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Non si può stare a guardare per vedere come andrà a finire

VOTO 2022

matitavai a votare liberacittadinanza 650 min

di Ignazio Mazzoli
Qualche sera fa, Bruno Vespa, intervistando Matteo Renzi nel talk show Porta a Porta gli chiese un giudizio su questa “pazza” campagna. Perché pazza? Ben altri aggettivi si possono scegliere. Pazza sta a significare fuori controllo? Fuori il controllo di chi? E’ un agone di gladiatori “l'un contro l'altro armati” ma senza il minimo sforzo di capire le ragioni che sono alla base di questa crisi. Manca qualunque tentativo ragionevole per indagarla e cercare di muoversi fra le cause che la provocano.
Era il 20 luglio scorso, a otto mesi dalla prossima primavera, indicata da tempo come la possibile stagione del prossimoelezioni politiche 2022 390 min voto della scadenza naturale di questa legislatura. L’accelerazione della crisi di Governo invece procede come se fosse stata programmata. Da più parti.

Inutile fare il processo alla storia. Sembra incontrovertibile, a mente fredda, che la stagione elettorale reclamasse autonomia di posizioni che in un governo di larghe intese non sono ammesse, non solo per i partiti che ne costituiscono la maggioranza, ma neppure per il governo che ritiene indiscutibili le sue scelte. Gli interventi del Presidente Draghi in Aula testimoniano senza ombra di dubbio la profonda convinzione di tutelare ad libitum questa sorta di intoccabile “pensiero unico”. Soprattutto se si considerano le emergenze sul tappeto e le ferite che provocano sul corpo del Paese e dei suoi cittadini. Era inevitabile che qualsiasi ascolto e qualsiasi dialogo si interrompessero.

Le restrizioni per combattere la pandemia da covid 19, prima, e la crisi energetica, divenuta crisi economica conclamata, dopo, a causa della guerra Russo-Ucraina avrebbero richiesto interventi di risanamento, che nell’equità più assoluta, tutelassero tutto il popolo italiano. Dal 2018 al 2022 i poveri sono diventati quasi 6 milioni da 2 milioni scarsi che erano. Manco fare lo sforzo di chiedersi chi sono le vittime di questa situazione? Mancano infatti dallo scenario politico italiano quelli che soffrono.

Se non si fa lo sforzo di trovare le mediazioni fra esigenze così profondamente diverse e non si cerca di individuare le reali priorità a cui dare risposte è evidente che ognuno deve impegnarsi a tutelare e sostenere le proprie scelte.
E qui nasce l’espediente di lasciar scontrare i partiti perché si elidano a vicenda, che alcuni si neutralizzino al punto di non avere più un peso determinante. In gergo questo espediente si chiama taglio delle ali. Quella di destra e quella di sinistra.

Chiedetevi: può esisterePreferenzeProporzionale min un taglio delle ali progettato a tavolino? Chi potrà mai garantire che questo avverrà con certezza? Se qualcuno pensa che così sarà, consideri anche possibile di aver sbagliato tutti i calcoli.
Lo scontro fino ad ora si è svolto sulla base dei sondaggi diffusi. A volte dichiarandoli attendibili altre volte rilevando che in periodi di vacanze le risposte non consentivano valutazioni affidabili.
Mali vecchi e mali nuovi che si aggiungono e drammatizzano l'oggi: la mancanza di lavoro sicuro e duraturo con tutti i diritti che gli spettano, il caro vita dovuto ad una guerra che la stragrande maggioranza degli italiani non sente sua ma per essa paga armi e difficoltà di approvvigionamenti soprattutto di fonti energetiche. Il quadro del futuro è carico di prospettive incerte.

Non è il momento di infilarsi fra i molti distinguo delle forze progressiste. Ha detto Bersani: "Dovevamo stringere bulloni per campo largo con M5s. Non raccontiamoci balle, il Conte 2 piaceva agli italiani", lasciamo perdere anche questi aspetti, ma concentriamo su cosa si deve evitare oggi. Cosa si deve combattere? Crisi della politica tra evasione fiscale (evasione Iva, primato Italia nell’Ue: un danno economico di 30 miliardi) e astensionismo che sono espressioni del malessere sociale: ma il popolo di evasori aspetta il prossimo condono e non rinuncia a votare destra; il popolo di sfiduciati e poveri continua ad astenersi.

Oggi si sono formate tre aree: una di ispirazione progressista, un’altra di centristi iper-fedeli a Draghi, e la terza di destra sovranista con una valigia di proposte irrealizzabili.
Sconcerta il fatto che, nonostante il contenuto contraddittorio e demagogico delle promesse, tutti i sondaggi premino un’offerta politica che esprime il peggio del liberismo e del populismo. È qui l’avversario del futuro del popolo italiano.

Il programma della destra è un mix di proposte dove si vogliono insieme dosi massicce di tagli alle tasse e spese fiscali à gogo. Di tassare profitti e rendite neanche a parlarne. Appare incredibile che i cittadini diano fiducia ad una coalizione che predica lo Stato sovrano e intanto lo sottomette al dominio dei mercati finanziari; che ammicca ai concessionari di spiagge, ai tassisti e a chiunque abbia privilegi e rendite da tutelare; che usa in maniera ignobile il dramma dei migranti; che vuole chiudere il capitolo della transizione ecologica; che si propone la privatizzazione dei servizi pubblici togliendo risorse preziose allo Stato sociale; che strizza l’occhio agli evasori e promette un maxi-condono in un paese in cui il tax gap è di circa 100 miliardi all’anno, e si potrebbe continuare a lungo.

Già per questa disparità di proposte sono da evitare soluzioni di larghe intese. Certamente non rinunciando adsuffragiouniversale 350 260 impegnarsi per assicurare un clima di solidarietà e voglia di costruire oltre gli steccati. Questa è civiltà.
Pesa una crisi culturale del paese, il ruolo dei mass media e il degrado della politica. «Senza infingimenti, però, dobbiamo dirci che c’è una corrispondenza diretta tra il propagandato ampio consenso alla destra e l’arretramento politico, culturale e sociale della sinistra.» (G. Lamanna da Il Manifesto)

Con la sbornia liberista dei gruppi dirigenti del Pds-Ds-Pd, si sono indeboliti legami sociali e di massa, è cominciata l’emorragia dei voti e si è allargato a dismisura il fenomeno dell’astensionismo. Il punto è che a disertare le urne, per oltre il 70 per cento, sono cittadini a basso reddito, in massima parte ex elettori di sinistra. La destra ne trae vantaggio e, allo stesso tempo, incamera pure il voto degli evasori. Dichiara il rispetto della legge 194 e dove governa come nelle Marche è difficilissimo che si rispetti il diritto della donna all’aborto. Tanto per fare un esempio calzante e conosciuto di dichiarazioni rassicuranti che dovrebbero coprire comportamenti irrispettosi e mortificanti dei diritti. Sarebbe un suicidio delle conquiste.

Non andare alla cieca per tentativi e non votare a dispetto. Ma andare a votare con l’intento di evitare il peggio. È la civiltà politica italiana che ce lo chiede. Non si può stare a guardare per vedere come andrà a finire. Abbiamo il dovere di partecipare per scegliere quale futuro vogliamo.
L’esito delle elezioni non sarà indifferente ai tempi e ai modi della ripartenza della sinistra (se e quando ci sarà). La sua divisione rappresenta un altro elemento di vantaggio per la destra. Il Pd è purtroppo solo un partito d’opinione, con un orientamento prevalentemente liberal-democratico, ma non si può negare il suo saldo ancoraggio alla Costituzione e all’antifascismo. Se riuscisse, contro ogni pronostico, a sconfiggere la destra il compito sarebbe meno arduo.

Questi giorni saranno decisivi per stabilire un rapporto con i segmenti più deboli della società e cercare di riportarli al protagonismo elettorale. Nonostante la parata neoliberista di Cernobbio ci sono proposte che porterebbero circa “40 miliardi in più l’anno allo Stato. 20 miliardi con la patrimoniale e circa altri 20 con le altre misure da destinare alla riduzione delle tasse per i redditi sotto i 20 mila euro, al rafforzamento del welfare (istruzione, sanità), risorse per rafforzare i trattamenti pensionistici delle nuove generazioni che lavorano in maniera precaria e intermittente”. (da Contro-Cernobbio: ecco dove sono 40 miliardVotareepartecipare 380 mini per il welfare - Sbilanciamoci - L’economia com’è e come può essere. Per un’Italia capace di futuro)

Le duemila persone più ricche hanno accumulato una ricchezza superiore a quella dei 25 milioni di italiani più poveri. Uno solo di questi ricchi ha il patrimonio di 15 mila poveri. Il 3% degli italiani ha patrimoni superiori a un milione di euro, il 97% meno di un milione di euro. Questo progetto politico assai nitido è del neoliberalismo autoritario che aspira a guidare un paese piegato dalla crisi.

C’è ancora dell’altro, dice il Gen. Cucchi consigliere del Presidente del consiglio «sono scandalizzato dal modo in cui i partiti, tutti senza eccezione, stanno affrontando questa campagna elettorale relegando in seconda o terza fila problemi di politica estera che in realtà sono quelli che condizioneranno i prossimi dieci-vent’anni del nostro Paese». Il multilaterale dovrebbe prevalere sul bilaterale e nel multilaterale in primo luogo vengono le Nazioni Unite, in secondo l’Europa e in terzo luogo la Nato. Con la destra, invece, abbiamo il bilaterale che prevale sul multilaterale e nel multilaterale la Nato viene per prima, l’Unione europea per seconda e le Nazioni Unite non esistono.

Il pericolo, quindi, merita una battaglia chiara e decisa senza assoluzioni preventive. «Il sovranismo è un pericolo tangibile» dice Papa Francesco. Il timore del Papa è che le tragedie del secolo scorso possano tornare in auge per via dell'incontrollato boom di ideologie che la storia ha superato. A chi gli fa osservazioni Bergoglio replica «Terra, lavoro, tetto ...è strano ma se parlo di questo per un po' ecco che dicono: 'È che il Papa è comunista'. Ed invece l'amore per i poveri è al centro del Vangelo'». «Il sovranismo è un atteggiamento di isolamento. Sono preoccupato perché si sentono discorsi che assomigliano a quelli di Hitler nel 1934. 'Prima noi. Noi… noi…': sono pensieri che fanno paura. Il sovranismo è chiusura. Un Paese deve essere sovrano, ma non chiuso. Lo 'stesso discorso' vale anche per i populismi. 'All'inizioVai a votare Fondazione Gramsci Emilia e Romagna 390 min 1 faticavo a comprenderlo - spiega - perché studiando Teologia ho approfondito il popolarismo, cioè la cultura del popolo: ma una cosa è che il popolo si esprima, un'altra è imporre al popolo l'atteggiamento populista. Il popolo è sovrano (ha un modo di pensare, di esprimersi e di sentire, di valutare), invece i populismi ci portano a sovranismi: quel suffisso, 'ismi', non fa mai bene». E a chi vuol ostacolare l’Immigrazione, dice «mai tralasciare il diritto più importante di tutti: quello alla vita».

La domanda di uguaglianza che traspira da ogni parola di Papa Francesco è un NO secco ad ogni regime autocratico e ad ogni razzismo. Il rischio c’è e non basta dire che il fascismo non tornerà più come l’abbiamo conosciuto. Non c’è un solo “eterno fascismo” scrive Massimo Novelli 12 settembre 2022 su “il fatto quotidiano”: «Umberto Eco lo affermò in un incontro tenuto il 25 aprile 1995 alla Columbia University. Di attualità vivissima è ciò che lo scrittore Sciascia appuntò in un altro brano di Nero su nero. 'la vera pericolosità del fascismo, quello 'eterno' degli italiani, 'si annida e si nasconde in luoghi insospettabili, sotto diciture rassicuranti: come in un alberello di farmacia su cui si legge bicarbonato e contiene invece arsenico'».

Stretti intorno alla nostra Costituzione concentriamoci tutti contro l’avversario principale perché pericoloso e andiamo a votare per uno di quelli che lo combatte e vuole continuare a combatterlo sempre.

 

fonti dei virgolettati: corriere.it; ilfattoquotidiano.it; ilmanifesto.it; repubblica.it; ristretti.org; sbilanciamoci.info;
aggiornato il 17 set. '22 09:35
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