Come dimostrare la colpevolezza di Mimmo Lucano?

MimmoLucano 390 minMimmo Lucano

 CRONACHE&COMMENTI

904 pagine di “motivazioni” per cercare di dimostrare la colpevolezza di Mimmo Lucano.

di Rossana Germani
MimmoLucano 390 minIl Tribunale di Locri non è riuscito a dimostrare che Mimmo ha rubato e allora scrive:
«ha strumentalizzato il sistema dell’accoglienza a beneficio della sua immagine politica»

Ma basta sapere che la sentenza ha addirittura raddoppiato le richieste dell’accusa, arrivando a condannare Mimmo a 13 anni e due mesi di carcere, per capire l’assurdità di tutta questa vicenda.

E poi, è chiaro a tutti che Mimmo non ha preso un solo euro per se ma ha solo agito per il bene dei bisognosi come specificato
dalla sentenza del Tar confermata dal Consiglio di Stato nel 2020:
Che il “modello Riace fosse assolutamente encomiabile negli intenti ed anche negli esiti del processo di integrazione – si legge nella sentenza – è circostanza che traspare anche dai più critici tra i monitoraggi compiuti”.

Eppure tra queste oltre 900 pagine c’è scritto «nulla importa che l’ex sindaco sia stato trovato senza un euro in tasca – come orgogliosamente egli stesso si è vantato di sostenere a più riprese – perché ove ci si fermasse a valutare questa condizione di mera apparenza, si rischierebbe di premiare la sua furbizia, travestita da falsa innocenza».

Si leggono altre cose assurde come i profitti futuri, arricchimenti personali che Lucano avrebbe avuto in futuro: «l’acquisto di un frantoio e di numerosi beni immobili da destinare ad alberghi per l’accoglienza turistica su cui egli sapeva di poter contare a fine carriera, per garantirsi una tranquillità economica che riteneva gli spettasse, sentendosi ormai stanco per quanto già realizzato…».

Mimmo risponde con queste parole:
«Praticamente il Tribunale mi condanna sulla base di dubbi e di falsità. Il colonnello della guardia di finanza che è stato interrogato ha detto che non ho patrimoni e che non era mia intenzione arricchirmi. Io non ho nulla. Mi domando come mai in tanti anni di indagine gli investigatori non hanno mai trovato un euro nelle mie tasche. Lo hanno detto anche in aula. Dov’è questo tesoro? Non potranno mai dimostrare che mi sono arricchito semplicemente perché la realtà è diversa ed è quella che io ho sempre raccontato».

Ma invito a rileggere:
«ove ci si fermasse a valutare questa condizione di mera apparenza, si rischierebbe di premiare la sua furbizia, travestita da falsa innocenza»

Mimmo amareggiato e deluso commenta:
«Non mi aspettavo complimenti ma neanche che il Tribunale mi condannasse sulla base di cose non vere. Le risultanze del processo dimostrano altro. È tutto molto strano. Dal processo non si evince per nulla l’interesse economico. Perché devo subire quest’aggressione mediatica basata su accuse infondate? Si infanga ancora una volta la mia immagine ma io non voglio che la gente abbia dubbi su di me. Aspetto di consultarmi con i miei avvocati per l’appello. Sono sicuro che dimostrerò la mia innocenza».

Gli avvocati Giuliano Pisapia e Andrea Daqua, difensori dell’ex sindaco di Riace scrivono:

«Lo condanna per associazione a delinquere con motivazione inconsistente, anzi insussistente. Scambia per peculato le attività di valorizzazione del territorio perseguite da Lucano e previste dal manuale Sprar. Il Tribunale parla di povertà “apparente” di Lucano nonostante le misere condizioni economiche di Lucano siano state accertate dalla Guardia di finanza e confermate in udienza dalla stessa accusa. Siamo curiosi di completare la lettura e lo studio delle motivazioni per comprendere il restante ragionamento del Tribunale».

Resto speranzosa in attesa di una nuova sentenza che ribalti questo impianto che ha stravolto e affossato il modello Riace lodato in tutto il mondo e ha condannato un uomo per la sua troppa umanità. Aspetto che “Il fuorilegge” sia riabilitato anche dalla legge perché la stragrande maggioranza delle persone a livello mondiale, a partire da vari capi di Stato lo hanno fatto già da tempo mostrando a Mimmo la loro solidarietà.

#iostoconmimmolucano
#fare politica non è reato
#la solidarietà non è reato

 

 

Rossana Germani fa parte della redazione di CiesseMagazine e per essa cura anche la rubrica di cultura, libri e poesia.

 

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ByRossana Germani

Rossana Germani nata a Sora il 5 Maggio 1975. Amante della scrittura, prima ancora che della lettura, ho coronato il mio sogno pubblicando il libro "Storie in centrifuga - Napoli non molla!" scritto insieme a Lorenzo Rossomandi.Sono a bordo della redazione di CiesseMagazine dove scrivo articoli e curo anche la rubrica di cultura, libri e poesia. Collaboro con UNOeTRE.it

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