La donazione degli organi cammina anche qui in provincia
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di Armando Mirabella - Il grande interesse sollevato dai Giovani Democratici con la campagna "Segni Particolari? Donatore di organi" è uno straordinario segno di vitalità della nostra realtà giovanile guidata nel Lazio da Martina Innocenzi e da Luca Fantini nella nostra provincia.
Si tratta di una campagna che, in sintesi, ha come primo obiettivo l'approvazione di una delibera di giunta o di consiglio comunale che consenta a tutte le cittadine ed i cittadini maggiorenni di dichiarare la propria volontà di donare gli organi trascrivendolo direttamente al rilascio o al rinnovo della propria carta d'identità. Formidabile, in questo senso, l'iniziativa di Veroli di domenica 19 ottobre con 3 ore di dibattito di altissima qualità e quasi 30 nuovi donatori al termine.
Questa campagna nel nostro paese ha un valore particolare, perché proprio in Italia deve crescere la cultura della donazione. Una donazione che per qualche caso è possibile realizzare anche da vivi. In molti paesi il prelievo, ad esempio, la donazione e la successiva conservazione del sangue da cordone ombelicale, sono diventate pratiche comuni. Il sangue del cordone ombelicale è infatti una fonte preziosa di cellule staminali ematopoietiche utilizzabili in alternativa a quelle prelevabili dal midollo osseo per curare importanti malattie del sangue (ad esempio le leucemie). Lavorare anche su questo tema, con il conseguente impegno verso la creazione in ogni ASL di equipe mediche e di infrastrutture indispensabili alla conservazione (la temperatura deve essere costantemente mantenuta al di sotto dei -150 °C tramite immersione in azoto liquido o in atmosfera di vapori di azoto) rappresenta una frontiera dell'impegno di un pezzo importante della nostra società che è il Partito Democratico.
Ma esiste una nuova frontiera dell'impegno verso la cultura del dono da vivi che deve essere esplorato. E' quello della donazione dei gameti.
Il 9 aprile 2014, a seguito del ricorso presentato dai tribunali di Milano, Catania e Firenze, la Corte Costituzionale ha sancito l'illegittimità della legge 40 del 2004 (la legge che pone una serie di limiti alla procreazione assistita e alla ricerca clinica e sperimentale sugli embrioni) nella parte in cui vieta la fecondazione eterologa: il ricorso, cioè, ad un donatore esterno di ovuli o spermatozoi in casi di infertilità assoluta
In questo modo, questa sostanziale destrutturazione della Legge 40, non ha lasciato un vuoto normativo. La Toscana, perciò, è stata la prima regione a permettere la fecondazione eterologa. Proprio la scorsa settimana, infatti, il 14 ottobre, nel reparto maternità dell'ospedale fiorentino di Careggi, è stata eseguita il primo intervento (praticato ambulatorialmente) in Italia in una struttura pubblica.
Il seme utilizzato è stato acquisito, in quantità limitata e comunque necessaria a garantire al massimo 3-4 trattamenti, da un istituto europeo, una banca del seme, accreditato ed autorizzato. E qui sta una area di impegno nella promozione della cultura del dono. La necessità di promuovere la donazione di gameti siano essi maschili o femminili. Una donazione che permette la vita, anzi tutta una vita: dal suo inizio.
Qualcosa si inizia già a muovere. Proprio in Toscana. In questi giorni, comincerà sempre al Careggi, l'attività di donazione di gameti maschili e femminili per la fecondazione eterologa. Questa donazione, assieme al ricorso alle banche del seme, rappresentano l'unica possibilità per poter assicurare una risposta adeguata alla domanda di genitorialità a cui, anche l'evoluzione della società e del lavoro, ha impedito di dare una risposta in età più giovane.
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