2023: Con il lavoro guidare il cambiamento
LAVORO E LAVORATORI
"...aprire un grande cantiere nazionale della corresponsabilità"
di Donato Galeone*
Gli attacchi Covid e influenzali di fine anno 2022 non tendono a fermarsi mentre la difesa della nostra salute, prioritaria, congiunta ai costi per l'energia e materie prime persistenti, integrata dalla ripresa dell'inflazione, continuano a ridurre il potere di acquisto delle persone che lavorano nella vita di ogni giorno e di migliaia di giovani e meno giovani - sospesi a salario integrato - o attendono lavoro che sopravvivono mediante saltuari lavoretti o sostenuti da un minimo reddito pubblico che apre alle povertà crescenti.
Sono non solo i dati statistici che ci danno questo richiamato quandro sociale di vita dei nostri giorni verso il 2023 anche nel Lazio e in “Ciociaria che si pagano più pensioni che stipendi” (dati Ciga) mentre l'ISTAT ci dice che la stessa “nostra Regione non solo cresce meno” rispetto ad altri territori del Paese ma, conseguentemente, si prevedono - nel 2023 - oltre “13.000 disoccupati distribuiti in Roma 5.299, in Latina 3.160, in Frosinone 2.805, Viterbo 1.080 e Rieti 317”.
Questo scenario laziale e ciociaro - con la eccezione del Convid e della guerra alle porte dell'Europa - viene da lontano in quanto già nel 2008-2009 segnalavo una “situazione sociale e del lavoro allarmante” e quale Presidente del Comitato Provinciale dell'INPS di Frosinone comunicavo l'eccessivo ricorso alla cassa integrazione in “marzo e maggio 2009 di 1.047.028 di ore di cui 918.888 nella integrazione salariale ordinaria e 136.140 nella gestione sraordinaria”.
Queste quantità di erogazioni al sostegno del reddito “risultarono le più alte tra le provincie italiane” che, peraltro, congiunte alle erogazioni di sostegno assistenziale al mancato reddito da lavoro verso la inclusione sociale (Rei) e poi dal 2019 al reddito di cittadinanza (Rdc) furono e lo sono ancora oggi temporanei “sostegni al reddito di transizione” verso effettivi lavori e sono anche definiti “ammortizzatori sociali” che in presenza di crisi occupazionale giorno dopo giorno – persistendo l'assenza di ore lavoro equamente compensate – sono sostegni minimali di soprovavvivenza umana e apripista, certi, delle povertà in crescita.
Veniamo e viviamo il 2023, pertanto, la ultradecennale questione sociale e del lavoro accolta volta a volta e ancora nella indifferenza politica statica ammnistrativa corrente sia nella istituzione regionale e sia provinciale – chiaramentre in difesa prioritaria della salute e dei costi energetici – che non basta, in assenza di lavoro produttivo, superando tutte le criticità economiche locali da mappare e sostenere - integrata PNRR Lazio - mediante una “cronoprogrammata crescita economica e posti di lavoro” condivisa tra parti sociali e enti territoriali che dica “NO” al sostegno di sopravvivenza e “SI” al lavoro dignitoso contrattato e partecipato.
E' confermato dal nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a fine anno 2022 che la “carenza di lavoro sottrae diritti e dignità e che è troppo alto il prezzo che paghiamo alla disoccupazione e alla porecarietà”.
Urgente e necessario affrontare responsabilmente la questione della mancata crescita sbloccando investimenti per creare occupazione e riducendo il “prezzo della disoccupazione” con occupazione stabile, diritti e dignità alle persone come già scritto in Costituzione oltre 70 anni fa - richiamata dal Presidente Mattarellla - che la “Repubblica deve rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che ledano i diritti delle persone”.
Ecco, coerente, la sollecitazione del Presidente Mattarella al “cambiamento, guidato e interpretato” verso una sfida presente e futura - certo è - con la occasione straordinaria del PNRR, convenendo, di condizionare le risorse alla creazione di occupazione stabile, specialmente, giovanile e femminile “affrontando nella corresponsabiltà i bisogni delle persone a cominciare dal lavoro, dalla sua dignità e sicurezza, dalla riduzione della povertà e disuguaglianze”(Sbarra CISL)
Ma il “cambiamento va interpretato” anche all'interno delle organizzazioni sindacali dei lavoratori che sono chiamate a confrontarsi nel grande ventaglio delle innovazioni epocali sul “come progettare con l'oggi il futuro” nel contesto della “transizione” definita ecologica, energetica e digitale che non potranno non migliorare le condizioni di vita e di lavoro nella dimensione globale decentrata e realizzata nella dimensione territoriale.
Si tratta di “unire le persone, al di la delle appartenenze, per mettere al centro il lavoro, la dignità della persona e per cambiare un modello sociale ed economico sbagliato che ha aumentato la sofferenza delle persone e ha svalorizzato il lavoro” (Landini CGIL il 19 dicembre in Vaticano) mentre Papa Francesco dichiarava che “non c'è sindacato senza lavoratori e non ci sono lavoratori liberi senza sindacato” e invitava a “essere sentinelle del mondo del lavoro, generando alleanze e non cotrapposizioni sterili”.
Ed ecco, quindi, che nel 2023 “bisogna aprire un grande cantiere nazionale della corresponsabilità” e su questo – accogliendo le parole del Capo dello Stato “sul presente e il futuro” - la CISL con Luigi Sbarra, Segretario Generale, sfida oggi il Governo, le associazioni imprenditoriali e anche la CGILe la UIL per construire insieme con unità e concordia la ripartenza del Paese su basi solide ed eque (31 dicembre 2022).
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