranno l’ultimo assegno, poi non avranno più alcun tipo di ammortizzatore sociale». Gino Rossi è uno dei leader della Vertenza Frusinate. Non usa mezzi termini e dice: «Abbiamo saputo che il presidente della Provincia Antonio Pompeo ha fissato per il 2 maggio un vertice con la Regione. È troppo tardi e non possiamo aspettare. Se venerdì (ndr: domani per chi legge) non sarà stata fissata una data certa, non escludiamo di riprendere l’assemblea permanente che abbiamo interrotto nei mesi scorsi alla Provincia».

Una sorta di occupazione. Continua Gino Rossi: «Quando il presidente della Regione Nicola Zingaretti ha partecipato alla convention dell’assessore Mauro Buschini ci fu un incontro in Prefettura. In quell’occasione fu detto chiaramente che ci sarebbero state delle iniziative concrete. Non le vediamo. Il documento redatto dal presidente della Provincia Antonio Pompeo è stato firmato da 78 sindaci, ma quel documento è stato mandato per e-mail alla Regione. Mi chiedo perché non sono andati tutti i sindaci alla Pisana, mi chiedo perché non abbiamo avuto più risposte. Siamo stanchi e stremati. La classe politica si rende conto di cosa vuol dire non avere più ammortizzatori sociali? Si era parlato di reddito di dignità, ma anche in quel caso abbiamo registrato soltanto chiacchiere.

La Provincia sostiene che spetta alla Regione assumere l’iniziativa, la Regione ribatte che devono essere gli amministratori locali a prendere in mano la situazione. In mezzo ci siamo noi: 352 persone, madri e padri di famiglia. E in questa situazione ci sono altri 157 lavoratori da un anno. Riteniamo fondamentale un’assemblea con i sindaci, con il presidente della Provincia, con i referenti della Regione. Magari alla presenza del Prefetto. La situazione è gravissima e giugno ormai è alle porte. Non riusciamo a comprendere come non si consideri la drammaticità della situazione del lavoro e del reddito. Siamo davvero allo stremo».
Frosinone - CIOCIARIAOGGI.IT

 
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La mia prima conferenza stampa

Anagni la Sala della Ragionedi Antonella Necci - Non sono una vera giornalista. Questo tutti coloro che avranno letto le mie note biografiche lo sapranno, ma oggi, per accompagnare il mio boss, ho partecipato alla mia prima conferenza stampa.

Assistere ad una conferenza stampa, mi sono detta prima che cominciasse, sarà come guardare una trasmissione di "Prime Time", o una puntata di quei talk shows dove si invitano solo i politici. Impongo a me stessa di non parlare. Ascoltare in religioso silenzio ed imparare qualcosa di nuovo, fuori dal mondo della scuola.
Non c'è niente di più bello che svolgere nuove esperienze lavorative, mi dico mentre ascolto parlare, prima il sindaco di Anagni, Fausto Bassetta e poi l'assessore alla cultura e vice- sindaco, Marilena Ciprani e quello al bilancio, Aurelio Tagliaboschi.
La prof. ssa Ciprani ha presentato il festival medioevale e rinascimentale, ha spiegato le motivazioni per cui, un'opera rinascimentale come "il mercante di Venezia" dovesse essere posta all'apertura del festival e non a sua conclusione come sarebbe stato più naturale, visto che lo scopo delle rappresentazioni era di ripercorrere i due periodi storici in ordine cronologico.

Il pensiero della prof. ssa Ciprani è stato lineare e coerente con le scelte oculate che sono state le linee guida del festival di quest'anno, ma comincio ad osservare, nei "colleghi", un certo malcontento, che sfocia, poi, in una serie di piccole ed inopportune critiche, da parte di persone che poco o nulla sapranno dei periodi storici di cui si sta parlando.
In quel momento ho compreso che esiste un mestiere che io non sarei mai in grado di svolgere. Quello del politico.
Occorrono nervi saldi come quelli di un vigile del fuoco di fronte ad un incendio.Anagni. Sala gialla confernza stampa del sindaco Distacco come se tutto il mondo circostante fosse in una galassia parallela.
E così, mentre fuori da me imperversa una impercettibile diatriba fatta di doppi sensi, che non comprendo perché avulsa dal mondo anagnino, sorrisi gentili ma fermi, parole dette e non dette, il mio pensiero comincia fluidamente a scorrere e a ragionare. Mi ritrovo a pensare quanto potrebbe essere semplice la vita se solo la gente facesse il piccolo sforzo di evitare ipocrisie e convenevoli inutili. Per parafrasare qualche mozzicone di frase che mi giungeva, infastidendo la mia riflessione, se solo si smettesse di essere tutti convenzionalmente "Giapponesi", e invece dei tanti inchini, si cominciasse a sbattere scarpe sul tavolo come hanno fatto gli uomini più influenti della Terra, forse la gente imparerebbe ad ascoltare, a capire e a rielaborare.

Perché questo é il meccanismo che il nostro cervello svolge sempre più a fatica, e il più delle volte si emettono suoni e parole prima ancora che questi passino attraverso il filtro della ragione e del raziocinio. Suoni e parole in libertà, come per il poeta Marinetti.

Provo a non compiere l'errore di parlare a briglia sciolta. Mi sono preparata sugli argomenti che stanno trattando e cerco di porre qualche timida domanda che anela una risposta chiarificatrice. Che giunge. Opportuna, appropriata, competente.
Osservo che con il sindaco i commenti e le mezze frasi si fanno meno manifeste, anzi totalmente silenziose. Dalle facce capisco che non osano. Il potere esercita un fascino coercitivo troppo potente da distruggere. O forse si sta solo facendo tardi e l'ora di cena incalza con le sue necessità.

È stata un'esperienza interessante ed istruttiva. Un lasso limitato di tempo che mi ha fatto confluire nuove sensazioni e nuovi stimoli per scrivere i prossimi articoli. Devo solo distaccarmi ed indirizzare il mio pensiero verso i nuovi obiettivi. Devo, ma quella galassia parallela la sento ribollire dentro di me. I pensieri diventano un vortice inebriante, ma confuso. Non farò mai parte del mondo politico. Ne sono certa. Certo però che mentre mi allontano, sento che sto mentendo a me stessa. La politica è davvero divertente!

25/8/2014

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