La doppiezza della Meloni
- Scritto da Aldo Pirone
- Pubblicato in Discutere la crisi. Voto 2022
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VOTO 2022
Come suo solito dice una bugia
di Aldo PironeGiorgia Meloni fa finta di non sapere e non capire. L'altro ieri, all'europarlamento, il suo partito, insieme alla Lega di Salvini, non ha votato la risoluzione, approvata a stragrande maggioranza, che condanna Orbàn e la sua politica antidemocratica in Ungheria.
Per giustificare questo voto deve arrampicarsi sugli specchi e, come suo solito, dire una bugia. Lo ha fatto ierimattina a Radio Anchio. "Si tratta - ha affermato - di un testo in cui si dice che l’Ungheria non deve prendere lo risorse europee, ma questo va fatto circostanziando quali sono le accuse".
Cosa, invece, che puntualmente l'europarlamento ha fatto e che lei fa finta di non sapere. La risoluzione elenca tutti i motivi che lo hanno portato ad affermare che l'Ungheria "non è più una democrazia": mancanza di indipendenza della magistratura, la corruzione, i conflitti di interesse, mancanza di libertà di espressione e di pluralismo dei media, di libertà accademica e religiosa, della libertà di associazione, di uguaglianza di trattamento, inclusi i diritti delle persone Lgbt+, di diritti dei minori, dei migranti e dei richiedenti asilo, del funzionamento del sistema elettorale e costituzionale. C'è anche una critica per "l’inazione" dell’Ue, che ha "peggiorato le cose".
La Meloni, inoltre, dice che l'Ungheria è democratica perché Orbàn è stato eletto. Se è per questo anche Erdogan e perfino Putin lo sono stati. Ma in quali condizioni di libertà non lo dice. Anche in Italia Mussolini vinse le elezioni nel 1924 con una legge elettorale (Acerbo) truffaldina, con violenze e brogli diffusi, e con nessuna garanzia per le opposizioni. La denuncia di quei fatti e di quella condizione illiberale e antidemocratica, com'è noto, costò la vita a Giacomo Matteotti assassinato dai fascisti di cui il "duce" era il capobanda e che Giorgia ricorda con affetto.
Il voto di ieri non è rivelatore dell'assoluta ignoranza di che cosa sia una democrazia liberale e della doppiezza della Meloni esibita a piene mani in questa campagna elettorale. Ciò era risaputo da tempo da chi ha ben presente le origini fascistiche mai rinnegate con nettezza e il cursus honorum, si fa per dire, della leader di FdI. Stanno, invece, facendo finta di non sapere il vasto establishment di lorsignori nutrito del solito opportunismo italico pronto a saltare sopra il carro del vincitore annunciato.
Ieri la Meloni ha solo dato un'ennesima prova della sua doppiezza politica.
Aldo Pirone, redattore di malacoda.it
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