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Dici TAV e subito si apre un dibattito

Oggi si tenta di correre ai ripari. Ma possiamo dire ad onor del vero che siamo sulla strada giusta?

ETR 350 260Franco Di Giorgio - L’articolo di Maurizio Cerroni “Anni ’90, il TAV corre sul territorio di Ceccano” è molto interessante e richiama alla mente le grandi tensioni che si determinarono in quegli anni attorno ad un opera che, indipendentemente dalle posizioni assunte da molti, si configurava fin dall’inizio come necessità strategica per il Paese.

Cerroni racconta molto bene gli eventi accaduti nel territorio di Ceccano e i suoi interventi in qualità di sindaco a tutela della collettività. Purtroppo in quegli anni non fu sempre come a Ceccano.
Nel senso che furono in tanti ad agitare i problemi solo per tornaconto personale!

Le tensioni attorno a quest’opera furono tante come tante furono le “false notizie” che venivano somministrate a cadenza continua sulla popolazione: l’ambiente sarebbe stato stravolto, i campi magnetici prodotti dall’alta tensione avrebbero prodotto malattie, gli indennizzi sarebbero stati irrisori rispetto ai grandi “affari”delle imprese, e via di questo passo.

E mentre tutto questo avveniva, si organizzavano comitati di lotta per la “tutela del territorio” in ogni angolo della provincia.
A Fiuggi, nel corso di un convegno sindacale sul tema, un alto dirigente delle Ferrovie nel suo lungo intervento teso a dimostrare la bontà dell’opera e la necessità di preservare i lavori da possibili contaminazioni camorristiche, chiosò: “siamo attenti a ogni ragionevole richiesta che proviene dal territorio, come siamo altresì sensibili ad ogni proposta migliorativa dei lavori in corso, ma una cosa è sorprendente, finora non ci è pervenuta alcuna richiesta tendente a insediare eventuali fabbriche connesse alla gestione e funzionalità futura dell’alta velocità!”.

In realtà furono in molti, sfruttando la confusione che regnava sulla valutazione della bontà dell’opera e sulle possibili “catastrofi ambientali”, ad alzare la posta.
Molti sindaci chiesero ed ottennero fondi per le cosiddette “opere compensative”, molti privati ebbero sopravvalutate le stime sui beni che avrebbero dovuto cedere perché insistenti sulla linea ferroviaria in costruzione. Lo stesso ministro dell’ambiente dell’epoca, Alfonso Pecoraro Scanio, chiese ed ottenne che lungo il percorso fossero installati dei cassonetti di legno entro i quali mettere a dimora piante con annessi sistemi irrigui (un progetto altamente costoso e inutile i cui risultati oggi tutti possono verificare da vicino!).

Tra le tante cose che accaddero in quel periodo ci fu anche qualche sindaco del cassinate che andò a protestare in prefettura a favore di imprese che, causa certificazioni negative dell’antimafia, furono estromesse dagli appalti!
Una gran confusione dunque che autorizzava chiunque a giocarsi “le carte“ in proprio senza alcun coordinamento e soprattutto senza una visione comune non solo sulla validità dell’opera, ma anche sulla sua incidenza nella vita economica della provincia.
Oggi il treno veloce sfreccia normalmente ogni giorno. Nessuno ha da lamentare malattie, né catastrofi, né tantomeno stravolgimenti ambientali o territoriali. Certo per molti resta l’amarezza. Soprattutto per quelli che si resero strumenti inconsapevoli di disegni altrui che ci hanno guadagnato e molto, mentre i poveri fessi hanno avuto appena gli indennizzi a prezzo agricolo!

Per l’intera collettività resta l’amarezza di non aver potuto cogliere la grande opportunità costituita da questa grande opera infrastrutturale.
Oggi si tenta di correre ai ripari. Ma possiamo dire ad onor del vero che siamo sulla strada giusta?
Il quesito si impone perché come tutti sanno chi eroga servizi, come in questo caso il trasporto veloce, si attrezza ed è presente se ci sono clienti o utenti che siano.
Allo stato degli atti l’utilizzo delle fermate di Cassino e Frosinone interessano una media di 5 utenti al giorno. Pochini per giustificare l’erogazione di un servizio così importante e complesso.
Ma questo era inevitabile. Sul problema si è voluto solo fare grande propaganda, di cui Pignacelli è stato lo strumento più folcloristico, senza però affrontare il problema alla radice.

La provincia di Frosinone è in stato comatoso da decenni. Non vengono affrontate le grandi questioni infrastrutturali della distribuzione dell’acqua per usi civili ed industriali, dei sistemi fognari, dei sistemi di depurazione, di una moderna rete di raccolta e smaltimento dei rifiuti, di servizi efficienti alle imprese ed alle industrie. Affrontare e risolvere questi problemi significa porre le premesse per il rilancio economico e quindi anche di esigenze vitali di trasporto veloce.
Morale: quando si decide di costruire una casa si comincia dalle fondamenta, non dal tetto!

Franco Di Giorgio
11.08.2020

 

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Ceccano. Il Commissario intervenga subito su ACEA ATO 5

Disservizi idrici sul territorio di Ceccano che causano criticità insostenibili per i cittadini

e.piroli acqua 2020 350 minIl perdurare dei disservizi idrici sul territorio di Ceccano sta causando una criticità insostenibile per i cittadini. Per sollecitare un intervento doveroso del gestore, storicamente inadempiente, abbiamo chiesto al Commissario Straordinario di garantire la tutela di un diritto umano inalienabile come l’acqua.

Già nella manifestazione da noi organizzata sull’acqua come bene comune, avevamo parlato, accogliendo le istanze dei comitati, del malfunzionamento della gestione del servizio idrico integrato da parte di Acea Ato 5, evidenziando tutte le mancanze da parte del gestore nei confronti dell’utenza.

Adesso la situazione ha davvero superato il limite, e Acea non può più ignorare le difficoltà dei cittadini, costretti a vivere senza acqua in casa, o con acqua per pochissime ore al giorno. Anche chi si è dotato di un serbatoio non riesce ad avere un sufficiente approvvigionamento idrico, a causa della bassa pressione dell’acqua della condotta principale. Tali disservizi sono totalmente ascrivibili alle inadempienze del gestore nella manutenzione e sostituzione delle tubazioni, come previsto dal contratto. È inaccettabile che ancora la rete sia un colabrodo, causando perdite continue, a danno degli utenti che sono costretti, nella maggior parte dei casi, a pagare l’aria, dato che i contatori girano a vuoto.

Nemmeno l’emergenza sanitaria sembra aver smosso le coscienze di Acea, troppo impegnata, evidentemente, a garantire i propri utili, a danno dei cittadini. Noi non possiamo tollerare che questo atteggiamento prosegua oltre. Ieri abbiamo inoltrato una richiesta al Commissario Ranieri per tamponare questa situazione.

Il gestore deve comunque attivarsi con celerità, affinché venga almeno garantito l’approvvigionamento minimo a tutti i cittadini, poiché questa situazione sta causando non pochi disagi e, a volte, anche situazioni insostenibili, che causano danni alla salute stessa delle persone.

È nostra chiara intenzione quella di segnalare e registrare costantemente tutte le inadempienze e le mancanze contrattuali di Acea Ato 5, per sottoporle a chi di dovere, rafforzando la volontà di risoluzione del contratto.

Emanuela Piroli e la sua coalizione

 

 

 

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M5S. Subito Consiglio Regionale su riapertura scuole

Inviata richiesta per seduta dedicata a interventi di edilizia scolastica e misure per garantire riapertura scuole in sicurezza dopo emergenza covid

regione lazio 350 260Roma, 12 giugno – “Subito la convocazione di un consiglio regionale straordinario sugli interventi di edilizia scolastica e le misure da adottare per l’anno scolastico 2019-2020 e garantire così la riapertura delle scuole del Lazio in totale sicurezza a fronte dell’emergenza coronavirus e delle criticità pregresse, come quelle evidenziate nel report Censis 2018 in base al quale il Lazio risulta essere la prima regione in Italia per scuole non conformi alla normativa con oltre il 70% degli istituti scolastici privi dei certificati di agibilità e di prevenzione incendi”.

Questa, in sintesi, la richiesta di una lettera al presidente del Consiglio regionale del Lazio, Mauro Buschini, firmata dai consiglieri regionali M5S del Lazio insieme con gli esponenti delle altre forze politiche.

“Non possiamo permetterci che i nostri figli per il prossimo anno scolastico tornino tra i banchi di scuola in condizioni ancora più precarie di quelle prima del lockdown fronteggiando, oltre ai disagi dell’emergenza coronavirus, anche quelli strutturali legati alla sicurezza degli edifici scolastici – dichiara Roberta Lombardi, capogruppo M5S in Regione Lazio e prima firmataria delle missiva – Da mamma di due bimbi piccoli,M5S logo min ho vissuto direttamente fino a qualche giorno fa i disagi di varia natura legati alla didattica a distanza insieme con l’ansia del futuro perché non si sa ancora se e in quali condizioni vedrò tornare i miei figli a scuola. Di sicuro questa pandemia globale ci costringe a non poter più girare la faccia dall’altra parte davanti a quelle difficoltà preesistenti che vanno a sommarsi a quelle straordinarie e del tutto inaspettate che ci hanno travolto come genitori e come cittadini nelle Istituzioni”.

"Mi auguro che la seduta straordinaria del Consiglio regionale sulla riapertura delle scuole sia l'occasione per far sì che si arrivi preparati all'inizio del prossimo anno scolastico, con la consapevolezza delle criticità peculiari dei vari territori del Lazio", conclude Lombardi.

Ufficio Comunicazione M5S Regione Lazio
XI Legislatura

 

 

 

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Approvare subito le delibere del Forum giovani su Solidiamo e spazi pubblici comunali

“L’amministrazione e il consiglio approvino subito le delibere del Forum giovani su solidiamo e spazi pubblici comunali“

PalazzoComunaleFrosinone 350 260di Jacopo Nannini - L’ultima assemblea del Forum dei giovani di Frosinone ha approvato una mozione presentata da Francesco Lemma, sottoscritta da molti ragazzi e dallo stesso Vicepresidente Lorenzo Federico, contenente due fondamentali proposte da presentare all’amministrazione comunale circa il progetto “Solidiamo” e l’utilizzo dei locali comunali  della città con wi-fi per gli studenti liceali e universitari  per esami e qualunque necessità legata alla didattica a distanza. 

Con lo sblocco immediato dei fondi di Solidiamo, al netto delle storiche richieste di modifica e potenziamento del progetto, si darebbe una fondamentale boccata d’ossigeno alle famiglie in difficoltà a causa delle evidenti conseguenze economiche che il covid-19 ha portato. Aggiungendosi agli aiuti dal Governo e dalla Regione, l’accesso a questi fondi permetterebbe di avere maggiore liquidità per il pagamento del canone degli affitti per gli studenti fuorisede, l’acquisto di dispositivi informatici utili per la didattica, il pagamento di una parte delle rette universitari e molte altre spese che i giovani in difficoltà e le loro famiglie dovranno sostenere.

Queste misure di certo non hanno l’ambizione di risolvere il problema delle carenze nella tutela del diritto allo studio, ma rappresenterebbero, se accolte, un segnale importante da parte dell’amministrazione nel venire incontro alle reali esigenze dei giovani in città, in un momento in cui lo sforzo di tutte le amministrazioni deve essere accomunato dall’obiettivo di tutelare tutte quelle parti della società in difficoltà nel nome del principio di solidarietà sociale e rimozione degli ostacoli di natura economica, come la nostra stupenda ed eterna Costituzione sancisce. 

Data l’urgente necessità di tali provvedimenti, l’amministrazione e il consiglio comunale stesso devono celermente valutare queste proposte, approvate a larghissima maggioranza in un organo , come quello del Forum dei Giovani, preposto al dibattito sulle politiche giovanili.

Urge dare ascolto alla mozione presentata da Francesco Lemma e sottoscritta da tanti altri giovani, appoggiata dalla vicepresidenza e richiesta anche da numerose realtà politiche e associative sul territorio, per segnare davvero un passaggio fondamentale verso la convinzione che non siamo “tutti sulla stessa barca”, ma che ci sono parti della società che vivono momenti economicamente drammatici e necessitano più di altre un messaggio concreto di presenza da parte di una politica che ha il dovere di tutelare e ridurre le diseguaglianze in una comunità sociale che evidenzia sempre di più delle fragilità strutturali.

 

 

 

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Trasferire subito i reparti materno infantili presso l’Ospedale di Colleferro

 Covid 19

logocomitatoospedalecolleferroColleferro 29/03/2020

Alla cortese attenzione Ministro della Salute
C.A. Roberto Speranza

Presidente della Regione Lazio
Nicola Zingaretti Commissario ad acta per la sanità

Assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato

Direzione Generale ASLRM5 Dottor Santonocito

Al Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli
Al Sindaco del Comune di Colleferro Sanna E per conoscenza
Al Sindaco del Comune di Palestrina Moretti Coordinatori del Tavolo del Comprensorio della Sanità

Oggetto: Integrazione a trasferimento immediato presso l’Ospedale di Colleferro dei reparti materno infantili

La Direzione Strategica della ASL Roma 5, insieme all‘assessorato alla Salute della Regione Lazio, ha determinato di convertire il Presidio Ospedaliero (PO) di Palestrina in Covid hospital.
Il Presidio ospedaliero di Palestrina, sarà quindi dedicato esclusivamente alla cura dei pazienti affetti da Coronavirus e che garantirà 60/80 posti letto, pertanto ogni altra prestazione sanitaria no-Covid è delegata agli altri ospedali della Rete.
In particolare, all’interno del Presidio Ospedaliero di Palestrina – Covid hospital sarà garantito il Percorso nascita per donne Covid positive. A tal fine il reparto di Ostetricia sarà mantenuto in piena operatività pronto per un’eventuale attivazione in urgenza con equipe immediatamente attivabile in reperibilità, così come le dotazioni tecnologiche e le sale parto.
Per le pazienti che hanno programmato di partorire presso il Punto Nascita del PO di Palestrina è che non sono positive saranno accolte presso l’ospedale di Tivoli (Dea di I livello), nel reparto No-Covid.
In conclusione tutta l’attività ospedaliera no-Covid è dirottata verso altri ospedali.

Il Comitato esprime contrarietà alla totale riconversione dell’ospedale Bernardini a covid-19 che, oltre a sguarnire ingiustamente la popolazione del distretto Prenestino, finisce con il comprimere l'offerta sanitaria nell'intera Asl Rm5, che già ora dispone di appena un terzo dei posti letto che dovrebbe avere secondo gli standard regionali.

Il Comitato, proprio per questo motivo, se la Regione dovesse confermare tale sciagurata scelta, chiede quantomeno di preservare reparti e servizi del Bernardini, riallocandoli negli ospedali più vicini, come Colleferro, titolare dei reparti neonatali fino al 5 luglio 2015, data del loro trasferimento nel nosocomio di Palestrina.

Ciò premesso, il Comitato condivide la preoccupazione del personale sanitario che chiede all’Amministrazione Regionale e Sanitaria idonee dotazioni di protezione individuali per prestare servizio con le dovute garanzie a tutela della loro salute, di quella dei pazienti e dipendenti, secondo la circolare del Direttore generale della programmazione del Ministero della salute del 25 marzo, che ha aggiornato le linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e territoriali in corso di emergenza COVID-19.

Premesso altresì che l’ospedale di Colleferro è nelle condizioni di assicurare assistenza a tutto il bacino del comprensorio - circa 130.000 abitanti - che altrimenti resterebbe privo di un servizio pubblico essenziale per la pediatrica e la ginecologica;
Considerata l’adeguatezza della struttura ospedaliera di Colleferro e al fine di non gravare ulteriormente sugli altri ospedali, il Comitato per venire incontro alle richieste della cittadinanza chiede in modo formale:
- L’immediato trasferimento dei reparti materno-infantili presso l’Ospedale L. P. Delfino, anche al fine di recuperare posti letto in altre strutture;
- Al sindaco di Colleferro di avanzare analoga richiesta di riassegnazione dei reparti materno- infantili e di darne comunicazioni a tutte le Autorità competenti nonché di assicurare ove necessario un supporto anche economico, considerate le donazioni di privati a favore del nostro ospedale;
- Alla Regione Lazio e al Sindaco di Colleferro che, a seguito della attivazione presso l’Ospedale L.P.Delfino dal 28 marzo di ulteriori 5 posti letto di terapia intensiva per il Covid19, essi siano assegnati in via permanente anche dopo la fine dell’emergenza del coronavirus.

Ai coordinatori del Tavolo permanente dei Comuni dei Monti Prenestini, della Valle del Sacco e dei Monti Lepini - Sindaci del Comune di Colleferro e Palestrina - costituito a ottobre 2019, il loro operoso intervento a favore della sicurezza delle proprie comunità, tenuto conto del rapporto di collaborazione e del clima di cooperazione che si è instaurato tra le due Amministrazioni sulla questione dei servizi sanitari.
Restiamo in attesa di un tempestivo riscontro in merito.

“A difesa dell’ospedale di Colleferro” Gabriella Collacchi, Portavoce Comitato Ina Camilli, Coordinatore Comitato

 

 

Modulo nuovo di Autocertificazione per ottemperare alle disposizioni dell'emergenza coronavirus da SCARICARE, STAMPARE e COMPILARE

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Che il Prefetto sia garante di sicurezza e mezzi per vivere

Agenda dei Disoccupati

vertenza frusinate definitivodi Luigi Carlini - Considerato che Vertenza Frusinate al momento non può fare nessuna rivendicazione visto gli eventi tragici che stiamo attraversando (Covid 19), possiamo solo agire virtualmente.

Oggi ho provveduto ad inviare la seguente nota a:

Prefetto di Frosinone Dott. Ignazio Portelli
al presidente della Provincia di Frosinone Antonio Pompeo
al vice presidente della provincia di Frosinone Luigi Vagana
al presidente del consiglio di Frosinone Daniele Maura
all'assessore al lavoro del Lazio Claudio di Berardino
alla segreteria lavoro del Lazio
alla segreteria formazione del Lazio
e per conoscenza ai segretari nazionali generali di cgil,cisl,uil e ugl
ed ai segretari provinciali di cgil,cisl,uil e ugl
a tutti i politici del territorio di maggioranza e opposizione
della camera del senato e della regione Lazio e consiglieri provinciali
e a tutti i politici di nostra conoscenza
e a tutti i sindaci di nostra conoscenza

impegnatevi a condividere tutto questo e mandatela ai vostri sindaci
E' IMPORTANTE.
Inoltre questa mail è stata inviata a tutta l'informazione locale e regionale di nostra conoscenza ed anche alla redazione de ilfattoquoditiano.it

«Egregio Sig. Prefetto:
Lei conosce perfettamente la lotta dei disoccupati che si sono autoorganizzati sotto la sigla di Vertenza Frusinate.
Ci rendiamo conto del difficile momento che si sta vivendo, ma siamo costretti a disturbarla nuovamente in quanto è dal 02/01/2020 che è scaduta la mobilità in deroga e pur essendo stato approvato il rifinanziamento, ad oggi non abbiamo notizie a riguardo.

Siamo esausti e demoralizzati, sentiamo giustamente parlare di provvedimenti urgenti da parte del Governo verso le imprese e chi non può lavorare a causa dell'attuale situazione (Covid 19), ma sulla situazione del rifinanziamento della mobilità in deroga nella nostra zona Frosinone - Rieti, abbiamo notizie molto vaghe e spesso contrastanti anche in riferimento all'ultimo decreto.
Mentre altre aree di crisi complessa stanno avanti come sempre nelle ripartizioni e nelle RASSICURAZIONI verso i disoccupati perchè evidentemente qualcuno spinge, nella nostra area di crisi complessa, siamo sempre il fanalino di coda.

Il 21/02/2020, le sigle sindacali hanno incontrato l'Assessore al lavoro del Lazio, non si è ben capito l'esito di tale incontro, ci viene detto ancora oggi che devono essere fatte le ripartizioni del denaro stanziato, ma non sappiamo quando questo avverrà poichè nessuno risponde alle nostre ripetute richieste di aggiornamenti o al massimo ci viene risposto che dobbiamo aspettare.

La situazione sta diventando drammatica, il denaro che ci è stato erogato a saldo della vecchia deroga, è bastato a malapena a coprire i debiti fatti nei 9 mesi durante i quali non avevamo percepito alcun reddito.
Ogni anno ci viene promesso dalle istituzioni che la procedura successiva avrà tempi più rapidi ma alla fine questo non si è mai verificato e ancora oggi ci troviamo ad attendere mesi.

Chiediamo cortesemente, nei limiti del possibile, un suo intervento per fare chiarezza sulla situazione e eventualmente sollecitare chi di dovere.

Egregio Signor Prefetto Lei ha ricevuto la lettera dei sindacati che le sollecitano il massimo rigore nel verificare il rispetto del decreto 22 marzo sulla sicurezza nelle attività lavorative che noi condividiamo con il cuore e la mente. Le chiediamo con la stessa forza che Lei si accerti con lo stesso rigore dell'erogazione dei provvedimenti economici previsti nei decreti in vigore. Anche questa è sopravvivenza. Grazie»

 

Vertenza Frusinate

 

 

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Coronavirus. AceaAto riallacci subito le utenze staccate

  • Pubblicato in da Sora

Emergenza Covid-19: riallacciare le utenze idriche

M5S logo minIl M5S Sora ha rivolto un appello al Prefetto, confidando nella sua sensibilità e sulla sua attenta analisi, per chiedere al gestore idrico di riallacciare,a causa dell’emergenza legata al “coronavirus”, le utenze residenziali disattivate negli ultimi mesi.

Attualmente tutte le Istituzioni stanno lavorando senza sosta per cercare di porre un freno all’estensione del contagio e tranquillizzare i cittadini. Sono state adottate varie misure, da quelle più stringenti nelle cosiddette zone rosse, a quelle che altro non sono che semplici misure di buon senso e di igiene personale che tutti dovrebbero adottare quotidianamente al di là di un’emergenza sanitaria, si pensi ad esempio al consiglio di lavare spesso le mani.

Ma come potranno provvedere alla corretta igiene quotidiana le persone a cui è stata staccata l’acqua?

Il problema esiste e non si può certo sottovalutare.

In gioco c’è la salute della popolazione, ma anche dei capisaldi della Costituzione che al secondo comma dell’art. 3 recita che: «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.» mentre al successivo art. 32 stabilisce che: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge».

La lettera è stata inviata per conoscenza anche al Sindaco De Donatis.

L’auspicio è quello di vivere in una società nella quale la frase di Dante: «Poscia, più che 'l dolor poté 'l digiuno» non si sia trasformata in: «Poscia, più che la salute poté 'l profitto».

Sora, 9 marzo 2020
Emergenza coronavirus

 

 

 

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Nel Lazio subito ZLS e ZES

ZLS/ZES

consiglio lazio 350 260di Donato Galeone* - Dal reddito sociale per sopravvivere al lavoro produttivo per vivere. Consorzio unico del Lazio e Zona logistica semplificata

Sappiamo e rileggiamo che la Cassa per il Mezzogiorno venne soppressa e posta in liquidazione con DPR 6 agosto 1984 e sostituita - due anni dopo - dalla Agenzia per la Promozione e lo Sviluppo del Mezzogiorno (AGENSUD) istituita con legge 1° marzo 1986 n. 64 e soppressa con altra legge del 19 dicembre 1992 n.488 - decorrenza 1° maggio 1993 - lasciando al Ministero dell'Economia e delle Finanze il compito di coordinare e programmare l'azione dell'intervento pubblico nelle aree economiche meridionali e depresse del territorio nazionale.

In quel nuovo contesto di interventi si diffondeva nel Mezzogiorno, non escluso il basso Lazio, una strategia scarsamente produttiva e occupazionale fondata sulla “crescita locale con l'impiego occasionale delle risorse” e nell'ultimo decennio del '900 - con la fine dell'intervento straordinario pubblico nel Sud e la svalutazione della lira - anche la minima ripresa italiana favoriva, essenzialmente, il consolidato sistema industriale del Nord.

Nel terzo millennio, con l'ingresso dell'Italia nell'euro, quella minimale ripresa si arrestava e dalla fine del primo decennio del duemila, viviamo anche nelle aree del frusinate la stessa crisi del lavoro, nel contesto dell'economia italiana, già riscontrata nel secondo dopoguerra, sopratutto, nel Mezzogiorno e il basso Lazio con l'emigrazione.

Nel giugno scorso richiamavo su questo stesso giornale come e quanto il Governo nazionale – anche a fine anno 2015 – mentre annunciava il rilancio produttivo del Sud con la “de contribuzione sugli investimenti nel Mezzogiorno” riconfermava la “esclusione dagli incentivi per il Sud” tutta l'area del basso Lazio, con le province di Frosinone e Latina, dall'area meridionale della penisola e delle isole italiane.

Sia la SVIMEZ che leggendo i dati statistici periodici si rileva che “siamo agli stessi livelli di reddito e occupazione” tra giovani e meno giovani – quali crescenti emigranti italiani – residenti nella confinante Regione della Campania “ meno sviluppata ” e delle Regioni di Abruzzo e Molise riconosciute “ in transizione di sviluppo”.

Ma anche la recente clausola del 34% delle risorse ordinarie del bilancio dello Stato – introdotta a favore del Sud – esclude il basso Lazio ex area Cassa per Mezzogiorno.

Ogni intervento per il Sud - ormai - sarà destinato alle Regioni “meno sviluppate” della Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia ed alle Regioni “in transizione” di Sardegna, dell'Abruzzo e Molise, pur confinanti, il Lazio, sia con queste due Regioni che con la Campania a est e a sud con le “aree portuali di Gaeta, Fiumicino e Civitavecchia”.

Ecco, allora, che si impone - con la massima urgenza - l'accelerazione e la definizione dell'avviata iniziativa della Giunta Regionale Lazio promossa nell'ottobre 2018, peraltro, sollecitata anche con l'ordine del giorno – approvato esattamente un mese fa con voto unanime del Consiglio Regionale del Lazio - il 21 gennaio 2020 - che riguarda "l'istituzione della ZLS ( Zona Logistica Semplificata) nel territorio del Lazio e negli ambiti portuali di Gaeta, Fiumicino e Civitavecchia, seguendo le stesse procedure per la ZES (Zona Economica Speciale)".

Così come - da subito - il recente costituito Consorzio Unico del Lazio, sostitutivo dei cinque consorzi delle Aree di sviluppo industriale laziali, ovvero, le ASI del secolo scorso - definito il “più grande consorzio industriale d'Italia” - dovrà favorire insediamenti ad alta intensità di innovazione e ricerca; consolidare le attività imprenditoriali presenti; diffondere modelli di produzione circolare e ambientali sostenibili; divulgare interesse verso la promozione di investimenti rigenerativi nelle aree industriali dismesse, sia con il superamento delle crisi aziendali che con l'accrescimento delle specializzazioni territoriali delle imprese.

Mi permetto aggiungere - in sinergia con le istituende ZLS/ZES e il Consorzio Unico del Lazio - coinvolgendo i sindacati dei lavoratori e le associazioni dei datori di lavoro con l'Autorità Portuale nella definizione del “Piano di Sviluppo Strategico”obbligatorio - di prevedere una “pianificazione ragionevole dei tempi di inclusione lavorativa” nelle attività produttive e servizi, verso la massima occupazione qualificata mediante il graduale passaggio dal reddito sociale assistenziale, per sopravvivere, al dignitoso lavoro per vivere.

(*) già Segretario Provinciale di Frosinone e Regionale CISL Lazio

 

 

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Fiume Sacco: bonificare subito e basta chiacchiere

ilfiumesacco 350 260 mindi Angelino Loffredi - La mia "Nota" apparsa sul sito unoetre.it e leggibile attraverso il link https://www.unoetre.it/notizie/ambiente/ambiente/item/6386-fra-schiumate-e-depuratori-povero-fiume-sacco.html ha ottenuto un buon numero di letture e qualche lusinghiero commento da parte del professore Antonio Limonciello: «Finalmente un articolo/intervento che mette un po' d'ordine nelle responsabilità dei vari soggetti. Avevo già esposto le mie perplessità in altri luoghi sul fatto che troppo facilmente si lasciava la parola ai sindaci senza chiedere loro il conto, senza pretendere gli interventi che da sempre potevano mettere in atto e che non hanno fatto» e di Anna Maria Tedeschi, già Consigliera Regionale: «Leggendo attentamente questo articolo scritto da chi conosce bene il territorio tutto diventa tragicamente chiaro. Non ci prendiamo in giro. Grazie Angelino».

Inoltre, per completare la ricognizione, debbo rilevare una ventina di mi piace e nessun commento sfavorevole. A me, persona interessata a conoscere sotto ogni aspetto il parere di tutti e lo sviluppo degli avvenimenti legati al tema inquinamento e bonifica del Sacco, preme anche rilevare che esistono in giro dichiarazioni che pur non replicando direttamente al sottoscritto sono direttamente legate al tema da me sollevato: funzionamento dei depuratori e le scadenze riguardanti la Bonifica.
Francesco De Angelis, Presidente dell’ASI dall’aprile del 2015 e responsabile del (mal) funzionamento del Depuratore sito in territorio di Ceccano, con la sfrontatezza che gli è naturale arriva a dichiarare «L’ASI è sempre stata in prima linea per la difesa dell’ambiente. Noi parte lesa in questa situazione». Ogni commento a questa ridicola e surreale presa di posizione mi sembra superfluo, ma è incomprensibile il silenzio dei Sindaci dei comuni rivieraschi, la loro subalternità ad accettare e subire un evidente e ingannevole dichiarazione.
A proposito se sia necessario individuare una cabina di regìa, così come ipotizzavo, mi accorgo che Mauro Buschini, capogruppo PD presso il Consiglio Regionale del Lazio, dice «Serve un tavolo tecnico per coordinare il regime dei controlli nell’area evitando la sovrapposizione dei livelli istituzionale». Nelle linee generali concordo con lui ma purtroppo non precisa, non argomenta, non definisce le caratteriste del tavolo tecnico. Temo che ci troviamo di fronte alle solite, inconcludenti buone intenzioni.

Sara Battisti, Consigliera Regionale, a proposito di una riunione tenuta giovedi in Regione, sui depuratori afferma che «tolta la questione di Anagni (depuratore non funzionante, di cui non motiva le cause, l’ammontare dei costi sinora sopportati e l’indicazione di inizio di attività) che rappresenta una questione nota che la Regione sta cercando di affrontare, è stato rimarcato come i depuratori funzionino meglio che in passato e che il vero problema è chi sversa aggirando la depurazione».

La Consigliera Battisti forse non è sfrontata come De Angelis ma comunque poco allenata a descrivere e approfondire la situazione e il suo è completamente privo di proposte. Per argomentare e convincere dovrebbe indicare il numero e le sedi dei depuratori che funzionano e poi dovrebbe anche dirci cosa hanno fatto sia l’ARPA, struttura regionale, che i Sindaci (a cominciare da quelli PD. Quando erano in carica) per fronteggiare e sanzionare gli scarichi abusivi direttamente nel fiume.
I tre autorevoli rappresentanti sopra indicati invece di far conoscere, alimentare con i dovuti approfondimenti, sostenere e provare ad indirizzare il movimento di lotta emerso in questo periodo preferiscono percorrere la solita via della serie “Va tutto bene madama la marchese“ per cercare di devitalizzare il movimento buttando in giro tanto cloroformio.

Per quanto riguarda invece la Bonifica della Valle non ho letto prese di posizione di politici ciociari, ma una dichiarazione del Ministro Sergio Costa «Per quanto riguarda la Valle del Sacco abbiamo già firmato 40,8 milioni di euro per l’avvio delle bonifiche che è già una cifra significativa per partire. Aspettiamo i progetti della Regione Lazio. Il Ministero finanzia e coordina, ma chi progetta è la Regione. Di questo si parlerà in un vertice fissato per il 20 dicembre. Incontreremo i 19 sindaci per fare il punto della situazione».

Il giornale indipendente www.unoetre.it ed il sottoscritto seguiteranno a seguire gli avvenimenti, a sostenere il movimento di lotta, ad evidenziare la coerenza dei comportamenti, la coniugazione fra il dire e il fare, ma anche ed in particolar modo a verificare i metodi che verranno usati per progettare e per assegnare i lavori necessari alla Bonifica della Valle del Sacco.
Insomma rimarrà aperta l’urgenza per affermare i valori della partecipazione e trasparenza. Per evitare, appunto, truffe, inganni e ruberie.

 

 

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Penge: 'ora, subito l'incontro Di Berardino-Vertenza Frusinate'

  • Pubblicato in Partiti

liberiuguali 350 260di Sandra Penge - Possibile, Sinistra Italiana e tutte le forze territoriali che sostengono il gruppo parlamentare di Liberi e Uguali accolgono con profondo dispiacere la notizia della inammissibilità dell’emendamento presentato dalla senatrice De Petris per rifinanziare la mobilità straordinaria dei lavoratori di Vertenza Frusinate per l’anno 2019.

L’emendamento è stato infatti dichiarato inammissibile per mancanza di attinenza con il tema del decreto “Mille proroghe” in cui sarebbe stato inserito. Temevamo che accadesse, in quanto il decreto in esame era relativo a proroghe, appunto, di termini di atti legislativi; abbiamo tuttavia ritenuto che la situazione di emergenza in cui si trovano le centinaia di disoccupati della nostra provincia rendesse estremamente urgente l’approvazione di un provvedimento in loro favore e l’occasione del “Mille proroghe” era la prima che si potesse sfruttare. Per questi motivi – durante l’assemblea di Vertenza Frusinate del 30 luglio – avevamo chiesto alla deputata del M5S Segneri di propugnare presso i suoi colleghi senatori l’ammissibilità del provvedimento a firma De Petris.

Nella situazione attuale, invece, bisognerà aspettare la discussione della legge di bilancio, nella quale il governo dovrebbe cercare le risorse per rifinanziare tutte le aree di crisi complessa d’Italia, tra cui anche la nostra. Altri mesi di attesa e di incertezza per Vertenza Frusinate, insomma. Auspichiamo che in quella sede (e durante il futuro lavoro sulla eventuale Nona salvaguardia per gli esodati) tutti i parlamentari e tutti gli eletti del nostro territorio a tutti i livelli e di tutti i partiti collaborino fattivamente tra loro e con la nostra compagine per risolvere il problema di centinaia di famiglie che tra qualche mese non avranno alcuna fonte di reddito.

Nell’attesa che si possa risolvere questa vicenda su base nazionale con la collaborazione di tutti, lavoreremo affinché a livello regionale non si attendano con inerzia le decisioni nazionali e si operi da subito per reperire fondi e per chiederne l’eventuale sblocco al Ministero del Lavoro e Sviluppo Economico. A questo scopo, con la collaborazione del segretario di SI Marco Maddalena e della stessa senatrice De Petris, ci adopereremo per combinare al più presto, come promesso, un incontro con le forze sindacali, l’assessore Di Berardino e tutti coloro che, anche all’interno del consiglio regionale, sono interessati a contribuire alla risoluzione della questione.

 

 

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