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“Mani di sarta”: uno spettacolo da vedere

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14 Giugno 2023
"Mani di Sarta" monologo"Mani di Sarta" monologo"Mani di Sarta" monologo

Storia autobiografica di una comunità che ancora fatica a riconoscersi come tale: la Ciociaria

di Chiara Ceccarelli 

Locandina della spettacolo "Mani di Sarta"

In occasione della giornata mondiale dell’Ambiente 2023, è approdato a Ceprano, venerdì 9 giugno, uno spettacolo teatrale dal titolo ‘Mani di sarta’: un incalzante monologo di 90 minuti, portato in giro da un bravissimo Andrea Di Palma.

In scena solo una vecchia macchina da cucire Singer, una sedia e un manichino, su cui appuntare pezzi di stoffa, ritagli di vite tenuti su da piccoli spilli. 

È una storia autobiografica, certo, ma non dell’autore, è una storia autobiografica di una comunità che ancora fatica a riconoscersi come tale: la Ciociaria. 

È una storia che parla a noi, nella lingua dei nostri nonni, con quell’accento autentico dell’entroterra, con quel suono che ci fa pensare a mani indurite dal lavoro e a occhi limpidi, occhi che hanno studiato poco, ma che sanno, o sapevano, tutto. 

“Mani di sarta” racconta, attraverso le parole di una nonna, le storie di una cittadina – Anagni, ma potrebbe essere un qualsiasi altro comune della Valle del Sacco – che vede improvvisamente irrompere la fiumana del progresso. Non può resistere la cittadina, coi suoi filari e i suoi ciliegi, non può negare l’accesso alle grandi fabbriche, al “benessere”, al lavoro vero. Non può e – si sa – a qualcosa per il progresso bisogna pur rinunciare. 

Allora spunta l’autostrada, l’altavelocità, le industrie, improvvisamente tutti sembrano interessati a questo fazzoletto di terra. Si lavora sodo, si porta il pane a casa, ma a che prezzo? Sparisce la campagna, sparisce la prima rondine di primavera e, al suo posto, arriva una nuvola nera di veleno, una nuvola che copre tutto, che va via e poi ritorna, che si annida nei cassetti, nei vestiti e persino sulle foto dei morti. Una nuvola che sporca i panni, i frutti, i mobili, sporca la vita delle persone che in questa valle ci abitano, che in questa valle ci vivono da sempre, da quando era solo una valle, molto prima di diventare uno dei siti maggiormente inquinati d’Italia. 

E in questo nuovo scenario che Andrea, seduto sulla sua sedia ci racconta – ora attraverso le parole di una futura sposa, ora di sua nonna, ora di una vecchia donna che per prima chiede spiegazioni alla ASL (‘sono come un pidocchio io: so’ piccola ma do fastidio!’) – vediamo sfilare davanti ai nostri occhi tanti personaggi e tante storie, diverse eppure uguali alle nostre. Storie che tutti in questa terra abbiamo vissuto: storie di paura, di speranza, di frustrazione, di malattia e di morte. Storie che nessuno di noi può dimenticare, storie che non possono finire solo in report statistici.

La Ciociaria era una terra buona, popolata da gente autentica, gente abituata alla fatica, gente che ha pagato un prezzo troppo alto e che merita una vita diversa, serena, una vita in cui il sacrosanto diritto alla salute sia garantito, perché non è possibile che qui, tra questo fiume e queste ‘montagnette’, si muoia – ancora – più che nel resto della regione.

In 90 minuti, l’attore riesce, con tagliente ironia e profondità, a smuovere le coscienze, a farci sorridere e a farci piangere. Riesce a farci sentire parte di un tutto, di una comunità fragile e ferita, ma che può ancora guarire. Le battaglie ambientali non possono avere colore politico e noi tutti abbiamo il dovere morale di non lasciar correre, di non perder altro tempo prezioso: noi tutti abbiamo il dovere di vigilare affinché cambi questa sorte luttuosa. Noi non possiamo rassegnarci. 

Se trovate “Mani di sarta” in programmazione, non fatevelo scappare: ne uscirete commossi e arrabbiati, ma consapevoli che questa battaglia deve essere vinta, insieme.  


“Mani di Sarta” da Fortezza est

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